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Discussione: Fotoalbum di un sottotenente del 1. Reggimento di Fanteria "Re"

  1. #1
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    Fotoalbum di un sottotenente del 1. Reggimento di Fanteria "Re"

    Ciao a tutti.

    E’ entrato in collezione il secondo album fotografico di un soldato italiano nella WW2, dopo quello del sottotenente dell’ Arma del Genio, già pubblicato qui poco tempo fa.

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    L’album è di un sottotenente del 1. Reggimento Fanteria “Re”.
    Il 1. Reggimento di Fanteria “San Giusto” (ultima denominazione) è stato il più antico dell’ Esercito Italiano sino allo scioglimento nel 2008. Esso venne costituito nel 1624 come Reggimento “Fleury” di mercenari francesi nel Ducato di Savoia, al servizio di Carlo Emanuele I di Savoia.

    CoA_mil_ITA_rgt_fanteria.png

    Nel 1640 assunse la denominazione di Reggimento francese "di sua altezza reale". Nel 1659 prese parte alla guerra austro-spagnola con il nome di Reggimento "De Challes" con 10 compagnie di savoiardi. Nell'ambito delle riforme militari del duca Carlo Emanuele II, che riordinò l'esercito ducale basandolo su reggimenti nazionali, l'unità venne ridenominata Reggimento "di Savoia di sua altezza reale", diventando il secondo reggimento per anzianità dopo il Reggimento Guardie. Quale segno di onore e distinzione il Reggimento portava al collo una fettuccia di colore rosso, colore predominante dello stemma di Casa Savoia: per tale motivo il reggimento è anche noto come “Cravattes Rouges” (cravatte rosse).
    Da allora venne impiegato in tutte le guerre dei Savoia, ed assunse il nome di Reggimento “Savoia”
    Nel 1800 venne ricostituito quale Reggimento "Savoia" e partecipò assiduamente alle campagne contro la Francia, per essere poi sciolto dopo la battaglia di Marengo.
    Nel 1814, con la restaurazione del Regno di Sardegna, il reggimento venne ricostituito. L'anno successivo diventò Brigata "Savoia". Nel 1831 la Brigata si strutturò su due reggimenti “gemelli”, il 1º e 2º Fanteria, dei quali il è l'erede e prosecutore dell'antico reggimento.
    Prese parte alle guerre d’indipendenza ed alla lotta contro il banditismo meridionale, nel 1871 assunse la denominazione di 1º Reggimento fanteria "Re".
    Dopo la partecipazione alla Prima Guerra Mondiale, con la formazione delle divisioni binarie nel 1939, insieme al gemello 2º Reggimento Fanteria "Re" e al 23º artiglieria, confluì nella 13ª Divisione fanteria "Re" (ex “Monte Nero”). Il 10 giugno 1940, giorno dell'entrata in guerra dell'Italia nel secondo conflitto mondiale, il Reggimento, schierato verso la frontiera orientale, aveva la seguente struttura organica: comando e compagnia comando, tre battaglioni fucilieri, compagnia mortai da 81, batteria armi di accompagnamento da 65/17.

    13a_Divisione_Fanteria_Re.png13th_Infantry_Division__Re__Collar_Insignia.png

    Durante la Seconda guerra mondiale il reggimento operò in Jugoslavia con compiti prevalentemente di presidio e di contro-guerriglia, divenendo per i partigiani titini le temutissime "cravatte rosse".
    Nel 1942 la Divisione RE (Cravatte Rosse) ebbe sede a Gospic in Croazia, al Comando del Gen. Fiorenzoli, poi Dabbene, poi Pellagra.
    Nel 1943 fece rientro in territorio metropolitano, prendendo parte alla difesa di Roma e, in seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943, il Comando di reggimento, il Deposito e il II Battaglione vennero sciolti, così come accadde dopo qualche giorno al I e al III Battaglione, schierati a difesa di Roma.
    Nell'ottobre 1975, per trasformazione del I Battaglione del disciolto 151º Reggimento Fanteria “Sassari”, si costituì a Trieste presso la Caserma “Vittorio Emanuele III” il 1º Battaglione Fanteria motorizzato “San Giusto”, erede della Bandiera di Guerra, delle glorie e delle tradizioni del 1º Reggimento Fanteria “Re”.

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    L’album che prendiamo in esame è datato 1941 – 1942, come dalla copertina.
    Vi sono 133 foto in bianco e nero militari e di qualità media/scarsa, tutte incollate. Purtroppo altre 11 foto sono state asportate dai precedenti proprietari. Sul retro delle immagini si intravvede qualche rara didascalia, non utile. Non mi sembra il caso di scollare le foto per vedere meglio.
    Non vi sono, quindi, indicazioni diverse da quelle che si possono desumere dall’osservazione delle foto. Il protagonista dell’album, il giovane sottotenente, è presente in moltissime foto.
    Si tratta senz’altro di un piccolo distaccamento, forse un plotone, al comando del sottotenente e dislocato in un paesino della Jugoslavia occupata.
    L’invasione della Jugoslavia, detta anche “Guerra d’Aprile” venne posta in essere dal 06 al 17 aprile 1941 da una coalizione delle forza armate di Germania, Italia e Ungheria.

    Axis_occupation_of_Yugoslavia_1941-43.png

    Con la fine delle ostilità il paese slavo venne suddiviso tra le forze italiane, tedesche, ungheresi e, in seguito, bulgare. Come mostra la suddetta cartina. L'Italia si annetté la parte sud-occidentale della Slovenia (in cui venne istituita la Provincia di Lubiana), la parte nord-occidentale della Banovina di Croazia (congiunta alla Provincia di Fiume), parte della Dalmazia e la zona della Bocche di Cattaro (che assieme a Zara, già italiana, andarono a costituire il Governatorato della Dalmazia); il Kosovo, la Macedonia occidentale e alcune zone nel Montenegro meridionale furono annesse al Regno d'Albania, in unione personale con l'Italia.

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    Per cercare di individuare le località in cui vennero scattate le foto, possono essere d’aiuto due immagini con ripreso un cartello stradale.
    Bos Krupa è Bosanska Krupa. Un comune della attuale Federazione di Bosnia ed Erzegovina situato nel Cantone dell'Una-Sana con 29.659 abitanti al censimento 2013. Bagnato dal fiume Una, è situato a 30 km nord-est da Bihać.
    Bihać è una città sul fiume Una nella parte nordoccidentale della Bosnia ed Erzegovina, centro del cantone di Una-Sana della Federazione di Bosnia ed Erzegovina con 61.186 abitanti al censimento 2013.
    Alcune delle foto dell’album sembrano scattate a Bihać.

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    Quindi la guarnigione italiana operò a supporto dello Stato Indipendente di Croazia di Ante Pavelic.
    Le foto dell’album rappresentano una tranquilla e spensierata vita di guarnigione. La realtà doveva essere, o diventare, molto diversa: i partigiani titini furono attivi nella zona.
    Nell’aprile 1942 i partigiani titini attaccarono in forze il presidio italiano di Bihać, che venne evacuato in giugno perché la situazione divenne insostenibile, ma poi ripreso il mese successivo dopo aspro combattimento.
    All’inizio di novembre 1942 i titini conquistarono la Città di Bihać, strenuamente difesa dai Croati, Italiani e da unità tedesche, e formarono la Repubblica Partigiana di Bihać dopo aver liberato un vasto territorio.
    Nel gennaio 1943 vi fu il contrattacco da parte di quattro divisioni tedesche, di tre divisioni italiane e di contingenti di forze collaborazioniste croate e cetniche. I tedeschi occuparono la capitale nemica Bihać il 29 gennaio 1943 ma i partigiani contrattaccarono le divisioni italiane che subirono forti perdite. A febbraio Tito decise di cambiare programma e marciare verso l’Erzegovina ed il Montenegro con tutte le sue forze della resistenza.

    E ora la selezione delle foto migliori dell’album
    Per chi è appassionato anche degli elmetti, gli M33 in foto sono quasi tutti fregiati.

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    Spero che piacciano anche a voi.

    Saluti, Giovanni

  2. #2
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    che begli scatti! complimenti, grazie mille per averli condivisi.

  3. #3
    Utente registrato L'avatar di Armata Sarda
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    SOno foto meravigliosa. Doveva essere assai cordiale e amabile con la truppa.
    Le imbecillità in Italia fanno sempre rumore. (Indro Montanelli)

  4. #4
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    foto molto belle , grazie per averle condivise .

  5. #5
    Utente registrato L'avatar di weber
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    Grazie per le belle foto e interessante anche la spiegazione

  6. #6
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    Foto molto interessanti ed apprezzate anche per i tanti piccoli ma inportanti particolari che si possono apprezzare.
    sven hassel
    duri a morire

  7. #7
    Utente registrato L'avatar di stefano c
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    molto belle, grazie x averle condivise

  8. #8
    Collaboratore L'avatar di EnzoLuca
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    Album bellissimo!!
    Ciao. Enzo
    "Non abbiate paura"

  9. #9
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    Ciao mi associo, belle ed interessanti foto anche a livello uniformologia, mi domando dove saranno finiti tutti quegli elmi 33 fregiati, oggi, anzi da anni ormai, non se ne trova uno decente in giro purtroppo, al contrario dei tedeschi, piu' facili da recuperare in tutte le salse

  10. #10
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    Ciao a tutti e grazie.
    Guardando le foto sono rimasto sorpreso dalla presenza, nella Fanteria del Regio Esercito, e ancora negli anni 1941/42, di un plotoncino di tamburi come poteva capitare due o tre secoli prima, quando gli eserciti usavano marciare al rullo dei tamburi.
    Inoltre, osservando i visi dei soldati, solo il nostro sottotenente e pochi altri mi danno un'aria giovanile, i più mi sembrano uomini dai trenta ai quarant'anni.
    Magari, trattandosi di una forza di occupazione, vi inviarono i soldati più anzianotti, senza prevedere che, dopo poco tempo, essi sarebbero stati impegnati duramente dai partigiani titini.

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