Al film L’assedio dell’Alcazar partecipò in qualità di comparsa nelle file degli assedianti comunisti anche Giulio Andreotti. L’allora matricola della Facoltà di Giurisprudenza – che nel dopoguerra avrebbe iniziato la sua scalata al potere democristiano venendo nominato da Alcide De Gasperi sottosegretario al cinema e allo spettacolo – conosceva il dorato mondo della celluloide solo da spettatore, ma come tutti gli studenti universitari durante il ventennio, era obbligatoriamente iscritto ai Gruppi Universitari Fascisti (GUF). E fu proprio il GUF di Roma ad organizzare per i suoi iscritti una visita guidata agli studi di posa di Cinecittà, orgoglio e vanto del regime fascista. In quel periodo si stavano girando le scene di massa dell’assedio e necessitavano individui di eccezionale bruttezza per dimostrare anche visivamente l’abbrutimento fisico e morale dei “rossi” spagnoli. Il giovane Giulio, magro, occhialuto e con una gobba incipiente, fu subito notato nella massa dei suoi camerati universitari e reclutato all’istante come comparsa. Gli misero un fazzoletto rosso al collo, uno schioppo in mano e lo buttarono fra gli altri figuranti. Alla fine della giornata fu regolarmente pagato e per scherzo si fece anche fotografare con gli abiti di scena mentre salutava a pugno chiuso davanti a un pezzo di muro con W IL COMUNISMO! Tracciato a caratteri cubitali con vernice rossa. Purtroppo a quanto pare tale prezioso reperto fotografico non è stato mai pubblicato.