Un ritratto dell’ imperatore era conservato in un’ apposito locale dell’ ufficio comunicazioni, e il signor Yasuda, l’ impiegato al quale era stato affidato il compito di prendersi cura del quadro in casi di emergenza stava recandosi al lavoro a bordo di una vettura tranviaria quando la bomba cadde sulla città. Il suo primo pensiero fu la sorte del ritratto, e lasciandosi alle spalle i rottami della vettura si incamminò a piedi lungo le strade in fiamme, in mezzo ai cadaveri e a scure nubi di polvere ardente. Raggiunto di corsa il quarto piano dell’ edificio, aprì a forza la porta di ferro dietro la quale veniva conservato il quadro. I colleghi di Yasuda pensarono che il posto più sicuro per il quadro fosse il castello, e così con quattro di loro (uno davanti, uno dietro e uno su ciascun lato), Yasuda si pose il quadro sulle spalle e, lasciato l’ edificio, si diresse verso il castello. Ma qui una sentinella che stava accanto all’ ingresso li avvertì che il fuoco stava diffondendosi ovunque, e i cinque uomini decisero allora di incamminarsi verso il parco di Asano Sentei. Mentre il piccolo corteo si faceva strada attraverso un gran numero di morti e feriti, improvvisamente si levò il grido: « Il ritratto dell’ imperatore ! » e quanti erano ancora in grado di reggersi sulle gambe per quanto terribili potessero essere le ustioni che ne ricoprivano i corpi, si affrettarono a salutare o a piegarsi in profondi inchini. Quanti erano troppo gravemente feriti per reggersi in piedi giungevano le mani in preghiera. Quando i cinque uomini raggiunsero il fiume, la folla fece loro largo, e il quadro fu affidato al signor Ushio, un anziano funzionario dell’ ufficio comunicazioni che con esso salì su un’ imbarcazione. Mentre l’ imbarcazione si allontanava dalla sponda, un ufficiale sguainò la spada e lanciò un ordine. I soldati ustionati e sanguinanti che giacevano sulle due rive del fiume si misero sull’ attenti e salutarono. Non appena Ushio ebbe raggiunto la riva opposta con il prezioso carico, l’ intera riva del fiume che si era appena lasciato alle spalle si trasformò in un vortice di fiamme. Anche i grandi pini del parco di Asano Sentei presero fuoco e migliaia di persone tentarono di sfuggire alle fiamme gettandosi nelle acque del fiume dalle quali però furono ben presto travolte. Ma il ritratto dell’ imperatore era stato portato in salvo.