Pagina 2 di 16 PrimaPrima 123412 ... UltimaUltima
Risultati da 11 a 20 di 158

Discussione: 65° anniversario della Battaglia di Nikolajewka

  1. #11
    Banned
    Data Registrazione
    Sep 2007
    Messaggi
    758
    Complimenti[]

  2. #12
    Utente registrato L'avatar di Alpino X
    Data Registrazione
    Sep 2007
    Località
    Angolo Terme (BS)
    Messaggi
    3,368
    Già* che ci siamo: ecco il programma delle manifestazioni che ci saranno a Brescia.




    Se qualcuno abitasse nella zona di Montecchio Emilia sarebbe molto bello poter scattare delle fotografie il sabato mattina quando ci sarà* l'omaggio alla tomba del Gen.Reverberi, di cui riporto la motivazione del conferimento della Medaglia d'Oro al Valor Militare, conferimento ufficiale avvenuto a Brescia il 21 gennaio 1951.

    "Comandante della Tridentina ha preparato, forgiato e guidato sagacemente in Russia con la mente e l`esempio i suoi reggimenti che vi guadagnarono a riconoscimento del comune eroismo medaglia d`oro al valor militare. Nel tragico ripiegamento dal Don, dopo 13 combattimenti vittoriosi, a Nicolajewka, il nemico notevolmente superiore in uomini e mezzi, fortemente sistemato su posizione vantaggiosa, deciso a non lasciar passare resisteva a numerosi cruenti nostri tentativi. Intuito essere questione di vita o di morte per tutti, il comandante nel momento critico, decisivo, si offre al gesto risolutivo. Alla testa di un manipolo di animosi, balza su un carro armato e si lancia leoninamente, nella furia della rabbiosa reazione nemica, sull`ostacolo, incitando con la voce ed il gesto la colonna che elettrizzata dall`esempio eroico, lo segue entusiasticamente a valanga coronando con una fulgida vittoria il successo della giornata ed il felice compimento del movimento. Esempio luminoso di generosa offerta, eletta coscienza di capo, eroico valore di soldato. â?? Nikolajewka (Fronte russo), agosto 1942 - gennaio 1943."
    <<< Nec videar dum sim >>>

  3. #13
    Moderatore
    Data Registrazione
    Jan 2007
    Località
    Veneto
    Messaggi
    15,611
    Ciao alpinox grazie della segnalazione non potrò esserci ma spero di poter vedere le foto della manifestazione.
    Rimanendo sul generale Reverberi come da te indicato aggiungo qualcosina:
    Verso le 15 siamo dal generale Nasci al quale il colonnello Heidekamper propone di deviare la marcia a nord di Nikolajewka dove i russi sono asserragliati in forze.
    Il generale Nasci e il generale Martinat respingono la proposta e decidono di attaccare.
    E` l`ora della Tridentina: la massa di uomini ha intanto serrato sotto incurante del fuoco di una squadriglia aerea russa che da bassa quota la spezzona e la mitraglia.
    Un primo battaglione di alpini arriva al margine del paese ma è fermato dal fuoco avversario.
    E` quasi sera ed è questione di vita o di morte; passare la notte all`addiaccio o ripiegare su Nikolajewka significherebbe la fine.
    Il generale Reverberi monta sulla vettura esplorante cingolata e completamente scoperto va in testa alle prime avanguardie.
    Sembra un diavolo uscito dall`inferno, ha gli occhi di fiamma ed urla come un ossesso: "Avanti Tridentina avanti".
    Sulla nostra destra rifluiscono degli alpini presi dal panico.
    Il rumore dei cingoli rincuora gli alpini, eccoli che si riprendono e avanzano di nuovo.
    Improvvisamente tutte le armi da fuoco tacciono, si sentono poche grida esultanti di alpini.
    Il generale Reverberi forzando il sottopassaggio della ferrovia è entrato nel villaggio.
    Non urla più soltanto perché non ha più voce.
    La massa lo segue tumultuosamente giù nella valle del Waluj.
    I russi sono scomparsi.
    Il generale Martinat è morto.
    Una dozzina di carri sovietici sventrati ingombrano la piazza di Nikolajewka, un carro brucia come una torcia e illumina la scena.
    Aggiungo un'altra cartina trovata su un altro libro che dovrebbe corrispondere maggiormente in quanto vi sono indicate tratto per tratto con le date le fasi del ripiegamento e altre due immagini.



    Per evitare i continui attacchi anche dalla cavalleria cosacca si cerca rifugio tra gli arbusti


    La medicazione di un ferito durante la marcia. Gli ufficiali medici fanno l'impossibile per assistere i loro uomini. Con i pochi medicinali e ferri chirurgici a disposizione si prodigano senza risparmio per curare i feriti e i congelati medicando e operando senza anestetici a volte a lume di candela.
    luciano

  4. #14
    Utente registrato L'avatar di Alpino X
    Data Registrazione
    Sep 2007
    Località
    Angolo Terme (BS)
    Messaggi
    3,368
    Vi farei notare un particolare che forse può sfuggire: nella carta postata da cocis, si nota che le frecce della Julia e della Cuneense si fermano al primo sbarramento (quello sull'allineamento Rossosch-Novo Postojalovka-Samoilenkov-Skororijb), perchè evidentemente chi ha creato questa mappa (fatta bene a mio parere a differenza di altre che si trovano in rete e poco precise) ha considerato il combattimento di Novo Georgevski come la cessazione dell'esistenza delle due Divisioni Alpine come unità* organiche. In verità* quel combattimento fu tragico per moltissimi, ma le due divisioni più aliquote della Vicenza, proseguirono la loro marcia parallelamente all'itinerario della Tridentina, ma più a sud, perchè all'inizio del ripiegamento le indicazioni davano Valujki come porta d'uscita dalla sacca; durante la marcia però la Tridentina (che aveva con se oltre alla restante parte della Vicenza anche alcune piccole unità* tedesche, tra cui il "Gruppo Fischer" e 5 StugIII più altri nebelwerfer, ungheresi romeni e migliaia di sbandati) ricevette messaggi portati dalle "cicogne" che davano indicazioni sull'evolversi della situazione del fronte rovesciato ed appunto avevano indicato che Valujki era fortemente presidiata dai russi. Purtroppo però quasi tutti gli apparati radio andarono distrutti e non fu possibile già* dai primi giorni di ritirata comunicare con la colonna della Julia, che infatti puntò su Valujki dove fu presa prigioniera nella quasi totalità* degli effettivi.

    Un saluto e grazie a cocis per le preziosissime integrazioni![^]
    <<< Nec videar dum sim >>>

  5. #15
    Utente registrato
    Data Registrazione
    Jun 2006
    Messaggi
    37,681
    Vi adoro,questi topic valgono quanto e se non di più delle pubblicazioni.E' un piacere leggerli,grazie davvero e continuate così!

  6. #16
    Moderatore
    Data Registrazione
    Jan 2007
    Località
    Veneto
    Messaggi
    15,611
    Uno dei momenti più cruciali della battaglia di Nokolajewka fu il passaggio del terrapieno della ferrovia.
    L`ex tenente di complemento Luciano Zani, allora comandante la 255° compagnia del battaglione Val Chiese ricorda: Andai avanti con la mia compagnia superai una discesa e mi spinsi sotto il terrapieno della ferrovia.
    Quella maledetta stazione, quanti sono morti tra i binari sconvolti.
    Quando il mio reparto mosse all`attacco, alla nostra destra avevamo un battaglione , non ricordo più se il Verona o il Vestone, so solo che era ridotto a 22 uomini e due ufficiali.
    Riuscimmo a prendere posizione tra alcuni vagoni merci.
    Lasciai ad occupare la posizione il tenente Gino Ferroni, un veronese " Tieni duro per un momento" gli dissi.
    Quando tornammo al terrapieno c`era ancora e c`erano anche gli alpini vicino alle due mitragliatrici pesanti; ma erano tutti morti.
    Nel corso dei successivi assalti il tenente Zani fu gravemente ferito.
    "Quando la sera rinvenni in un`isba, dice : il mio terrore era che mi lasciassero indietro perché ero ferito.
    Perdevo molto sangue.
    Mi frugai nelle tasche, tirai fuori del miele gelato frammisto a tabacco,.mi sfasciai, mi spalmai il miele sulle ferite per tamponare le emorragie.
    Poi alcuni miei alpini vennero a prendermi e mi caricarono sopra una slitta con altri feriti.
    Fu il forzamento del sottopasso della ferrovia che cominciò ad aprire un varco nella difesa sovietica a Nikolajewka .
    Il tenente Arturo Vita, comandante della 46° del Tirano ha ancora vivo il ricordo dell`episodio " al di là del sottopassaggio "dice" c`era una mitragliatrice russa che fulminava quelli che tentavano di passare.
    L`imbocco e l`interno del sottopassaggio erano pieni di morti, era uno spaventoso imbuto.
    Fu una mitragliatrice degli alpini a risolvere la situazione.
    Gli alpini la montarono in un punto protetto, la portarono d`un balzo in avanti e spararono finchè la mitragliatrice russa tacque.
    Il fuoco sovietico continuava a fare strage dice Alberto Croci uno dei colleghi del comando divisione - Io non ho visto morire il famoso generale Martinat capo di Stato Maggiore del corpo d`armata alpino.
    Correva davanti a tutti, fu colpito.
    Un colpo scoppiò vicino e una scheggia gli aperse il petto.
    Cadde e si rialzò subito e gridò due volte "Avanti che siete alpini".
    Poi cadde di nuovo.
    Qualche ora dopo, dentro le isbe di Nikolajewka, tutti quanti sapevano della morte di Martinat.
    Ne parlavano ammirati. Ecco, se ne parlava come di un guerriero omerico morto in battaglia.

    Questa fu Nikolajewka tomba degli alpini, dopo di essa l`agonia dei superstiti durò altri quattro giorni, finchè i gruppi di fantasmi privi di sonno, esausti ed allucinati non incontrarono i primi carri tedeschi di guardia sulla strada di Karkow.
    Era il 31 gennaio: in 15 giorni la Tridentina aveva avuto 11.800 perdite, la Julia 12.350 e la Cuneense 15.650 a questi vanno sommati 3.780 uomini del comando e servizi del corpo d`armata.
    L`80% degli alpini aveva pagato con la vita, pochissimi con la prigionia, l`avventura russa.
    Con loro 7.760 fanti ed ufficiali della Vicenza, la povera divisione Brambilla che soltanto la cecità e la leggerezza di pochi avevano potuto spedire- senza armi- nella lontana steppa gelata.

    21 gennaio 1943, in migliaia davanti a Sceljakino dove reparti russi si erano attestati dopo aver tagliato la via della ritirata alle truppe italiane


    Ammassamento di truppe formatosi in seguito allo sbarramento sovietico nei pressi di Sceljakino che gli alpini riuscirono a superare a prezzo di gravi perdite


    La ritirata: in condizioni inimmaginabili, vennero affrontati e vinti non meno di 15 combattimenti di un certo rilievo


    Caduti




    Alle spalle della Tridentina che procedeva forzando la resistenza russa, si formò una enorme massa di tutti gli eserciti dell'Asse, che seguì la divisione alpina nella speranza di sfuggire alla cattura


    Durante la sosta uomini e muli si stringono gli uni agli altri per ripararsi dal vento gelido.
    Il terrore della steppa poteva indurli a trasformare la marcia in fuga disordinata invece lo sfilamento dei soldati avvenne in formazioni relativamente ordinate. In molti e specialmente tra gli uomini del Corpo Alpino, prevalse il senso della disciplina e del dovere da compiere, un combattimento dopo l'altro. Hanno dovuto abbandonare tutto ma non si sono mai separati dalle loro armi individuali anche se il peso diventerà a ogni passo più greve. I reggimenti della Tridentina riporteranno indietro anche le LORO BANDIERE



    La lunga colonna di fuggiaschi punta verso la salvezza


    Molti porteranno nella carne i segni della tremenda avventura


    Per ultimo ma NON ULTIMO vorrei rendere onore ai cappellani militari.
    Con l'immagine di don Giovanni Brevi cappellano del battaglione "Val Cismon" uno dei 304 cappellani "Penne Nere" mobilitati per la guerra 1940-1945. Dei 27 che caddero, ben 23 si sacrificarono nella campagna di Russia e in prigionia.

    luciano

  7. #17
    Utente registrato L'avatar di Alpino X
    Data Registrazione
    Sep 2007
    Località
    Angolo Terme (BS)
    Messaggi
    3,368
    Rinnovo i miei complimenti cocis49.
    Hai citato diversi battaglioni alpini, ognuno di loro a me fa venire alla mente una delle battaglie che furono vinte durante il ripiegamento: per me Vestone e Verona sono sinonimo dell'aggiramento di Scheljakino, Val Chiese vuol dire l'assalto contro le truppe di un comando più numerose artiglierie schierate a Malakievka, Tirano significa la conquista e la difesa di Nikitovka.
    Il 5° ed il 6° Rgt Alpini furono le due unità che più furono coinvolte direttamente nelle battaglie dell'anabasi sull'itinerario della Tridentina, durante le innumerevoli battaglie dai nomi impronunciabili ma che a qualcuno (tra cui me e ne sono contento) dicono qualcosa: Podgornoje, Budienij, Opyt, Scororijb, Postojali, Novo Kharkovka, Scheljakino, Varvarovka, Ladomirovka, Malakjevka, Nikitovka, Arnautovo, Nikolajewka, ma anche ancor più minuscoli aggregati di isbe, come Terinkina, Samoilenkov, Kopanki, Limarev, Zhukovo... Nomi che ricorrono nei libri sulla Campagna di Russia, nomi che sono scritti diversamente perchè tradotti nei modi più strani, ma nomi che leggendo, ascoltando ed imparando mi dicono qualcosa e mi fanno capire sempre più che quello che avvenne durante quei giorni fu una cosa che è impossibile da capire a fondo nei suoi aspetti umani anche con l'ausilio di libri, fotografie e dei pochi filmati.
    Un saluto e invito chiunque volesse integrare questo topic a farlo perchè mi fa solo che piacere[^].
    <<< Nec videar dum sim >>>

  8. #18
    Moderatore
    Data Registrazione
    Jan 2007
    Località
    Veneto
    Messaggi
    15,611
    Ottimo alpinox negli ultimi due tuoi interventi hai precisato molte cose interessanti.
    E come è stato detto nessuna penna potrà* descrivere a sufficienza quello che fu.
    Noi possiamo immaginare appena un pò.
    Delle dieci divisioni, sette erano al loro primo inverno in Russia, le altre tre alla seconda esperienza invernale, avevano subito l'avvicendamento del personale e, quindi anch'esse per la quasi totalità* erano composte da uomini nuovi.
    Possiamo immaginare: i metalli freddi che scottano le mani non guantate che li afferrano, degli oli lubrificanti che inceppano le armi anzichè favorirne il funzionamento, degli automezzi che in una notte di gelo rimangono inchiodati al terreno dove il giorno prima erano affondati nel fango, del fuoco che si diffonde istantaneamente nel secco del gelo, del vino distribuito a pezzi, delle bizze dei motori.
    A 30-40 gradi sotto zero per giorni senza cibo e senza soste in luoghi caldi, sopravvivere o morire è il gioco di poche calorie,di qualche indumento, di qualche energia bruciata in meno o in più.
    A volte l'aiuto l'offrivano gli uccisi in combattimento assieme alle loro munizioni, alle loro armi, al loro vestiario. Un dono estremo ai sopravvissuti per i quali avevano dato già* la vita.
    La fatica che bruciava rapidamente ogni residuo di energia sino ad invitare a stendersi senza più soffrire nella dolcezza dell'assideramento.
    Eppure quando degli occhi sofferenti incontravano degli occhi ancora più sofferenti, veniva la parola di conforto e d'incitamento a lottare, veniva offerto l'aiuto di un appoggio di un mucchio di indumenti gelati a un altro mucchio di indumenti gelati, e non di rado da uno di quei mucchi di indumenti gelati usciva una mano per offrire qualcosa sino a quel momento difeso dalle proprie tentazioni
    Poche calorie da ingurgitare attraverso la gola divenuta rasposa come la lingua di un gatto.
    Le più di centomila cronache del ripiegamento non si sapranno mai.
    Eroismi grandi e piccoli, senza medaglie, senza sepolture.
    Tutti i soldati italiani senza dinstinzione di armi, specialità*, servizi, hanno donato le speranze della loro giovinezza, molti sono rimasti segnati nella carne, moltissimi hanno perso la vita dopo aver speso con onore tutte le loro energie per la patria.
    Le più di centomila cronache sono servite a scrivere la cronaca delle dieci grandi unità* di cui si occupa la storia.
    Dieci grandi unità* che per giorni hanno vissuto della lotta individuale dei più di centomila loro eroici rappresentanti.
    Queste parole le ho tratte da una memoria del generale Cesare Pavoni decorato sul campo di medaglia d'argento.
    luciano

  9. #19
    Utente registrato
    Data Registrazione
    Jun 2006
    Messaggi
    37,681
    Purtroppo la lentezza del forum è disarmante,non mi carica le immagini e non riesco a godere appieno del topic.....ma continuate,perseverate che c'è chi apprezza il vostro lavoro.Dai[]

  10. #20
    Moderatore
    Data Registrazione
    Jan 2007
    Località
    Veneto
    Messaggi
    15,611
    Si è vero Giancarlo ora pare meglio.
    Sarebbe interessante poter continuare a raccontare queste pagine dolorose come tante altre pagine dei nostri soldati che li videro impegnati sui fronti nella 2WW.
    Appena posso vorrei aggiungere la storia di una gavetta di un soldato dell'Armir disperso ritrovata a Suckumi in Georgia.
    [ciao2]
    luciano

Pagina 2 di 16 PrimaPrima 123412 ... UltimaUltima

Permessi di scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •