Camicia leggera Americana: Come vi avevo già* annunciato questa camicia ha una sua storia, se volete leggerla io ve la racconto.
Nell'agosto del 44 mio nonno abitava a Firenze e prestava servizio nel corpo di Polizia; una mattina come tutte le mattine mio nonno esce di casa per recarsi nella caserma dove prestava servizio, ma uscendo dal suo appartamento si imbattè in dei soldati Tedeschi che stavano cercando uomini in quella palazzina, a mio nonno da due di questi Tedeschi fu intimato in modo assai brusto e sotto la minaccia di armi di non opporre resistenza. Pochi minuti e mio nonno fu giù per strada assieme ad altri che abitavano nella stessa palazzina; mio nonno cercò di far capire a questi soldati che lui era della Polizia e che doveva recarsi nella caserma dove prestava servizio, non fu considerata minimamente la sua posizione e fu portato via assieme agli altri. Lo portarono sulle rive dell'Arno, dove dall'altra parte gli Americani già* avevano liberato Firenze. ( oltrarno ) A mio nonno fu data una pala e assieme ad uno studente che abitava al piano superiore fu fatto capire che dovevano scavare un ricovero che ai soldati Tedeschi sarebbe servito per arginare l'avanzata Americana, iniziarono a scavare, era agosto e faceva caldo e ai due soldati che li tenevano d' occhio ( nonostante stessero seduti a guardare ) venne sete, ho capito poi dalla sua descrizione che erano due paracadutisti.
Lo studente che stava scavando con mio nonno capiva il Tedesco e sentì che i due parlottando cercavano una fontanella dove potersi dissetare e a quel punto disse a mio nonno che i due avevano una gran sete e che forse a lui era venuta in idea per poter scappare, disse a mio nonno di lasciar fare tutto a lui e quando fosse stato il momento di correre di farlo il più velocemente possibile.
A questo punto il ragazzo si fermò un attimo e rivolgendosi ai due in Tedesco disse loro di sapere dov' era una fontanella, dove loro avrebbero potuto prendere dell'acqua; i due soldati fecero smettere di scavare mio nonno e lo studente e indicando loro un barroccino con due damigiane vuote, gli ordinarono di spengerlo e di farsi portare sul luogo dove avrebbero trovato dell'acqua.
A questo punto mentre i due spingevano il barroccino lo studente disse a mio nonno: li portiamo alla manifattura tabacchi. ( era un complesso dove fabbricavano sigarette e il suo interno era molto labirintoso ) Arrivati sul posto i due soldati si buttarono letteralmente sotto al getto della cannella e a quel punto mio nonno ed il ragazzo approfittarono della distrazione dei due per scappare velocemente; i due soldati si accorsero immediatamente della loro fuga, provarono a sparagli ma loro erano già* fuori tiro per via degli ostacoli murari che la struttura offriva. Si divisero e mio nonno corse di nuovo a casa per prendere alcune cose e poi andar via nuovamente avendo puura che i Tedeschi lo andassero a ricercare dove lo avevano precedentemente preso.
Al piano terreno aveva un piccolo deposito un pizzicagnolo che aveva una bottega li a due passi e mio nonno incontrandolo gli disse di sparire dalla circolazione perchè forse sarebbero arrivati di li a poco soldati Tedeschi alquanto incazzati, il pizzicagniolo non si fece ripetere l'invito due volte e disse a mio nonno dove fosse diretto e mio nonno gli rispose: verso piazza Beccaria ( li sembrava che gli Americani avevano già* attraversato l'Arno ) però il pizzicagnolo volle portare in salvo alcune galline che teneva nascoste e quindi prese un barroccino e vi mise le ceste con i volatili, si diressero verso piazza Beccaria dove la gente già* per strada salutava l'ingresso delle truppe Americane e quando vi giunsero già* colonne di mezzi transitavano su gli attuali viali di circonvallazione; quando ad un certo punto un grosso camion Americano si bloccò di colpo e dal mezzo saltarono giù un paio di grossi soldati di colore che evidentemente erano attratti dal conenuto delle ceste che il pizzicagnolo aveva sul suo barroccino, gli fecero capire che volevano quello che stava trasportando ma il pizzicagnolo sulle prime si oppose poi forse anche convinto da mio nonno decise di cedere tutte le galline ai due soldati che ricambiarono gettando dal loro camion pantaloni, camicie, scarpe e sigarette.
Ecco la storia di questa camicia che mio nonno ha indossato fino all'inizio degli anni 90, quando un giorno guardadolo zappettare il suo orticello gli domandai se quella camicia avesse a che fare con le forze armate Americane, fu allora che lui soffermandosi dal suo lavoro e con un lieve sorriso mi raccontò questa storia e di come venne in possesso di questa camicia.
Alla fine del racconto mio nonno aggiunse anche che tale camicia avrebbe finito i suoi giorni, mi precipitai subito in un negozio e la sera stessa feci trovare a mio nonno una bella camicia nuova, ovviamente vietai a mio nonno di battare la camicia e dal quel giorno iniziò a far parte della mia collezione.
Scusatemi se forse vi ho annoiato con questa storia ma avevo voglia di raccontarvela, così come fu raccontata a me.
La camicia è molto vissuta e assai scolorita, appunto per il prolungato uso, nella seconda foto ( tra l'altro un pò sfocata si intravedono dei numeri però li il tessuto non ha retto ai prolungati lavaggi del tempo )
[ciao2]
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