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Discussione: Una straordinaria amicizia di guerra!

  1. #1
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    Una straordinaria amicizia di guerra!

    Una Bellissima storia di alpinismo, ma soprattutto la storia di un amicizia che non finì mai...

    Tutto ha inizio durante un freddo giorno d'inverno del 1913..
    Il conte Ugo Ottolenghi di Vallepiana decide di effettuare un'escursione con gli sci sul Monte Rosa, dove per caso, quello stesso giorno, passava la guida alpina Joseph Gaspard di Valtournenche con altri alpinisti..
    Vallepiana appena intravide quei puntini neri sulla neve disse ai suoi compagni: "Ve l'avevo detto che non si era soli: guardate là*, sotto la punta Parrot, saranno appena venti minuti davanti a noi" e accellerò l'andatura.

    "C'è gente che ci segue" disse Gaspard girandosi a guardare dietro, e rallentò il passo.

    "Buongiorno come andiamo? Oggi fa poi ben freddo a quattromila metri".

    Da qui salirono insieme alla capanna Margherita e qui Vallepiana venne a sapere che Gaspard era una grande e famosa guida alpina, infatti Gaspard è diventato famoso per la prima salita della leggendaria cresta del Fùrggen al Cervino e della traversata invernale del Monte Bianco. (Gaspard raggiunse anche l'himalaya per scalare i 7.000m del Kun).
    Vallepiana rimase completamente colpito dalla semplicità* e dalla determinazione di Joseph.

    Da li a poco cominciarono a soffiare venti di guerra e nella primavera del 1915 Gaspard ricevette la cartolina che lo richiamava alle armi nei ranghi del 94° reggimento Fanteria dislocato sul Lago di Garda.
    Con suo infinito rammarico lo spedirono a Roma al deposito militare perchè a 34anni era considerato troppo vecchio per i combattimenti.

    Ugo di Vallepiana, 25enne, si arruolò volontario e grazie al suo titolo di studio poteva diventare ufficiale. Nel Settembre del 1915 tiene il primo corso per aspiranti nel Terzo Alpini a Torino, durante l'inverno si trova a Bardonecchia come istruttore di sci.
    Raggiunse il fronte a Malga Romanterra (Alpi Giudicarie), alla testa di un plotoni di alpini sciatori, e infine viene destinato in Val Falzarego..

    Intanto l'estate del 1915 si era portata via tutte le illusioni di una facile vittoria..
    Ogni tentativo di sfondamento italiano si era infranto contro le difese naturali saggiamente in mano agli austroungarici..
    In settembre una compagnia di Volontari feltrini riuscirono a conquistare la punta della Tofana di Rozes, ma l'imminente inverno li inchiodò li e non riuscirono a fare progressi nemmeno in direzione del sottostante Castelletto.
    Il colonnello Tarditi era ormai da mesi che si industriava per la presa del Castelletto, riconsiderò la salita della parete, come da un precedente progetto, e qui si decise ad interpellare, dopo il rifiuto della guida alpina di Cortina d'Ampezzo Antonio Dimai, il tenente Ottolenghi di Vallepiana.
    Il tenente e il colonnello si appostarono con il binocolo e studiarono assieme la via più logica di salita: cioè un tetro camino che solcava la muraglia sud-occidentale della Tofana di Rozes.
    A Vallepiana appariva come un itinerario da acrobati, da scimmie, da svitati... Eppure raccolse la sfida e disse al suo superiore: " Conosco un uomo che potrebbe anche scalare il suo camino, signor colonnello: si chiama Giuseppe Gaspard".
    E fu così che anche Gaspard venne richiamato nel settore della Val Falzarego, e per la prima volta vide la parete verticale della Tofana di Rozes completamente differente alle linee morbide e clementi delle sue montagne.

    Attaccarono il camino nella seconda metà* di Giugno del 1916 e si destreggiarono senza difficoltà* fino al luogo chiamato "posto di corrispondenza" , dove dal camino principale si staccava la via per la posizione denominata dello "Scudo" (proprio in faccia al Castelletto).
    Qui la via di Vallepiana e Gaspard proseguì nella grande gola, impennandosi verso il cielo. La difficoltà* era amplificata dall'acqua che gocciolava, e che si trasformava in un torrente in piena quando pioveva e dai colpi avversari dell'artiglieria che puntava i due scalatori come formiche su un muro.
    Già* dal primo giorno Gaspard fu costretto a manovre funamboliche per superare le lisce strozzature.
    Erano sempre seguiti da volontari feltrini che avevano il compito di rendere praticabile e sicuro il cammino, aperto faticosamente, con il solo uso di scale e corde.
    Ci vollero sedici giorni per raggiungere lo scopo, e Gaspard dovette superare più volte se stesso:
    Poteva contare sulle corde di canapa e su qualche chiodo artigianale; ma non esistendo il moschettone, doveva slegarsi, ogni volta, per far passare la corda negli anelli del chiodo e riannodarla intorno alla vita, e sempre in equilibrio precario.
    Una di queste manovre gli costò un volo di 20metri, ma ebbe salva la vita soltanto perchè atterrò su un provvidenziale fazzoletto di neve. Un altro giorno fu colpito a un braccio da un proiettile di un cecchino.

    Superate le ultime difficoltà*, sgattaiolarono di cengia in cengia e accarezzarono la cresta della Tofana.. Sembrava fosse finito tutto.. invece a quell'altezza non erano soli..
    Afferrarono subito una voce straniera, e subito indietreggiarono e si appiattirono sulla roccia.
    verso le sette di sera il sole bucò le nebbie e illuminò gli spalti della Tofana. Gli alpini smisero anche di respirare.
    Un'ora più tardi il tono degli austroungarici si era fatto più scherzoso, come chi sta per finire la sua giornata di lavoro..
    Prima del buio lasciarono tutto e se ne andarono..
    Dopo due ore di agitazione, la cordata Gaspard-Vallepiana mise definitivamente piede sulla cresta ovest della Tofana a 2.900m. Vennero su anche i volontari che montarono la mitragliatrice e la puntarono sul Castelletto.
    Pochi giorni dopo il Castelletto fu conquistato grazie all'esplosione della mina, ma la guerra delle Tofane non era finita li.
    Venne il 1917 e soltanto in primavera ricominciarono le esplorazioni e a Maggio Gaspard e Vallepiana furono destinati sulla cima della Tofana di Rozes.
    Raggiunsero la vetta poco prima di notte e cominciò a grandinare, l'elettricità* a quell'altezza strappava i capelli.
    "Dobbiamo scendere subito alla baracca" urlò Gaspard.
    Vagarono per lungo tempo tra le rocce, calandosi dalla cresta e risalendo nella bufera, sbattendo nei risalti di calcare che erano case senza finestre, e una porta non si trovava mai.
    I fulmini illuminavano a giorno la scena, i tuoni scuotevano selvaggemente, la Tofana vibrava come un fuscello.
    "Torniamo in cima e riproviamo dalla cresta".
    Riprovarono una, due, tre volte vacillando nel vento... e quando la speranza era ormai finita ecco che Vallepiana scorge l'uscio della vecchia bicocca disabitata degli alpini.
    "Venga Gaspard, ho trovato la baracca!"

    "Dove tenente, dove?"

    "E' qui sotto la neve, è proprio la baracca!".

    Si tolsero gli zaini ed entrarono..
    "Abbiamo avuto fortuna" disse Joseph

    Stavano li, sdraiati in terra a guardarsi, come due naufraghi, quando arrivò giù una fiammata azzurra. Subito dopo esplose un boato spaventoso.
    Il fulmine entrò nella spalla sinistra di Gaspard e gli uscì dallo stesso piede, fermandogli il cuore. Anche il respiro si fermò, e la baracca si saturò di odore di carne bruciata..
    Vallepiana pensò subito ad effetuargli il massaggio cardiaco, gli montò sopra, schiacciandolo sul suo letto di pietra, premendo e pregando, ma Gaspard non si muoveva

    "La prego Joseph, glielo ordino soldato...".

    Vallepiana vinse la nausea, gli spalancò la bocca e gli soffiò dentro l'aria, per due ore continuò a soffiare la propria vita nel suo petto ormai fermo, lo incitava, lo supplicava, gli raccontava cose belle, finchè Gaspard mosse la mano destra e lo ringraziò, lo guardò con occhi smarriti e disse piano:
    "Oh bon Dieu, ma pauvre femme, mes pauvres enfants!"

    "Non si preoccupi Gaspard, ha smesso di nevicare e ora scendo a Fontana Negra a chiamare aiuto. Torneremo a prenderla subito dopo l'alba".

    "Oh, n'allez pas Ugo, il est trop dangereux, il y a trop de neige, attendez le jour!"

    Gli tolse gli scarponi e gli rimboccò la coperta bagnata. Continuò ad assisterlo nel fondo della notte. Un momento Gaspard lo fissava come un bambino impaurito, un momento dopo era assente, come se fosse andato via.. Tremava, sudava e ripeteva di continuo:
    "Ma pauvre Femme, Mes pauvre enfants.."

    All'approssimarsi dell'aurora, Ugo si preparò a scendere e accostando l'uscio della baracca giurò al suo soldato:
    "Tornerò a prenderla, amico mio".



    La mattina seguente la teleferica di Fontana Negra trasportò il povero corpo di Gaspard fino a Zuèl, a valle di Cortina.
    Nessuno confidava di poterlo salvare, ma avvenne il miracolo e Gaspard si riprese.
    Dopo un lunghissimo calvario negli ospedali di mezza Italia, ritornò finalmente nella sua Valtournenche, accanto alla moglie Delfina e ai suoi bambini.
    Si dovette rassegnare a guardare il Cervino dal basso, visto che ha tutto il fianco sinistro completamente paralizzato. Affrontò una nuova vita di lavoro nella centrale elettrica di Maen, e affiancava la figlia Eugenia nella gestione del rifugio del Teodulo, proprio ai piedi della cresta del Furggen.
    Venne acclamato come eroe ed ebbe 2 medaglie appuntate sul petto.

    Vallepiana gli restò amico fino alla fine e lo accompagnò al cimitero il 4 Aprile del 1974, come a primavera, 57anni prima, lo aveva portato in salvo dall'inferno della Tofana.



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    Joseph Gaspard in uniforme poco dopo il richiamo



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    Joseph Gaspard e Ugo Ottolenghi di Vallepiana, ormai anziani, alla cerimonia commemorativa per il cinquantesimo anniversario della mina del Castelletto

    Ciao

    Brano e foto tratte da:
    Acquile in guerra N°7 - 1999 articolo di Enrico Camanni
    Danilo

  2. #2
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    Che tempra di uomini con la U maiuscola. Sono delle vicende che sembrano nascere dalla penna di un romanziere. Se non fossero la realta di fatti realmente accaduti sarebbero incredibili anche solo da immaginare. Ecco questi uomini sono il mio prototipo di eroe.
    Nec recisa recedit

  3. #3
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    complimenti!!
    Il mio avatar è la foto di Arthur Kueger, Feldwebel ferito a Stalingrado, mancato nel gennaio 2009

  4. #4
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    Grazie DanShuTzen per il bel racconto che ci hai fatto conoscere.
    Una grande vera amicizia e che Uomini.
    Ciao
    luciano

  5. #5
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    Che bella storia, grazie per averla raccontata. [:253]

  6. #6
    Utente registrato L'avatar di Alpino X
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    Altri tempi ahimè, altri tempi...[V][V][V]
    Bravo DanShuTzen.[^]
    <<< Nec videar dum sim >>>

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