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Discussione: Forte Montecchio nord.

  1. #1
    Utente registrato L'avatar di daniele1955
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    Forte Montecchio nord.

    Prime aperture stagionali per poter visitare il Forte di Montecchio nord, posto sull’omonimo promontorio
    nella punta nord del lago di Como/Lecco in comune di Colico, il periodo migliore per visitarlo.
    Incastonato in una delle quattro colline rocciose proprio con lo scopo di renderlo più sicuro e poco visibile
    è considerato a pieno titolo uno dei forti meglio conservati d’Europa grazie anche al fatto che venne utilizzato
    fino agli anni 70 dall’Esercito come polveriera e per questo sempre sottoposto a manutenzione.
    Posizionato strategicamente proprio sulla confluenza della Valchiavenna e della Valtellina, i due possibili corridoi
    che avrebbero potuto usare le truppe Austroungariche durante la prima guerra mondiale sbarrando l'accesso
    ad una delle più importanti porte d'accesso a Milano ed alla Pianura Padana.
    Il forte fu edificato tra il 1912 e il 1914, nell'ambito della Frontiera Nord, il sistema difensivo italiano verso la Svizzera
    impropriamente noto come "Linea Cadorna” .
    Dotato di batteria formata da quattro pezzi da 149G con una gittata di 14 km e protette da un parapetto in cemento
    la struttura è formata da due blocchi distinti, nel primo troviamo le quattro artiglierie,
    e un ricovero destinato agli alloggi della truppa collegati da un camminamento coperto di circa 140 m di lunghezza.
    L'area destinata al ricovero, ricavata grazie al parziale sbancamento di una parte della collina, era l’unico locale riscaldato
    in grado di ospitare circa 40 uomini e altrettante brandine e armadietti per gli effetti personali .
    La seconda frazione della struttura è divisa in quattro diversi locali: il primo fu originariamente destinato alla fureria,
    mentre nel secondo trovava posto il locale comando con una mappa murale rappresentante il territorio interessato
    da eventuali operazioni militari nel settore del forte.
    Il terzo locale venne utilizzato come infermeria e in seguito come alloggio dei comandanti del forte e dove trovava posto
    una pompa per l'acqua potabile. Il quarto locale fu invece utilizzato come armeria
    come si può intuire dalla rastrelliera ancora presente.
    Il tutto fortificato con spessi muri di calcestruzzo armato e pietra
    che variano tra 1,50 m ai 2 m di spessore, inoltre i lati nord, est e ovest sono protetti dalla collina stessa in cui la struttura si incastra.

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  2. #2
    Utente registrato L'avatar di Doppeladlerkorb
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    Grazie Daniele per questo contributo molto interessante! Una fortificazione storica ovviamente molto ben conservata......
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  3. #3
    Collaboratore L'avatar di EnzoLuca
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    l'ho visitato anni fa e mi piacerebbe tornavi. Bellissimo!!
    Ciao. Enzo
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  4. #4
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    ciao a tutti! ciao Daniele1955!
    ti ringrazio tantissimo per la presentazione che hai fatto del Forte Lusardi, che visitai nei suoi primi anni di "recupero parziale" ad opera di volontari prima di essere "assorbito" dal Museo della Guerra Bianca.
    Da appassionato per diletto di artiglierie e fortificazioni (entro ben determinati settori) apprezzo anche questo periodo dell'artiglieria italiana in quanto lungo la linea di confine con lo stato in cui vivo vi sono molte postazione di vario genere. Se è facile trovarne i resti è più difficile trovare testi tecnici esaustivi! In ogni caso:
    Dotato di batteria formata da quattro pezzi da 149G con una gittata di 14 km e protette da un parapetto in cemento
    mi sa che la denominazione del pezzo e la descrizione della struttura fa riferimento alla batteria a cielo aperto (o "in barbetta" secondo la vostra denominazione) parzialmente blindata del forte Fuentes più a est...
    Li erano assegnati dei cannoni 149 G (149/23), i quali potevano anche essere sostituiti con dei 149A (149/35)
    Il forte Lusardi di Montecchio è armato con cannoni in acciaio, paragonabili ai 149A coevi ma espressamente realizzati dalla Schneider per l'impiego in cupola corazzata e quindi con affusto a deformazione. Sono quindi dei 149S (anch'essi L35). Tra l'altro è da considerare che solo due sono originali Schneider, gli altri due sono stati prodotti in Italia su licenza. Va infatti detto che il Forte (meglio: la batteria tipo Rocchi) è stata disarmato ad inizio guerra in quanto ritenuto troppo vulnerabile e riarmato solo successivamente con quanto disponibile. In effetti:
    Il tutto fortificato con spessi muri di calcestruzzo armato e pietra che variano tra 1,50 m ai 2 m di spessore, inoltre i lati nord, est e ovest sono protetti dalla collina stessa in cui la struttura si incastra
    la batteria era in realtà in calcestruzzo non armato ma blindato con cupole e feritoie in acciaio o ghisa; in roccia legata a calcestruzzo sottoroccia per le altre strutture. Le batterie tipo Rocchi erano state pensate per deviare tiri più o meno tesi e non per resistere ad impatti da precisi tiri nel secondo arco di obici o mortai di grosso calibro perfezionati in quei periodi. I 4 cannoni Schneider erano quindi stati tolti e riassegnati diverse volte ad altre postazioni meglio protette perdendo poi i riferimenti dei due pezzi al momento del riarmo a Montecchio.
    Tutto il settore, merita delle visite!

  5. #5
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    Grazie Intrac per le precisazioni.
    Spesso le riaperture di strutture costruite nel periodo 1900/1930 vengono sopravvalutate (mi riferisco alle caratteristiche tecniche di costruzione), a causa di un retaggio misto di retorica del vincitore e miti del periodo fascista.

    Io non l'ho ancora visitato, anche se ne ho letto molto. Spero di andarci al più presto possibile.

  6. #6
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    Ciao Spinger
    questo passaggio
    Tutto il settore, merita delle visite!
    era dedicato a te! Vi sono molti strutture nei paraggi da studiare. Diverse tipologie di casermette e postazioni di artiglieria (e relativi osservatori ed appostamenti) sia sottoroccia che in barbetta. Le postazioni in barbetta del citato Forte Fuentes sono state tutte e 4 munite della palpebra di blindatura, mente in una prima fase erano scoperte. Le puoi assimilare costruttivamente alla batteria 76 di sella di grumello, dove solo due su 4 piazzuole sono state munite della blindatura parziale. Anche le opere in caverna limitrofe hanno alcune similitudini con Valcuvia. È veramente ipotizzabile che parte delle cannoniere in caverna abbiano avuto modifiche di progetto per installare i cannoni 149S del forte Lusardi riciclando parte degli affusti a deformazione. Sono tutte congetture ma chissà che un giorno i locali del Forte di Montecchio non riportino una bella mostra di materiale di archivio che possa darci spiegazioni!
    Quindi riservati ben più di una giornata da dedicare a Montecchio e dintorni!!!! (tra l'altro, più avanti, dove vedi lo sperone della montagna scendere sul lago di mezzola, vi sono le gallerie di mina per occludere i passaggi sottostanti di strada e ferrovia: mi sfugge se dalle tue parti ne esistano di analoghe!)

  7. #7
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    ciao, grazie per la dedica.
    Non ho notizie di galleria di mina sulle linee ferroviarie, che passano da queste parti. Dovrò chiedere, soprattutto sul lato del Lago Maggiore, dove passa la linea di Luino e da Porto Ceresio, dove passa ora parte della linea ferroviaria del TILO.
    Comunque parlando di Forti, al forte di Vallalta ci sono due gallerie che potrebbero essere di mina. Infatti non danno un grosso apporto alla difesa del forte. Sono quella che dalla cisterna scende alla scala a chiocciola della Valletta e quella che dalla galleria dell'osservatorio del Sasso Cadrega sale alla scala a chiocciola. In entrambi i casi il sentiero di superficie è stato costruito sopra queste gallerie ed è largo poco più di 2 metri. Facendo implodere queste gallerie si taglia la possibilità di accedere al Forte da Cassano Valcuvia oppure da Duno (a seconda di quale galleria si faccia saltare).

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