Ciao a tutti.

Presento l’album fotografico di un caporalmaggiore, e poi sergente, del 60° Reggimento Artiglieria d’Africa “Granatieri di Savoia”.

AOI - CopertinaR 091.jpgAOI - Pag 1R 815.jpg
la copertina e la prima pagina dell'album

L’album contiene 237 fotografie saldamente incollate su 36 pagine, ed una foto sciolta. Nel tempo sono state asportate 5 fotografie.
Le fotografie, in bianco e nero, sono di piccole e medie dimensioni, di qualità medio/scarsa, prive di didascalia visibile. Qualcosa dietro le foto c’è scritto, lo posso intravvedere in quelle poche foto che sono incollate non completamente, ma preferisco non staccarle.

AOI - Pag 4 - foto 20R 838.jpg
in questa foto, con i gradi da caporalmaggiore, e nelle due seguenti, il protagonista dell'album

AOI - Pag 9 - foto 52R 875.jpg

AOI - Pag 16 - foto 93R 923.jpg
con i gradi da sergente, sulla nave forse di ritorno in Italia

Purtroppo non ci sono elementi tali da poter identificare il sottufficiale. Di lui vi sono poche fotografie da civile precedenti e successive al servizio militare, delle immagini da soldato alcune vennero scattate in Italia e quasi tutte in Africa.
Sono altresì presenti diverse immagini cosiddette “commerciali”, che vennero scattate in Africa da fotografi professionisti e vendute come ricordo ai soldati Esse trattano di soggetti militari, etnici e paesaggistici e sono di ottima qualità, in parte riconoscibili da un numerino visibile nella parte inferiore. Quelle presenti nell’album sono, a mio avviso, comunque assai rare ed interessanti.

Medaglia 60 Regg. Artiglieria.jpg
dal web, la foto di una medaglia commemorativa del 60° Reggimento Artiglieria d'Africa "Granatieri di Savoia".

Indubbia l’identificazione dell’unità in cui servì il nostro caporalmaggiore e poi sergente. Che si trattasse di un reparto di artiglieria era evidente. Le foto 168 e 183 hanno consentito l’attribuzione alla 3. Batteria, 60° Reggimento Artiglieria d’Africa “Granatieri di Savoia”, composto dal 1° e 2° Gruppo di obici da 65/17 (nel numero di 12 per ogni gruppo), dipendente dalla 65^ Divisione di Fanteria “Granatieri di Savoia”.

AOI - Pag 27 - foto 168R 011.jpg
il protagonista dell'album davanti al cippo della 3. Batteria, 60° Reggimento Artiglieria.

AOI - Pag 29 - foto 183R 028.jpg
il caporalmaggiore appoggiato alla colonna all'ingresso della caserma in Africa del 60° Reggimento Artiglieria d'Africa, I. Gruppo.

La Divisione Granatieri di Savoia si costituì a Littoria (Latina) il 12 ottobre 1936 e assunse alle dipendenze organiche la Brigata Granatieri di Savoia (10° e 11° Reggimenti Granatieri), il Battaglione Mitraglieri Divisionale e il 60° Reggimento Artiglieria da Campagna su due gruppi da 65/17. Nel Novembre del 1936 venne trasferita a Addis Abeba capitale dell' Africa Orientale Italiana (A.O.I.). Non fu quindi impiegata nella seconda Guerra di Etiopia terminata pochi mesi prima.

65a_Divisione_Fanteria_Granatieri_di_Savoia.png
dal web, il simbolo della 65^ Divisione di Fanteria "Granatieri di Savoia".

Dal novembre 1936 al 10 giugno 1940 le unità della divisione vennero impiegate in operazioni di rastrellamento del territorio dello Scioà, a difesa della cinta fortificata di Addis Abeba da attacchi di guerriglieri ed a protezione della linea ferroviaria Addis Abeba-Gibuti. In particolare, nel 1938, partecipò con alcuni reparti ad operazioni di grande polizia coloniale nella Regione del Nilo Azzurro, a Debra Sina, a Sendafè, ad Addis Alem. Nel 1940 all’inizio della WW2 in terra d’Africa, la 65^ Divisione si trovò ancora di presidio alla zona di Addis Abeba. Dal 17 aprile al 17 maggio 1941 il 60° Reggimento Artiglieria, nel gruppo di circa 7.000 soldati del Regio Esercito al comando del Duca d’Aosta, prese parte alla seconda Battaglia dell’Amba Alagi.

Come si vedrà il nostro caporalmaggiore/sergente fu testimone, o forse compartecipe, alla cosiddetta “Strage di Addis Abeba” tra il 19 ed il 21 febbraio 1937, la rappresaglia conseguente all’attentato al Vicerè d’Etiopia Rodolfo Graziani. Infatti nell’album ne sono presenti alcune foto, seppur di qualità pessima.

Saluti, Giovanni