Risultati da 1 a 2 di 2

Discussione: Film: La tradotta (1961)

  1. #1
    Utente registrato L'avatar di storiaememoriagrigioverde
    Data Registrazione
    Nov 2019
    Messaggi
    817

    Film: La tradotta (1961)

    Titolo italiano: La tradotta
    Titolo originale: Der transport
    Nazione: Germania Ovest
    Anno: 1961
    Regista: Jürgen Roland
    Genere: Guerra
    Durata: 90 min
    Distribuzione: EURO
    Cast: Hannes Messmer, Armin Dahlen, Peter Herzog

    TRAMA
    Nel marzo 1945 la Germania accerchiata da sovietici e angloamericani è quasi prossima al tracollo e il potere nazista sopravvive solo in lembi isolati di territorio, enclave destinate a ridursi progressivamente sotto l’inarrestabile avanzata del nemico. Ormai bastano poche ore di treno per passare dal fronte occidentale a quello orientale. Pur di non cedere le armi gli alti comandi inviano al fronte ogni uomo disponibile, anche i detenuti. Il tenente tedesco Blek – che da civile faceva l’insegnante – è un richiamato sulla cinquantina, pavido, impacciato, totalmente inetto alla vita militare. La sua evidente incapacità di comando gli vale il compatimento dei subalterni e il disprezzo dei superiori. Assegnato ai servizi sedentari a causa di un fortissimo deficit visivo che gli è valso il soprannome di “Blek la talpa” il poveretto presta servizio come ufficiale nel corpo della Giustizia Militare e non è mai stato un giorno al fronte in tutta la guerra perché senza occhiali dalle lenti spesse come fondi di bottiglia sarebbe praticamente cieco. Passa il suo tempo alla sua scrivania in un carcere militare nei pressi di Ulm, tanto sommerso dalle scartoffie da non accorgersi che la nuova segretaria del comandante, una romantica zitellona quarantenne, ha un debole per lui. Per un maligno scherzo del colonnello nazista che comanda il carcere, gli viene ordinato di trasferire in treno una quarantina di detenuti ad un battaglione disciplinare, schierato contro i russi. Il pusillanime Blek, che non ha esperienza di comando, non ha mai preso posizione a favore o contro il nazismo e si limita ad attendere passivamente che termini la bufera bellica facendo il passacarte in ufficio, è visibilmente atterrito dalla prospettiva di affrontare i rischi di un viaggio tanto pericoloso. E non ha tutti i torti, dato che nonostante le divergenze interne tra detenuti politici antinazisti e criminali comuni di ogni risma (c’è persino il classico freak, un forzuto che prima della guerra si esibiva spezzando le catene a mani nude in un circo) tutti concordano nel voler tentare la fuga ad ogni costo durante il trasporto, perché il battaglione di punizione significa morte certa. E nessuno vuole morire mentre la guerra di Hitler si avvia rapidamente alla fine. Oltretutto il malevolo colonnello ha assegnato come scorta al convoglio solo un paio di ottusi secondini mutilati e male in arnese. Quando poco dopo la partenza il treno viene mitragliato da aerei nemici vi sono le prime vittime e il tenente rimane solo a fronteggiare i detenuti dopo la morte del suo esperto sottufficiale. Propositi di fuga già serpeggiano nei vagoni piombati e Blek tenta di ingraziarsi i prigionieri distribuendo cioccolata e sigarette ottenute con un sotterfugio da un benevolo e grassoccio magazziniere della sussistenza. La sua non è affatto umanità ma paura, gli è stato detto a chiare lettere che se non giungerà in tempo a destinazione col suo carico umano di carne da cannone per il fronte, ne andrà della sua testa. Il convoglio però è costretto ad una fermata improvvisa in mezzo al nulla, nel folto di un bosco dove il comandante di un campo di concentramento è intenzionato a operare una decimazione fra i deportati dell’est russi e polacchi e pretenderebbe che fossero Blek e i suoi criminali ad occuparsi materialmente della cosa. Ma il tenente rifiuta fermamente di assassinare dei civili, giungendo a minacciare con le armi il comandante del campo, cosa che naturalmente gli attira le simpatie dei “suoi” detenuti che ormai parteggiano apertamente per lui. In realtà tale gesto di insubordinazione non è ancora dettato da un aperto e consapevole rifiuto della gerarchia militare, è solo dettato dal timore di incorrere in un ritardo e non poter eseguire la sua missione nei tempi previsti. La strage dei civili innocenti viene comunque perpetrata sotto gli occhi di Blek da un reparto di SS giunte appositamente in autocarro. Tale tragico evento e la notizia che la sua matura spasimante è deceduta in un bombardamento aereo provocano in lui una profonda crisi, spingendolo a riconsiderare le sue priorità morali ed a rischiare per la prima volta in prima persona per la salvezza di qualcun altro. Orfano in tenera età di entrambi i genitori, celibe, ormai senza nessuno al mondo dopo la morte della sua innamorata, capisce che quella che sembrava una debolezza ora può essere la sua forza: ribellandosi non deve temere di lasciarsi nessuno alle spalle esposto alle vendette dei nazisti. Per la prima volta infatti Blek vede la malvagità intrinseca nel Terzo Reich, comprende che è legittimo opporsi a ordini perversi e disumani e che tutti – anche dei criminali detenuti come quelli che lui dovrebbe sorvegliare – hanno il diritto di vivere e dunque di fuggire, o almeno di morire provandoci. Decide quindi non solo di lasciarli andare, ma di fuggire con loro. Li porterà in treno il più vicino possibile alla linea del fronte e poi invece che andare a combattere i russi si consegneranno tutti agli americani. Distribuisce armi e munizioni a quelli che ormai sono a tutti gli effetti i “suoi” uomini. Grazie a un foglio d’ordini contraffatto e a un timbro realizzato da uno di loro – esperto falsario – fa passare agli occhi della proverbiale burocrazia tedesca il suo pugno di pregiudicati per una inesistente “Unità speciale Blek” dotata di poteri illimitati, riuscendo così a procurarsi cibo, rifornimenti e via libera sulla rete ferroviaria. Ormai è apertamente un ribelle e la sua personalità che una volta era grigia, di fronte al rischio liberamente affrontato subisce una metamorfosi. Contro i suoi ex camerati dimostra coraggio, spirito d’iniziativa, perfino senso dell’umorismo, tutte le qualità che non aveva – o non sapeva ancora di avere – mentre era solo una anonima rotella nel grande ingranaggio della Wehrmacht. Durante una sosta in una stazione assiste all’arresto della vedova di un uomo politico tedesco (un sindaco coinvolto nell’attentato contro Hitler del 20 luglio 1944 deportato in campo di concentramento e ucciso dai nazisti). Armi alla mano, insieme ai suoi soldati-galeotti libera la donna e sequestra due agenti della Gestapo. Ormai scoperto e inseguito dalla polizia militare dirotta il treno verso le linee americane. Tutti i fuggitivi superstiti (ventisei uomini e una donna) si mettono in salvo, ma il tenente Blek che si è attardato nei pressi del treno, perde gli occhiali (senza i quali non vede nulla) e mentre vagola a tentoni lungo la massicciata è colpito a morte dalla pallottola di un cecchino nazista.
    ___
    Considerata la particolare psicologia dello spettatore tedesco-occidentale degli anni sessanta, il film è da considerarsi tutto sommato un buon prodotto spettacolare di qualità medio-alta ma non certamente un kolossal a livelli hollywoodiani. LA TRADOTTA è un film bellico del 1961 che per la sua ambientazione ferroviaria e la struttura del racconto dove i “buoni” sfuggono ai “cattivi” (nazisti) fingendosi a loro volta tali, può senza dubbio essere considerato il capostipite di un filone a parte nel cinema bellico degli anni sessanta, anticipando pellicole quali IL TRENO con Burt Lancaster, IL COLONNELLO VON RYAN con Frank Sinatra, per arrivare in tempi assai più recenti all’onirico e surreale TRAIN DE VIE, dove addirittura gli abitanti di un intero villaggio ebraico nei Balcani, avvertiti dell’imminente deportazione verso Auschwitz, comprano al mercato nero locomotiva e vagoni anticipando i nazisti ed “autodeportandosi” sotto la sorveglianza di finti soldati tedeschi (ebrei anch’essi) verso la sperata salvezza, cioè raggiungere in treno il confine con la neutrale Turchia. Ma è evidente che il regista tedesco Roland ha avuto come lontana fonte di ispirazione il capolavoro del cinema muto americano THE GENERAL con Buster Keaton, anch’esso ambientato su un treno ma durante la guerra civile americana, tanto da citarlo apertamente in alcune inquadrature!
    ___
    Come in altri film tedesco-occidentali del secondo dopoguerra anche in LA TRADOTTA c’è un velato senso di deresponsabilizzazione del popolo tedesco verso i crimini nazisti che si esplicita durante la pellicola nella catarsi del personaggio principale, ma è evidente anche negli accenni alle vicende dei vari detenuti politici a bordo del treno. L’idea del popolo tedesco sostanzialmente prima vittima della dittatura criminogena nazista e non – come fu in realtà – volenteroso carnefice, è presente in modo ancora meno velato nel fatto che Blek da civile faceva il maestro. Non è il primo e non sarà l’ultimo “maestro buono” in feldgrau del cinema bellico. Si pensi alla figura dell’anziano maestro di scuola – richiamato come ufficiale nella WH – che alla fine de IL PONTE DI REMAGEN si arrende agli americani e promette ai suoi allievi che “se non oggi la scuola riaprirà domani”. E’il simbolo plastico di come il sistema educativo tedesco gravemente responsabile dell’indottrinamento ideologico delle giovani generazioni durante il nazismo, sia stato in gran parte volutamente risparmiato dalla de-nazificazione di facciata voluta dagli americani. Tutt’altra cosa dal “cattivo maestro” epurato dall’insegnamento perché nazista che nel dopoguerra desolato di GERMANIA ANNO ZERO spingeva al parricidio il giovane protagonista della pellicola di Rossellini, spingendolo ad avvelenare il vecchio e malato genitore con motivazioni di eugenetica razziale. Ma in quel caso sia il film che il regista erano italiani, al popolo tedesco non è mai piaciuto e in fondo non piace neanche oggi sentirsi ricordare che sono stati loro a dar fuoco al mondo per ben due volte in un solo secolo e peggio ancora, che in entrambi i casi sono stati sonoramente sconfitti.

    ___

    Quanto alla figura del pavido protagonista, quasi un manzoniano Don Abbondio in uniforme tedesca che inaspettatamente e forse casualmente si riscatta fino al sacrificio finale, essa è tratteggiata efficacemente dall’attore olandese Hannes Messmer, che si cala in un personaggio nella finzione scenica almeno 10 anni più grande di lui solo grazie alla riuscitissima mimica facciale e un paio di occhiali da miope dalle lenti spesse. Ma bisogna ricordare che appena un paio di anni prima l’attore aveva raggiunto una grande notorietà interpretando il giovane, cinico e spietato colonnello delle SS Muller ne IL GENERALE DELLA ROVERE, come antagonista principale del personaggio interpretato da Vittorio De Sica. Non a caso la figura del tenente Blek ne LA TRADOTTA e la sua evoluzione spirituale e politica, dal disimpegno alla lotta attiva contro il nazismo, fatte le debite proporzioni ricordano molto quella dello squallido personaggio di Bertone ne IL GENERALE DELLA ROVERE. Costui, già truffatore, falsario e lenone è assoldato dai nazisti e impersona un generale badogliano per ingannare i compagni di prigionia. Ma si immedesima talmente nel personaggio da capirne e condividerne la scelta di campo anche qui dopo un fatto traumatico – il suicidio in cella del barbiere comunista Banchelli – e infine affronta consapevolmente una morte da eroe. Da segnalare che tra i detenuti trasportati dalla tradotta ed affidati alla sorveglianza del tenente Blek vi sono poi alcuni degli attori emergenti più popolari dell’epoca in Germania, nonché molti bravi caratteristi che gli appassionati di film di guerra certo riconosceranno perché apparsi nei panni di “soldati nazisti” in un gran numero di pellicole anche di produzione hollywoodiana degli anni 60 e 70, insomma le classiche “facce da crucco”.

    ___

    Iconiche alcune frasi del film:

    LA SERA PRIMA DI PARTIRE CON LA TRADOTTA BLEK CONFESSA I SUOI TIMORI ALLA SEGRETARIA DEL COMANDO…


    -
    I miei occhi non sarebbero un gran problema, al mondo c’è un sacco di gente miope, ma il mio è un problema nervoso, ce l’ho fin da piccolo e peggiora sempre, quando sono in una situazione difficile ho paura, allora non vedo più niente, è come se avessi una fitta nebbia davanti agli occhi. Io sono un pusillanime!


    -
    Non stia a biasimarsi troppo tenente, ormai da dodici anni milioni di tedeschi vivono con gli occhi annebbiati ed ecco a che punto siamo arrivati!


    …E LEI GLI INSTILLA I PRIMI DUBBI SULLA IMMORALITA’ DEL REGIME NAZISTA


    -
    Invece che al comando preferirei piuttosto andare a lavorare in una fabbrica di munizioni come tante altre donne, almeno dormirei la notte!

    -
    Ma perché?

    -
    Perché sono costretta a leggere quelle sentenze, le motivazioni di tutte quelle condanne a morte, sono io a batterle a macchina ogni giorno, è atroce! Ormai so bene di che pasta sono fatti coloro che ci governano!


    BLEK ORMAI CONSAPEVOLE ANNUNCIA A UN GIOVANE SECONDINO MUTILATO DI UN BRACCIO LA DECISIONE DI LIBERARE I PRIGIONIERI…


    -
    E se io li lasciassi andare? Voglio dire, tutti!

    -
    Signor tenente ma lei ha precisi ordini di consegnare i prigionieri al fronte, quando si hanno degli ordini non si può far altro che obbedire!

    -
    Tu credi davvero che avere obbedito agli ordini ci varrà come giustificazione agli occhi del mondo, dopo che tutto sarà finito?



    ORMAI DEFINITIVAMENTE RIBELLE BLEK DISARMA E RAPISCE DUE AGENTI DELLA GESTAPO…

    - Finalmente ci rivediamo tenente, il mondo è piccolo e nessuno sfugge alla polizia di stato.
    -
    Pare che anche la Germania stia diventando di giorno in giorno sempre più piccola e molto presto voi carogne naziste non avrete più un palmo di terra dove rintanarvi.

    -
    Questo è inaudito, si consideri agli arresti e ci consegni il suo libretto militare.

    -
    Non ci penso nemmeno, in alto le mani!
    • Per poter visualizzare questa immagine devi essere registrato o fare il login


    CHISSA' A QUALE DI QUESTI ALBERI CI IMPICCHERANNO?

  2. #2
    Utente registrato L'avatar di storiaememoriagrigioverde
    Data Registrazione
    Nov 2019
    Messaggi
    817
    Reperibile in DVD con doppiaggio dell'epoca in italiano.
    CHISSA' A QUALE DI QUESTI ALBERI CI IMPICCHERANNO?

Permessi di scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •