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Discussione: Ontwerp 203, un biplano Fokker D.VII progettato su misura per Goering nel 1940

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    Utente registrato L'avatar di storiaememoriagrigioverde
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    Ontwerp 203, un biplano Fokker D.VII progettato su misura per Goering nel 1940

    Stabilitosi in Germania nel 1910 per lavoro, il suddito olandese Anthony Fokker dal 1915 in avanti progettò e realizzò monoplani, biplani e triplani per la Fliegertruppe tedesca presso la “Fokker Flugzeug Werke GmbH” di Schwerin e su licenza tramite la “Manfred Weiss” di Budapest anche per le aviazioni austroungarica, bulgara e turca. Dopo l’armistizio del novembre 1918 per sfuggire allo smantellamento delle industrie belliche sancito dal diktat di Versailles, Fokker chiuse la fabbrica in Germania e trasferì via treno impianti, materie prime, pezzi di ricambio e tecnici aeronautici tedeschi nella neutrale Olanda. Costituendo ad Amsterdam il 21 luglio 1919 una nuova società denominata “NV Nederlandsche Vliegtuigenfabriek Fokker” inizialmente produsse copie conformi dei modelli bellici. Tra essi senza dubbio il più apprezzato fu il caccia biplano Fokker D.VII, tanto che esemplari ex tedeschi di preda bellica prestarono servizio negli anni venti nelle aviazioni di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, Ungheria, Finlandia, Polonia e Unione Sovietica. Anche gli olandesi conoscevano bene il Fokker D.VII e negli ultimi due anni della Grande Guerra ne ebbero in servizio tre esemplari ex tedeschi, inizialmente internati dopo essere atterrati per errore in territorio neutrale. Essi furono utilizzati per la difesa dello spazio aereo fino al termine delle ostilità, con le coccarde arancioni e le matricole F227, F228 ed F229. Una volta ripresa l’attività nel suo paese di origine, nel 1919 Fokker produsse non meno di 20 D.VII nuovi di fabbrica per il regio corpo aereo militare olandese Luchtvaartafdeling (LVA) ed altri 21 per il servizio aereo della regia marina olandese Marine Luchtvaart Dienst (MLD) ottenendo la protezione del governo contro le accuse di complicità col “militarismo prussiano”. Ciò non deve stupire in quanto dal 1918 nonostante pressioni diplomatiche inglesi e francesi la regina olandese Guglielmina ospitò Guglielmo II in esilio, proteggendolo dai vincitori che intendevano processarlo e giustiziarlo come “criminale di guerra”. In realtà l’ex imperatore tedesco rimase poi indisturbato in Olanda e vi morì di morte naturale nel 1941, formalmente rispettato anche dagli occupanti nazisti nonostante la sua nota avversione verso il plebeo Hitler. A causa dei continui tagli al bilancio della difesa i D.VII olandesi rimasero in servizio attivo per quasi un decennio venendo sostituiti solo nel 1927 da nuovi modelli Fokker, ditta ormai “sdoganata” politicamente grazie al successo internazionale dei trimotori ad ala alta tipo F.VII adottati nel trasporto passeggeri in quegli anni dalle compagnie aeree di tutto il mondo (inclusa la nostra Ala Littoria). Nel 1940 subito dopo la rapida violazione tedesca della neutralità olandese e relativa occupazione militare, Hermann Goering visitò gli impianti della Fokker a Schipol per valutarne le possibili utilizzazioni a favore dello sforzo bellico nazista insieme al tedesco Rehinold Platz, ex disegnatore aeronautico di Fokker. Scorgendo la fusoliera di un vecchio D.VII olandese preservata all’ingresso della fabbrica, il Reichmarschall (che da giovane aveva volato su quel modello di aereo) si rivolse impulsivamente al suo accompagnatore ordinando che gliene costruissero senza indugio uno nuovo, in quanto intenzionato a pilotarlo personalmente su Londra durante la futura parata aerea della vittoria. In conseguenza, per tutta quella estate la Fokker si impegnò su progetto e fabbricazione del velivolo, indicato col nome in codice “Progetto Ontwerp 203” che nelle intenzioni di S.W. Seekatz, responsabile vendite della Fokker, avrebbe dovuto essere un dono dei collaborazionisti olandesi per il compleanno del gerarca nazista. L’aereo era una replica moderna del D.VII prodotta con le stesse tecniche degli anni dieci ma con i materiali migliori disponibili negli anni quaranta e mantenendone inalterato l’aspetto esteriore. Biplano monoposto a costruzione mista (ali in legno, fusoliera e superfici mobili in tubi di acciaio ricoperti di tela), differiva dall’originale nel motore Argus usato su molti aerei da collegamento della Luftwaffe, negli strumenti di navigazione del cruscotto e nell’aggiunta di una radio ricetrasmittente (ovviamente assente in origine). Siccome Goering negli anni era molto ingrassato in conseguenza della sua tossicodipendenza, la fusoliera dell’Ont. 203 dovette essere allargata e irrobustita per alloggiare un moderno seggiolino metallico e relativo paracadute regolamentare tedesco, il tutto tarato per un pilota di oltre 90 chili, peso teorico dichiarato dal vanitoso gerarca (che in realtà sfiorava i 120 chili). Da maggio a luglio del 1940 un gruppo di operai specializzati scelti tra i maggiormente affidabili dal punto di vista politico si mise al lavoro, ma nel frattempo la Battaglia d’Inghilterra rese necessario sfruttare le risorse della Fokker in riparazioni e manutenzioni per la Luftwaffe. E non potendo sprecare materiale e manodopera nel giocattolo di Goering, il progetto fu abbandonato definitivamente. Non esistono foto o piani costruttivi dettagliati dell’Ont. 203 tranne il disegno di massima, in quanto gli archivi della Fokker leggermente danneggiati durante il conflitto da un bombardamento inglese, furono deliberatamente mandati al macero nel 1946 forse nel tentativo di celare al legittimo governo monarchico rientrato da Londra la vera entità della collaborazione della ditta con la potenza occupante.
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    CHISSA' A QUALE DI QUESTI ALBERI CI IMPICCHERANNO?

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