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Discussione: Fotoalbum di un artigliere nella Guerra di Etiopia.

  1. #1
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    Fotoalbum di un artigliere nella Guerra di Etiopia.

    Ciao a tutti.

    L’album fotografico di un soldato semplice, un artigliere, nella seconda Guerra di Etiopia 1935-36.

    L’album è di recupero, vennero staccate le immagini originali (arti grafiche - campionario di incarti per caramelle) ed incollate le foto del nostro artigliere in modo assai grossolano: tutti gli spazi riempiti ed anche foto sovrapposte. Pertanto non vi sono didascalie leggibili.

    AOI - CopertinaR 095.jpg

    AOI - Pag 6R 161.jpg
    la copertina ed una delle pagine dell'album

    Le immagini sono di media/scarsa qualità, però alcune di esse sono interessanti sotto l’aspetto storico/militare. Ci sono 153 foto in 13 pagine. Vanno dal servizio militare di leva in Italia del giovane artigliere, al probabile richiamo nella campagna di Etiopia, al periodo della Seconda Guerra Mondiale, infine alcune da civile nel dopoguerra.

    AOI - Pag 5 - foto 55R 226.jpg
    l'artigliere protagonista dell'album è il secondo da sinistra in questa foto, ed il primo a destra in quella che segue

    AOI - Pag 9 - foto 103R 208.jpg
    anche il questa foto si nota il numero "1" nel fregio metallico della bustina

    L’artigliere, rimasto tale senza promozioni per tutto il suo servizio militare, probabilmente si chiamò Antonio “Toni” Costa (Toni lo ritengo il diminutivo di Antonio), come da dedica manoscritta sulla foto 152 di pag.13 incollata al termine dell’album, donatagli assieme ad altre foto analoghe da un atleta di salto in alto.

    AOI - Pagina 13 - foto 151R.jpg
    la bandiera indica il periodo della foto

    AOI - Pagina 13 - foto 152R.jpg
    la dedica: "A Toni Costa con affetto. Mar......"

    Del presunto Antonio Costa non risultano ulteriori informazioni, neppure sulla sua località di residenza. Dalla foto nr. 18 di pagina 2, scattata nella campagna di Etiopia (come sulla precedente foto nr. 103), sul fregio da artigliere del berretto è visibile il nr. “1” che dovrebbe corrispondere al 1. Reggimento Artiglieria Pesante Campale di Corpo d’Armata. Sulla foto 24 di pagina 2 viene indicato il 3. Corpo d’Armata Africa Orientale del Generale Ettore Bastico.

    AOI - Pag 2 - foto 18R 306.jpg
    di nuovo il numero "1" sul fregio metallico della bustina, l'artigliere protagonista dell'album è il secondo da destra in piedi. (cliccarci sopra due volte per ingrandire la foto)

    AOI - Pag 2 - foto 24R 121.jpg
    il 3° Corpo d'Armata nella nota sulla foto: "Truppa del 3° C.A. guado sul Ghevà - Tembien -"

    La pubblicazione prosegue.

    Saluti, Giovanni.

  2. #2
    Utente registrato L'avatar di weber
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    Grazie per la condivisione foto simpatiche

  3. #3
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    Ciao a tutti e grazie a Weber.

    Il nr. "1" citato nel primo post è sui fregi non metallici di artigliere delle bustine.

    Inizio con le foto del nostro artigliere Antonio "Toni" Costa durante il servizio militare di leva, ritengo nei primi anni '30 dello scorso secolo:

    AOI - Pagina 12 - foto 146R.jpg

    AOI - Pag 9 - foto 109R 214.jpg
    qui è il primo a destra, comunque sempre facilmente riconoscibile

    AOI - Pag 10 - foto 117R 253.jpg

    AOI - Pag 10 - foto 128R 266.jpg
    il primo a destra, scherza con la pistola lanciarazzi tipo Very

    AOI - Pag 9 - foto 108R 213.jpg
    al centro

    AOI - Pag 9 - foto 110R 215.jpg

    AOI - Pag 10 - foto 118R 255.jpg
    è a cavallo

    AOI - Pag 10 - foto 119R 257.jpg
    secondo da destra in prima fila, sulla sua spallina è ben visibile il nr. 2. Il primo commilitone a sinistra porta il nr. 10 sulla spallina e sul fregio metallico del berretto sembra il nr. 1, il secondo il nr. 8 sulla spallina.

    AOI - Pag 10 - foto 122R 260.jpg
    tre suoi commilitoni

    AOI - Pag 11 - foto 134R 273.jpg

    AOI - Pag 11 - foto 133R 272.jpg

    AOI - Pag 11 - foto 142R 281.jpg
    all'avviamento a manovella, ultimo a destra

    La pubblicazione prosegue.

    Saluti, Giovanni

  4. #4
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    Ciao a tutti.

    Ulteriori foto dall'album dell' artigliere Antonio Costa, qui richiamato per la Guerra di Etiopia 1935-36.
    Come tanti altri soldati, diverse foto ricordo vennero scattate in prossimità dei carri armati e degli aerei ampiamente utilizzati dalle Regie Forze Armate nel conflitto.

    AOI - Pag 11 - foto 132R 271.jpg

    AOI - Pag 10 - foto 121R 259.jpg
    Nelle due foto l’artigliere Antonio Costa davanti al Biblano IMAM Ro.1 della 34a Squadriglia Africa Orientale

    La 34ª Squadriglia AO da osservazione terrestre della Regia Aeronautica il 24 luglio 1935 sbarcò a Massaua nell'ambito della Guerra d'Etiopia. Ai primi di agosto il montaggio degli aerei venne terminato e nei giorni successivi i velivoli vennero collaudati. Il reparto partecipò fin dall’inizio alle operazioni belliche con 8 IMAM Ro.1 inquadrata nel I Gruppo aeroplani di ricognizione tattica.
    All'8 settembre 1935 andò nel Gruppo aeroplani da osservazione aerea (RT) di Asmara. Al 15 gennaio 1936 all'Aeroporto di Macallè nel I Gruppo dello Stormo aeroplani da ricognizione tattica. Dal 15 luglio 1936 dipese dal I Gruppo da RT di Addis Abeba del Comando d’aeronautica in Africa Orientale Italiana.

    L'IMAM Ro.1, precedentemente commercializzato come Romeo Ro.1 o OFM Ro.1, fu un aereo da ricognizione e bombardamento monomotore biplano prodotto dall'azienda italiana Officine Ferroviarie Meridionali (OFM), diventata poi "Industrie Meccaniche e Aeronautiche Meridionali" (IMAM). Si trattava di una versione prodotta su licenza del Fokker C.V-E, un biplano da ricognizione e bombardamento olandese degli anni venti-trenta. L’IMAM Ro.1 venne utilizzato dalla Regia Aeronautica dal 1926 all’inizio della WW2.

    AOI - Pag 6 - foto 68R 169.jpg

    AOI - Pag 7 - foto 77R 325.jpg
    Nelle due foto il bombardiere Caproni Ca.133 della 61^ Squadriglia.

    Il Caproni Ca.133 era un aereo da trasporto multiruolo trimotore e monoplano ad ala alta sviluppato dall'azienda aeronautica italiana Aeronautica Caproni nei primi anni trenta del XX secolo, impiegato in servizio civile nella compagnia aerea Ala Littoria e nelle versioni belliche principalmente come aereo da trasporto tattico, bombardiere e aereo da collegamento. Aereo coloniale italiano di riferimento la "Caprona", così soprannominato affettuosamente dai suoi equipaggi, venne impiegato sia durante la Guerra d'Etiopia che nella Seconda guerra mondiale. Benché le sue caratteristiche e la sua bassa velocità massima lo rendessero vulnerabile per le esigenze di una guerra moderna, venne utilizzato con buoni profitti nel teatro dell' Africa Orientale Italiana e al seguito dei reparti di caccia in Unione Sovietica e sui Balcani.

    La 61ª Squadriglia della Regia Aeronautica rinacque, dopo la WW1, presso l’Aeroporto di Ferrara-San Luca il 1º settembre 1935. Il 9 dicembre il reparto andò all’aeroporto di Ciampino Sud nell'ambito della Guerra d'Etiopia. Il 14 febbraio iniziò lo spostamento a Capodichino, il 19 febbraio salpò da Napoli, il 26 arrivò a Massaua. L'unità si spostò ad Asmara (oggi Aeroporto Internazionale di Asmara) da dove iniziò ad operare il 13 marzo 1936 inquadrata nel XLIX Gruppo aeroplani bombardamento diurno del 14º Stormo. Al 1º ottobre 1936 fu nel XLIX Gruppo autonomo del Comando settore aeronautico nord di Asmara con aerei Caproni Ca.101 e Caproni Ca.133.

    AOI - Pag 9 - foto 104R 209.jpg
    Velivolo Caproni Ca.111. Potrebbe trattarsi della 18^ Squadriglia.

    Il Caproni Ca.111 fu un monomotore per ricognizione lontana, ad ala alta prodotto dall'azienda italiana Aeronautica Caproni negli anni trenta. Pensato per missioni di ricognizione e bombardamento, venne utilizzato dalla Regia Aeronautica inizialmente durante la campagna di Etiopia e successivamente nella seconda guerra mondiale, utilizzato perlopiù con compiti logistici anche se partecipò ad azioni anti-partigiani in Jugoslavia. Il prototipo fece il suo primo volo con Mario de Bernardi nel febbraio 1932. Del Caproni Ca.111, realizzato in due varianti: munito di carrello oppure idrovolante (25 esemplari), furono ideate anche versioni da trasporto passeggeri. L'ultimo esemplare venne consegnato nel luglio 1936.

    La 18ª Squadriglia nascque sull’Aeroporto di Poggio Renatico il 22 luglio 1935 con 5 Caproni Ca.111. Il 22 agosto partì la Giuseppe Miraglia (nave) che portò il reparto a Massaua nell'ambito della Guerra d'Etiopia. Tra il 29 e il 30 agosto il personale arrivò a destinazione. Il 20 settembre l'unità andò all'Aeroporto di Assab. Il 1º ottobre la squadriglia fu operativa per prendere parte alle prime operazioni belliche inquadrata nel XXVII Gruppo Bombardamento dell’8º Stormo. Al 15 gennaio 1936 fu a Gura (Eritrea). Al 1º ottobre 1936 nel XXVII Gruppo autonomo del Comando settore aeronautico nord di Asmara dell' Africa Orientale Italiana. Il 13 settembre 1937 sganciò 4 bombe C500T all'Iprite sulla Zona Sakalà, il 13 ottobre successivo 4 su Nord presidio Yaneya ed il 19 ottobre 1937 4 su Valle Semeceu. (fonte Wikipedia)

    AOI - Pag 1 - foto 11R 222.jpg

    AOI - Pag 6 - foto 72R 245.jpg
    il nostro protagonista davanti al Carro Veloce CV-33 ed in altre foto che seguono

    AOI - Pag 7 - foto 82R 326.jpg

    AOI - Pag 6 - foto 66R 167.jpg

    AOI - Pag 6 - foto 61R 238.jpg

    AOI - Pag 3 - foto 29R 313.jpg

    AOI - Pag 1 - foto 9R 105.jpg

    AOI - Pagina 12 - foto 147R.jpg

    Il CV 33, abbreviazione della dicitura completa Carro Veloce 33, fu un carro armato leggero italiano sviluppato tra le due guerre mondiali come miglioramento del CV 29, a sua volta una copia fedele del tankette Carden-Loyd Mk VI, acquistato dal Regno Unito. Il carro veloce fu un mezzo leggerissimo impiegato dalle truppe celeri (cavalleria e bersaglieri) e corazzate del Regio Esercito. Tra il 1935 e il 1936 numerosi squadroni di carri leggeri presero parte alle operazioni militari che portarono alla conquista italiana dell'Etiopia.

    Il cognome “Prestinari” sulla fiancata del carro significa che il mezzo venne intitolato alla MOVM il Maggiore Marcello Prestinari (Casalino, 1847 – Asiago, 10 giugno 1916).
    Stessa cosa per il cognome “Prato”: MOVM il Maggiore PRATO Leopoldo Cesare, nacque a Pamparato di Cuneo il 3 febbraio 1845 e morì in combattimento ad Adua il 1° marzo 1896.
    Il Cognome “Toselli”: MOVM il Maggiore Pietro Toselli (Peveragno, 22 dicembre 1856 – Amba Alagi, 7 dicembre 1895) che perse la vita durante il conflitto italo-etiopico combattendo contro l'esercito del negus Menelik II per difendere la postazione italiana sull'altipiano dell'Amba Alagi.

    E' raro trovare le foto dei caduti nella Guerra di Etiopia su questi album, non sono un ricordo piacevole, ma l' artigliere Antonio Costa fa eccezione sull'argomento:

    AOI - Pag 2 - foto 22R 119.jpg

    AOI - Pag 2 - foto 19R 307.jpg
    le prime due foto riguardano chiaramente caduti italiani, pietosamente ricomposti e coperti, in attesa della sepoltura

    AOI - Pag 4 - foto 42R 235.jpg
    Ascari al trasporto di un caduto, o di un ferito

    AOI - Pag 4 - foto 41R 140.jpg
    dai lineamenti sembrerebbe un caduto italiano, poi spogliato dell'uniforme

    AOI - Pag 8 - foto 96R 336.jpg

    AOI - Pag 8 - foto 97R 335.jpg
    due foto di caduti abissini

    Le tre foto che seguono sono del Forte Galliano a Macallè (Tigrai - Etiopia) sulla cima del colle e, in primo piano, del cimitero dei caduti italiani nella Battaglia dell'Endertà (10-19 febbraio 1936) e della Guerra di Etiopia in generale:

    AOI - Pag 1 - foto 7R 103.jpg

    AOI - Pag 3 - foto 26R 124.jpg

    AOI - Pag 5 - foto 49R 149.jpg
    probabilmente i resti dei caduti nella prima Guerra di Etiopia 1895-96.

    La pubblicazione prosegue.

    Saluti, Giovanni

  5. #5
    Utente registrato L'avatar di stefano c
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    molto interessanti e ben commentate

  6. #6
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    Mi associo nei ringraziamenti per queste foto che non sono usuali e molto ben commentate.
    sven hassel
    duri a morire

  7. #7
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    Ciao a tutti.
    Grazie a Stefano C. e Sven.

    Proseguo con le foto dall'album dell' artigliere Antonio Costa, nella seconda Guerra d'Etiopia.

    Del viaggio in nave vi sono solo questi tre scatti:

    AOI - Pag 2 - foto 20R 117.jpg
    l' artigliere Costa a destra

    AOI - Pag 11 - foto 140R 279.jpg

    AOI - Pag 8 - foto 100R 204.jpg

    Alcune immagini con pezzi di artiglieria:

    AOI - Pag 1 - foto 1R 298.jpg

    AOI - Pag 1 - foto 5R 101.jpg

    AOI - Pag 1 - foto 10R 221.jpg

    AOI - Pag 6 - foto 67R 241.jpg

    AOI - Pag 10 - foto 129R 267.jpg

    Ulteriori scene del conflitto. Di scarsa qualità, ma sicuramente originali ed inedite:

    AOI - Pag 7 - foto 74R 247.jpg

    AOI - Pag 5 - foto 56R 227.jpg

    AOI - Pag 5 - foto 50R 225.jpg

    AOI - Pag 3 - foto 28R 126.jpg

    AOI - Pag 5 - foto 51R 231.jpg
    AOI - Pag 2 - foto 14R 302.jpg

    AOI - Pag 9 - foto 111R 216.jpg

    Nelle tre foto che seguono i soldati delle bande irregolari alleate col Regio Esercito nella Guerra di Etiopia alle prese con la preparazione e la cottura della tradizionale "burgutta", l'impasto di farina di "dura", un cereale locale, con acqua e sale:

    AOI - Pag 8 - foto 88R 192.jpg

    AOI - Pag 6 - foto 63R 240.jpg

    AOI - Pag 4 - foto 45R 144.jpg

    Nelle due foto che seguono guerrieri Azebò Galla, probabilmente marchiati a fuoco dai loro avversari di sempre, gli Amhara (etnia al tempo dominante in Etiopia):

    AOI - Pag 3 - foto 25R 312.jpg

    AOI - Pag 5 - foto 52R 152.jpg

    Gli Azebo Galla sono un'etnia appartenente al gruppo Oromo, insediatisi nella parte settentrionale dell'acrocoro etiopico probabilmente nel corso del XVI secolo. Noti come combattenti determinati e feroci e tradizionali avversari degli Amhara, nel corso della guerra italo-etiopica del 1935-36 si allearono con gli italiani, tra l'altro partecipando alla Battaglia di Mai Ceu dove riportarono 1600 caduti. Con la nascita dell' Africa Orientale Italiana gli Azebo Galla furono inglobati nella colonia Eritrea, andando a costituire un Commissariato col nome di Paese dei Galla e con capoluogo la cittadina di Allomatà, che si trova sulla strada Asmara-Addis Abeba. Nel 1942 gli Azebo Galla si sollevarono contro le truppe britanniche che occupavano l'A.O.I., ancora una volta a fianco degli italiani, e le loro azioni di guerriglia durarono a lungo costituendo una minaccia alle comunicazioni militari inglesi sulla direttrice Dessiè-Macallè.

    La pubblicazione prosegue.

    Saluti, Giovanni

  8. #8
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    Come accennato dall'amico Giovanni vi sono tanti bei particolari interessanti. Intanto mi sembra di vedere che lo colonne fossero composte di soldati di vari reparti ( direi di vedere un carabiniere e un Alpino con gli artiglieri).
    In un'altra foto si vede un soldato con in Spalla un contenitore per liquidi.
    Vista la mia ignoranza in materia sarei inoltre grato a chi mi potesse indicare i due diversi modelli di cannone che so possono vedere nell'ultimo lotto di foto.
    Grazie
    sven hassel
    duri a morire

  9. #9
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    Ciao a tutti.

    I guerrieri Azebo Galla raffigurati nelle due foto di cui al precedente post, vennero marchiati con la cosiddetta “maschera di fuoco”, un trattamento barbaro inflitto ai cosiddetti traditori, o presunti tali, dai membri dell’etnia avversaria Ahmara, al tempo dominante in Etiopia. Gli Azebo Galla, nella Guerra di Etiopia, colsero l’occasione dell’alleanza con l’Italia per vendicarsi nei confronti degli Amhara.

    La seguente foto 17, sempre pubblicata sull’album dell’ artigliere Antonio Costa, e senza didascalia, raffigura tre alte autorità etiopi, ed una donna. Con l’aiuto esterno ho identificato i tre uomini, anche se non vi è certezza assoluta. Da sinistra verso destra:

    AOI - Pag 3 - foto 27R 125.jpg

    Ras Cassa Darghiè (1881 – Addis Abeba, 1956) un aristocratico e militare dell'Impero abissino, capo dello Scioa Occidentale e del Lasta. Cugino del Negus Hailé Selassié. Benché fosse più uomo di chiesa che uomo di guerra, durante la guerra italo-etiope comandò il fronte dell'estremo nord assieme al ras Sejum e il ras Immirù. Riportò alcune piccole vittorie nel territorio del Tembien. Nei pressi di Addi-Abbi, nel Tembien, l'armata del ras Cassa sconfisse gli italiani, impossessandosi di mitragliatrici ed altro materiale bellico. Si accampò con la sua armata nella zona di Macallè. Fu sconfitto da Badoglio durante la seconda battaglia del Tembien a causa della superiorità in armamenti e l'impiego massiccio di gas mortali, iprite in particolare, da parte degli italiani.
    Ras Mulugeta Yeggazu, noto anche come Mulughieta o Mulughietà (... – Amba Aradam, 27 febbraio 1936), fu un ras dell'Etiopia. Fu più volte governatore di varie province etiopiche, fu dignitario di Menelik II e ricoprì negli anni diversi incarichi ministeriali. Ricoprì la carica di Ministro della Guerra durante il regno del negus Hailé Selassié. Durante la guerra italo-etiope, Mulughietà guidò un'armata (la più imponente del fronte nord) nella regione dell'Endertà e venne sconfitto nella celebre battaglia del'Amba Aradam contro le divisioni italiane dirette dal maresciallo Pietro Badoglio, il 19 febbraio 1936, dopo giorni di bombardamenti anche con l'iprite. Morì dieci giorni dopo, durante la ritirata, ucciso dai guerriglieri Azebo Galla mentre vegliava il figlio, che era stato ucciso poco prima dagli stessi.
    Dejazmacht Haile Selassie Gugsà (1907-1985) fu un comandante dell'esercito e un membro della famiglia imperiale del etiope dell'Impero da Tigray. Haile Selassie Gugsa era il figlio di Leul Ras Gugsa Araya Selassie . Gugsa Araya Selassie era lo Shum della provincia orientale del Tigray, nonché il pronipote dell'imperatore Yohannes IV . Nell'aprile 1932, Gugsa Araya Selassie morì e Haile Selassie Gugsa lo sostituì come Shum del Tigray orientale con il titolo di Dejazmatch. Il 3 ottobre 1935, come Dejazmatch, Haile Selassie Gugsa fu il comandante nel settore Mek'ele quando gli italiani invasero l'Etiopia. Il 10 ottobre, Haile Selassie Gugsa si avvicinò agli italiani che avanzavano e annunciò la sua sottomissione al dominio italiano. Gli italiani rilasciarono immediatamente le fotografie di Haile Selassie Gugsa che partecipava ai consigli di guerra con il comandante italiano sul fronte settentrionale, il generale de Bono. Nel 1941, verso la fine della liberazione dell'Africa Orientale Italiana da parte delle forze britanniche, del Commonwealth ed etiopi degli Arbegnoch (partigiani), Haile Selassie Gugsa fu temporaneamente posto al potere nel Tigray dagli inglesi. Sorpreso in corrispondenza con gli italiani, venne rimosso ed imprigionato ad Asmara dagli inglesi. Il governo dell'imperatore Haile Selassie I ritornato al potere, si rivolse all'amministrazione britannica, elencò i crimini e il tradimento di Haile Selassie Gugsa, e richiese la sua estradizione. Nel 1946, dopo continue richieste di estradizione, Haile Selassie Gugsa fu restituito agli etiopi. Nel 1947 fu processato e dichiarato collaboratore fascista e traditore. Haile Selassie Gugsa si affidò alla misericordia dell'Imperatore. Di conseguenza, la sua condanna a morte venne commutata in ergastolo. Fu posto agli arresti domiciliari a Gore e poi ad Ambo per ventotto anni. Il suo titolo onorifico di Ras fornito dall'Italia non fu riconosciuto e tornò al suo vecchio titolo di Dejazmach. Nel 1974, il Derg ha rovesciato la monarchia etiope e Dejazmach Haile Selassie Gugsa è stato liberato. Tuttavia, anche dopo il suo rilascio, il Derg continuò a considerarlo un collaboratore fascista e un traditore del suo paese. Haile Selassie Gugsa è rimasto agli arresti domiciliari ad Ambo, nell'Etiopia occidentale. Haile Selassie Gugsa morì all'inizio del 1985.

    Ulteriori foto dall’album dell’ artigliere Antonio Costa. Le seguenti ritengo riguardino guerrieri Azebo Galla alleati con gli italiani:

    AOI - Pag 9 - foto 113R 218.jpg
    in primo piano a destra in basso un ferito, forse un prigioniero

    AOI - Pag 9 - foto 107R 212.jpg

    AOI - Pag 8 - foto 87R 191.jpg

    AOI - Pag 6 - foto 64R 165.jpg

    AOI - Pag 5 - foto 59R 229.jpg

    AOI - Pag 3 - foto 35R 319.jpg

    AOI - Pag 3 - foto 34R 318.jpg

    AOI - Pag 2 - foto 16R 304.jpg

    AOI - Pag 1 - foto 8R 104.jpg

    AOI - Pag 10 - foto 126R 264.jpg

    Alcune immagini di vita locale:

    AOI - Pag 9 - foto 106R 211.jpg

    AOI - Pag 9 - foto 105R 210.jpg

    AOI - Pag 8 - foto 101R 205.jpg

    AOI - Pag 5 - foto 58R 158.jpg

    AOI - Pag 4 - foto 46R 145.jpg

    AOI - Pag 3 - foto 36R 320.jpg

    AOI - Pag 3 - foto 30R 314.jpg

    AOI - Pag 9 - foto 112R 217.jpg

    La pubblicazione prosegue.

    Saluti, Giovanni

  10. #10
    Utente registrato L'avatar di weber
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    Grazie ancora per l'interessante album fotografico, interessante notare come a quei tempi si passasse dalla drammaticità della morte alla normalità della vita quotidiana

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