L'attrezzo in questione č chiamato fiamma per salasso:
Il salasso veniva sempre ordinato dal veterinario e praticato dai maniscalchi ai quadrupedi sottoposti a cambiamenti di regime che ne aumentavano rapidamente la massa sanguigna, oppure a quelli repentinamente sottratti ad un esercizio violento, ma soprattutto a quelli colpiti da congestione e infiammazioni al loro inizio.
Il salasso veniva praticato appoggiando la punta della fiamma sulla vena posta nella caviitā dei giugoli. Con un bastoncino di legno si vibrava un colpo secco sul dorso della fiamma tale da praticare un'incisione dalla quale potesse fuoriuscire il sangue. Al termine dell'operazione, la ferita veniva chiusa con ... uno spillo a cui si attorcigliavano alcuni crini e sottoposta ad impacchi di acqua fredda. Inutile dire che con questo tipo di "sutura" il rischio di strofinamento della ferita, con conseguente emorragia, fosse alto, pertanto le 10-12 ore successive al salasso l'animale veniva tenuto sotto stretta sorveglianza. Dopo tre o quattro giorno veniva rimosso lo spillo.