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Discussione: Iwo Jima

  1. #31
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    QUARTA ED ULTIMA PARTE

    ....forti delle esperienze passate, i marines scavano profonde buche la dove si trovano ed aspettano con apprensione il contrattacco giapponese.





    Con sorpresa esso non avviene il che aumenta la tensione, si fa strada un senso di incertezza che il fuoco rincuorante delle navi non basta a disperdere.
    Nella tarda mattinata il comando deve decidere il nemico sembra non voglia "regalare" il consueto olocausto di fanterie che vengono al suicidio con il tradizionale grido "Banzai" e se non lo fanno occorrerà* andare a snidarle là* dove si trovano.
    I marines pertanto vengono messi in marcia, avendo cura di assegnare ad ogni reggimento l'appoggio di un cacciatorpediniere che deve seguirne in costante contatto radio l'avanzata in modo da distruggere tempestivamente tutti i nidi di resistenza incontrati.
    Da questo momento la battaglia per Iwo Jima diventa "la più selvaggia e sanguinosa in tutta la storia del corpo dei marines" come ebbe a scrivere più tardi il loro comandante Holland Smith.
    Faticosamente e sanguinosamente gli uomini debbono trascinarsi metro per metro verso l'interno snidando i nuclei nemici uno per uno,dapprima appoggiati dalle artiglierie navali poi sempre più soli armati soltanto di mitra, bombe a mano lanciafiamme e molto coraggio.





    I rifugi nemici tuttavia sono in grado di reggere benissimo all'armamento leggero e possono essere ridotti al silenzio soltanto da un colpo in pieno.

    Un fortino giapponese esplode colpito in pieno dall'obice da 75mm. di un semicingolato



    Un forte interrato viene fatto saltare



    Uomini della 6° divisione azionano un cannone da 37mm. per smantellare una postazione difensiva giapponese



    Un grande aiuto viene dagli aerei che si comportavano come "artiglieria volante";
    Si avanza a 60- 70 metri al giorno.
    Ma di notte occorre desistere gli uomini scavano le loro buche con l'amarezza di scoprire all'alba successiva che nuclei giapponesi hanno rioccupato e riattato i rifugi espugnati il giorno prima e non ancora ben tenuti.
    L'autista di un autocarro la cui ruota affondò sino all'asse in quella terra nera vicino al palo di uno steccato, osservando con più attenzione scoprì che non si trattava affatto di un palo, era l'asta di una presa d'aria che come moltissime altre forniva ossigeno ai giapponesi appostati sotto terra di dove durante la notte uscivano con fucili, spade e piccoli mortai da 50mm. e attaccavano con ferocia i marines.
    Il giorno 20 comunque i marines riuscivano a mettere le mani sull'aereoporto di Timori tagliando in due l'isola.



    Il 21 febbraio gli americani sbarcano altre forze



    Inizia uno spaventoso concentramento di fuoco con le artiglierie navali inquadrando nel tiro il solo monte Suribachi che in breve veniva polverizzato dalle grosse granate.
    La guarnigione ne era annientata e i marines potevano conquistarlo facilmente il 23.
    Il colonnello Harry Liversedge destina all'impresa un pattugliane di 40 uomini del 28° Marines comandato dal tenente Schreier.
    Alle 10.20 gli uomini sono in vetta, nonostante una fitta sparatoria degli ultimi difensori installati sulla parte opposta dell'anello del cratere.
    Un marine, rimasto ignoto estrae dalla tasca una piccola bandiera e la lega ad un tubo di ferro protetto dai compagni.
    Ma subito ne arriva un'altra più grande, inviata da uno dei mezzi navali e si provvede al famoso secondo "alzabandiera" sul Suribashi ad uso e consumo del fotografo della Associted Press, Louis Lowery, poi premio Pulitzer.

    Una foto storica che tuttavia raccoglie un aspetto marginale di quel terribile campo di battaglia



    L'attacco generale contro i soldati del Tenno avvenne il giorno 2 e 3 marzo quando le fanterie americane con il consueto appoggio dell'aviazione e delle artiglierie navali distruggendo tutte le postazioni pesanti ancora in grado di operare riducendo il numero dei difensori a poco più di 3.000 uomini.
    Il 5 Kuribayashi concentra le residue forze nel settore meridionale di Iwo, sotto l'incalzare degli americani.
    Ormai lui e i suoi uomini erano braccati, ma il morale restava alto, in fin dei conti avevano sempre saputo cosa li avrebbe attesi, ed erano pronti all'estremo passo sia psicologicamente che materialmente



    Come si è detto la lotta fu spietata, da entrambe le parti.
    I morti per lo più in identificabili e spesso il solo modo di distinguerne la nazionalità* era osservare le gambe, i marines portavano i gambali di tela, i giapponesi fasce color cachi.
    L'aria era ammorbata dal fetore della carne bruciata.
    Per fermare i carri armati americani e i loro lanciafiamme, i giapponesi presero misure disperate, alcuni volontari si legarono esplosivi sulla schiena trasformandosi in trappole viventi, si appostavano sul tragitto dei carri che avanzavano.
    Non una sola buca venne conquistata se non dopo la morte dell'ultimo difensore.
    Il giorno 18 Kuribayashi guida egli stesso il pugno di uomini che gli è rimasto, in un assalto alla baionetta.
    Il 21 trasmette a Tokyo il suo ultimo messaggio che inizia con le parole "Vado a morire" non mangiamo e non beviamo da cinque giorni. Ma il nostro spirito combattivo è ancora alto".
    Harry Schmidt annunzia la presa completa di Iwo Jima ed il 26 dirama la notizia che le operazioni sono ultimate.
    Nelle fasi finali del combattimento gli americani impiantano linee telefoniche per migliorare le comunicazioni fra il quartiere generale situato ai piedi del monte Suribashi e il fronte.



    Ma ancora all'alba dello stesso giorno 350 giapponesi attaccano un campo arretrato di marines ed "Api del mare" uccidendo 53 uomini e ferendone altri 119.
    Sono tutti annientati e senza prigionieri.
    Il comando americano reputa che i superstiti ancora attivi nell'isola siano non più di 300, forse soltanto 100.
    Ma nei giorni successivi deve accorgersi di aver sbagliato i conti, in aprile e maggio vengono ancora uccisi in un centinaio di scaramucce diverse, 1.062 soldati nipponici, e 867 vengono presi prigionieri.

    La cattura del primo prigioniero fintosi morto per un giorno e mezzo viene infine scoperto e confortato con una sigaretta



    Prigionieri



    Sacche isolate resistono però fino a due anni dopo la sconfitta totale del Giappone.
    L'ultimo sopravvissuto alla grande strage, viene catturato, ferito, nel febbraio 1948.
    Dei 21-23.000 uomini del tenente generale Kuribayashi soltanto 1.080 sono stati fatti prigionieri.
    Ma le perdite americane, per quanto in ben diverse proporzioni, sono state quelle che Kuribayashi voleva il corpo dei marines paga con 5.931 morti tra ufficiali e soldati contati soltanto fino alla data del 26 marzo, più 17.272 feriti e particolare che rivela la durezza della lotta, con 2.648 uomini fuori combattimento "[i]per esaurimento psichico".

    Le perdite complessive in combattimento, con queste cifre, ma raggiungono il fortissimo livello del 30% su tutta la forza di sbarco,addirittura il 75% per i reggimenti di fanteria della 4ª e 5ª divisione "Marines".
    Anche la marina ha pagato un suo tributo in uomini e navi per i colpi fortunati dei "Kamikaze".
    Nonostante l'assenza di qualsiasi contrasto navale, la marina sacrifica all'isola maledetta 881 morti e 1.917 feriti.
    Iwo Jima ha messo fuori combattimento 28.649 americani, duemila per chilometro quadro.


    La vita



    La morte



    Fine
    fonte cartaceo cocis49
    luciano

  2. #32
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    Ottimo lavoro Luciano,complimenti.
    Quando ti ci metti sei inimitabile.[]

  3. #33
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    Signori,propongo Cocis per un'altra decorazione!!!Super Cocis Maximo!!!Sei il migliore,Luciano e dimostri di meritarti quella medaglia ogni giorno!!!
    Ciao![ciao2]
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  4. #34
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    [:101][:101]Grazie ragazzi troppo buoni.
    Se di medaglia si deve parlare deve essere quella per la pasienza [nero]è da ieri che cerco di allegare le foto e solo oggi ci sono riuscito riducendole anzi mi scuso se le foto non sono nelle dimenzioni solite e di buona qualità*.
    [ciao2]

    p.s.Alex ti ho evidenziato il costo in vite e non solo che volevi sapere
    luciano

  5. #35
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    Ho visto,fra,grazie!!!Stavo riflettendo sulla cifra.Caspita,che numeri elevati.
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  6. #36
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    Se di medaglia si deve parlare deve essere quella per la pasienza

    [:261][:261][:261][:264]

  7. #37
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    Citazione Originariamente Scritto da Blaster Twins

    Signori,propongo Cocis per un'altra decorazione!!!Super Cocis Maximo!!!Sei il migliore,Luciano e dimostri di meritarti quella medaglia ogni giorno!!!
    Ciao![ciao2]

    Quoto!
    Complimenti Cocis! un grande lavoro!
    I giapponesi erano formidabili! una vera rogna per gli americani...
    Ti sarà* costato pazienza, ma hai fatto davvero un gran lavoro!
    DANIELE
    "Ad unum pro civibus vigilantes"

  8. #38
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    Citazione Originariamente Scritto da silent brother

    Complimenti Cocis! un grande lavoro!
    I giapponesi erano formidabili! una vera rogna per gli americani...
    Ti sarà* costato pazienza, ma hai fatto davvero un gran lavoro!


    [/quote]

    Grazie Silent

    Ricordando quei giorni un ufficiale dei marines dirà* anni dopo" Nessuno voleva parlare, o soltanto pensare a come sarebbe stato allorchè avremmo invaso il territorio metropolitano"
    [ciao2]
    luciano

  9. #39
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    bel lavoro Luc..

    ciao
    digjo
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  10. #40
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    Wow, un topic a dir poco emozionante, grandissimo Cocis!!!
    Pfc Guy P Rossi
    Pvt Guy P Rossi

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