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Discussione: Operazione Husky

  1. #121
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    Re: Operazione Husky

    Continuo il mio scritto sulla Goering
    Combattuta la battaglia di Gela tra il 10 e il 12 luglio 1943, la div. H.G. si ritirò sulla linea Caltagirone-Vizzini, dividendosi in tre gruppi di combattimento :
    Caltagirone : kampfgruppe Oehring
    Grammichele : kampfgruppe Hahm
    Vizzini : kampfgruppe Rebholz
    La visione tattica germanica era elastica ed avanzata, adeguandosi al terreno in cui andavano ad operare le unità*. Da questa visione nacque la nuova unità* tattica detta kampfgruppe, formata da quasi tutte le armi (come la divisione), ma di consistenza minore e variabile. In essa c`erano unità* di fanteria, di artiglieria da campagna, controcarro e contraerea, del genio e, spesso, anche esploranti e corazzate. Il kampfgruppe cambiava consistenza a secondo del terreno in cui era impiegato. In Sicilia, ad esempio, territorio molto frastagliato, pieno di ostacoli naturali e con strade strette che attraversavano i centri abitati, il kampfgruppe ebbe spesso la consistenza di un reggimento rinforzato e fu protagonista dei combattimenti attorno all`Etna e sui Nebrodi. Era un`unità* che poteva operare autonomamente o che poteva reinserirsi nella divisione di origine in ogni momento.
    Anche gli americani operavano con gruppi di combattimento, detti combat team, ma erano più rigidi nella composizione, cioè erano formati attorno al reggimento di fanteria, a cui si univa una compagnia esplorante, un btg d`artiglieria, una cp del genio, una cp corazzata.
    Il kampfgruppe Rebholz fu schierato a Vizzini per bloccare le provenienze di Palazzolo e Giarratana conquistate dai britannici il 12 luglio. La prima unità* a giungere sul luogo fu la cp esplorante del cap. Paulus; poi giunse il II btg del 382° rgt panzergrenadier, il quale si trasferì poi nel kampfgruppe Schmalz e fu sostituito dal btg panzergrenadier Reggio, creato in Italia nel maggio del 1943 dal 69° btg di marcia. Esso era destinato alla 15^ div. panzergrenadier, ma fu posizionato come riserva nel meridione della Calabria. Il 12 luglio Kesselring lo inviò in rinforzo a Vizzini, dove entrò a far parte del kampfgruppe Rebholz. Il btg Reggio era così formato:
    3 Compagnie fucilieri motorizzate (2 HMG, 18 LMG, 3 sPzBu41 e 2 mortai 80mm cadauna)
    Compagnia motorizzata armi d`accompagnamento (plotone genio, plotone anticarro con 3 pak38 da 50mm e plotone mortai con 6 armi da 80mm).
    Oltre alla fanteria, il cap. Robert Rebholz aveva a sua disposizione il II gruppo artiglieria con 3 batterie da 150mm ed una da 100mm (totale 16 cannoni), la 9^ btr Flak ed una cp corazzata (probabilmente del II btg panzer).
    Rebholz piazzò i cannoni sulle alture che, superando abbondantemente i 700 metri, sovrastavano le strade provenienti da Buccheri, Monterosso e Licodia (Monte Altore, Monte Conventazzo e Poggio Impiso), bloccando per tre giorni le colonne motocorazzate angloamericane.
    Il buco tra il kampfgruppe Schmalz (schierato a Lentini e sul Simeto) e il kampfgruppe Rebholz fu chiuso dai paracadutisti del 3° rgt.
    Dopo la ritirata sul torrente Gornalunga, effettuata il 15/16 luglio, la Goering schierò i suoi gruppi, da est verso ovest, così come segue: Schmalz, Rebholz, Hahm, Oehring. Dal 21 luglio ci fu una riorganizzazione della divisione, così come elencato qui sotto:

    1. Kampfgruppe von Carnap
    I/3° btg Fallschirmjager
    13^ btr del 4° gr. artiglieria Panzer HG
    923° Btg da fortezza
    5^ btr Flak
    2. Kampfgruppe Schmalz
    Comando Brg ftr HG
    115° Rgt Panzergrenadier
    III gr. artiglieria Panzer HG
    III btg Panzer HG
    Btg Sachachtleben
    4° Rgt Fallschirmjager
    Gruppo antiaereo Catania (2 btr)
    II/382° btg panzergrenadier
    904° Btg da fortezza
    un btg ftr italiano
    un gr. art. italiano

    3. Kampfgruppe Preuss (aveva sotto di sé 2 sottogruppi da combattimento)
    Comando rgt panzer
    II btg Panzer HG
    Flak Gerbini
    Kampfgruppe Kluge
    Comando 2° rgt panzergrenadier HG
    I/2° btg panzergrenadier
    I° gr. art. HG
    btg pz.gren. Oria
    10^ btr Flak
    Resti del I/1° btg pz.gren.
    un btg ftr italiano
    1 gr. art. italiano
    Kampfgruppe Rebholz
    Gr. esplorante HG
    II gr. art. HG
    resti II/2/ btg Panzergrenadier HG
    btg pz.gren. Reggio
    9 btr Flak

    4. Riserva divisionale
    I° btg Panzer HG)
    II e III btg del 3° rgt Fallschirmjager

    5. I° gr. Flak

    Nei combattimenti intorno all'Etna la Goering si comportò con valore: la lezione di Gela e della Caltagirone-Vizzini aveva fatto crescere l'unità*. Nei combattimenti di Sferro e Gerbini Rebholz fu decorato con la croce di cavaliere per il valore dimostrato in azione. Fu promosso maggiore e messo a comandare il gruppo esplorante. Sopravvisse alla guerra e nel 1945, a trent'anni, si congedò col grado di tenente colonnello.

  2. #122
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    Re: Operazione Husky

    Un racconto molto preciso e dettagliato.
    luciano

  3. #123
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    Re: Operazione Husky

    Citazione Originariamente Scritto da cocis49
    Un racconto molto preciso e dettagliato.
    Quoto in pieno
    A proposito dei combattimenti della Livorno, mi sono reso conto purtroppo di aver parlato solo di una delle due colonne che contrattaccarono gli americani a Gela,e così sperando di non annoiare con cifre orari e numeri mi sembra doveroso a qto punto riportare brevemente gli scontri sostenuti dalla colonna del ten.col.Mona essendo ben accette integrazioni o correzioni:

    La colonna fiancheggiante del T.Col. Mastrangeli II/33 ricevette l`ordine di attaccare alle ore 06.00 a cavallo della strada Butera - Gela, però non potè essere effettuato prima delle 07.25 per l`ampio fronte che le separava (circa 3,5 km) e per i collegamenti per mezzo di staffette. Le tre compagnie si disposero così: la 5° rinforzata(come la 7°) da armi di accompagnamento si schierò sulla dx , la 6° di rincalzo si schierò dietro la 5° ma sul fianco dx. Sia la 5° che la 6° dovevano proteggere il fianco dx del Battaglione dalle minacce provenienti da Licata, mentre la 7° era schierata a sx e aveva il compito di cercare il contatto con la I/33 che era alla sua stessa sx .

    L` 11 Luglio alle ore 07.30, circa il I° Battaglione del 33° fanteria del T.Col. Alessi Osvaldo e il I° Battaglione del 34° fanteria del T. Col. Di Gregorio si mossero dalle posizioni di Monte Zai e dell`Apa iniziando la manovra di contrattacco muovendosi lungo la strada Gela - Butera rispettivamente a dx e sx. La 1 compagnia del Capitano Cravero Pietro passò ad ovest della strada Gela - Butera.
    Verso le 09.00 i due battaglioni si videro scaricare addosso la potenza di fuoco navale americana .Il terreno non offriva nessun riparo e l`artiglieria navale colpì indisturbata, e non riuscivano ad agganciare le unità* americane per le rapide ed elusive manovre dei reparti motocorazzati. Alle 10.30 circa i reparti esploratori raggiunsero il passaggio a livello della stessa strada a ridosso del centro abitato di Gela, mentre le compagnie avanzate si trovavano al km 28, ma qui il nemico nonostante le puntate offensive con mezzi blindati non impedì alle compagnie avanzate di proseguire verso Gela usando le armi controcarro e l`appoggio dell`artiglieria. L`attacco era riuscito!
    Furono impegnati anche i rincalzi, ma le perdite furono gravi, fino ai 2/3 degli effettivi..
    Ma arrivati al passaggio a livello di Casa Femmina Morta a ridosso del centro abitato i mezzi nemici si ritirarono dando ai reparti attaccanti italiani la sensazione di non trovarsi più nessun reparto di fronte, ma proprio alle 11.30,( ora in cui fu intercettato il messaggio di reimbarco), si verificò il "Turning Point" della battaglia. A sostegno delle truppe americane, prive in quel momento della copertura dell`artiglieria navale, si scatenò un violentissimo attacco aereo e della colonna di carri armati nemici del 30° gruppo tattico della 3^ divisione ftr proveniente da Licata.
    Il gen. Chirieleison avvertendo la pericolosità* della contromanovra americana, per evitare di lasciare isolata la colonna , rinforzò le basi di partenza di M. Zai e M. dell`Apa e la stazione di Butera. Spostò nella sella tra i due monti una batteria del III/28° fino a raddoppiarla alle 14.00, inviò sulla strada Gela - Butera un plotone mortai da 81, il ritardatario II/34 lo dirottò su M. S. Nicola. Richiamò il II/33 dalla colonna fiancheggiante e stanziò il III/33, tenuto di riserva, tra Monte del Falcone e Poggio della Femmina.
    Ma nel primo pomeriggio la colonna Mona, fu attaccato dai rangers che arrivarono al km 28 accerchiandoli. I due battaglioni furono così nuovamente sotto l`implacabile fuoco dell`artiglieria e degli aerei cercando di rompere disperatamente l`accerchiamento fino alle 15.30 quando i superstiti con i comandanti vennero sopraffatti e catturati. Il comandante del I/33° il t. c. Alessi fu catturato ferito insieme ai superstiti delle due compagnie con una forza di una trentina di uomini ciascuna, mentre la compagnia di rincalzo tentò inutilmente di rompere l`accerchiamento,ma fu sopraffatta. Il t. col. De Gregorio com. del I/34, fu catturato ad un centinaio di metri dal passaggio a livello presso Gela, mentre combatteva con i resti del battaglione.
    Il II/33° della colonna fiancheggiante avvicinandosi all`altezza di Manfria fu attaccato da un violentissimo fuoco di artiglieria navale e terrestre.
    Contemporaneamente una colonna corazzata con reparti di fanteria provenienti da Licata attaccò il fianco dx del battaglione che però riuscì a distruggere tre mezzi nemici grazie ai cannoni da 47/32 e alle batterie del IV/28°, mentre gli altri si ritirarono. Alle 17.30 si prospettò un altro attacco di mezzi blindati sul fianco sx e frontalmente , mentre sul fianco dx premeva l`artiglieria navale per consentire l`offensiva in avanti alla colonna corazzata respinta precedentemente. Grazie all`intervento dei cannoni da 47/32 e del IV/28° e II/28° gruppo furono respinti questi attacchi.
    Il Ten. Col. Mastrangeli per evitare di restare accerchiato ordinò di ripiegare sulle posizioni di partenza, lasciando a protezione la 6° compagnia rinforzata da un plotone cannone da 47/32 e sbarrare le offensive provenienti dalla strada 115 in direzione della stazione di Butera. Alle 20.00 erano alle posizioni di partenza ed allo steso orario le posizioni di Monte Lungo e di Manfria già* accerchiate dal giorno precedente cessavano di resistere. Alle ore 17.00 iniziò il tiro dell`artiglieria navale contro le posizioni dei due monti. Si alternarono almeno due navi lasciando le truppe impossibilitate a reagire data l`enorme distanza. Nella Piana davanti alle posizioni di Monte Zai e dell`Apa ci furono sporadici scontri fino al primo pomeriggio quando cessò la resistenza a questa azione nemica.
    Alle ore 02.00 del 12 luglio il Gen. Perugini Ilo Giacomo ordinò all`11 compagnia di rimanere sulle posizioni di M. Zai e dell`Apa per resistere ad oltranza in vista di un nuovo contrattacco previsto per il 13 o il 14 luglio
    Alle 03.00 giunse un plotone cannoni da 47/32
    Alle 04.30 circa il comandante del II plotone fucilieri schieratosi in profondità*, si accorse che il nemico approfittando dell`oscurità* accerchiò le posizioni avanzate della compagnia e ne seguì un breve conflitto dopo il quale il plotone riuscì ad arretrare di posizione.
    Alle 05.00 le posizioni di M .Zai e dell`Apa furono bombardate pesantemente da forze di terra e continuò per tutta la mattinata arrecando gravi perdite. Da dietro gli americani sorpresero il posto di medicazione uccidendo il S. Ten. Ercoli Ufficiale medico. Alle 11.00 arrivarono i mezzi blindati dotati di lanciafiamme. I superstiti tentarono la resistenza ma furono travolti da tutte le parti.
    Il II Battaglione del 34° Rgt del Magg. Coco era composto da 25 ufficiali e 780 di truppa.
    Giunse al Bivio M. S.Nicola alle 13.00 dell` 11 luglio. All`inizio fu tenuto presso M. S. Nicola come riserva , poi alle 15.00 fu dislocata presso i monti Zai e dell`Apa per sbarrare la strada Gela Butera in corrispondenza della stretta che intercorreva tra i due monti. Alle 17.00 questo furono così schierati:
    La 5 compagnia rinforzata con un plotone cannoni da 47/32 e una compagnia mortai divisionali a Monte Dell`Apa;
    La 7 compagnia rinforzata da due plotoni mortai da 81 a M. Zai;
    La 6 compagnia di rincalzo ed il comando di Btg a due km a nord di M. dell`Apa;
    Nella notte tra l`11 ed il 12 le posizioni furono soggette a saltuario fuoco violento navale.
    Alle 04.30 del 12 luglio per ordine del Comando di Divisione abbandonava le posizioni per per dirigersi a Priolo dove avrebbe sostituito reparti della Goering, facendo il percorso Butera- Mazzarino – Caltagirone.
    Alla fine La Livorno tra morti , prigionieri, dispersi e feriti aveva perso 214 Ufficiali e circa 7000 tra sottufficiali e truppa su una forza di 11.400 uomini.
    Rimanevano a fine giornata del:
    II/33° 200 uomini circa;
    III/33° 700 uomini circa;
    I/34° aveva due compagnie intatte perché non vennero impiegate schierate una a Case le Schiette e l`altra rimase a S. Cataldo per mancanza di mezzi di trasporto;
    II/34° al completo perché non era stato impiegato;
    Il 28° Rgt Art. era quasi intatto
    Sulla Livorno l`11 luglio furono sparati ben 867 colpi dall`artiglieria navale.
    Malgrado furono impiegati le riserve ed i rincalzi, mancò la divisione tedesca Goering, attaccata sul fianco e alle spalle da truppe corazzate provenienti da Scoglitti(Rg) e dai paracadutisti.
    Quindi tutto il peso della battaglia sulla Piana di Gela cadde sulle spalle della Livorno contro cui si scatenò l`artiglieria navale in special modo.
    Il Gen. Patton volle conoscere personalmente i comandanti prigionieri ( T. Col. Leonardi, De Gregorio e Alessi ) per complimentarsi " per il valore sfortunato. "

    La motivazione della medaglia d'oro al ten.col Mario Mona:
    " Valoroso di tre guerre,
    su diversi fronti, dopo aver formato del suo reggimento
    un saldissimo blocco di energie, lanciato al contrattacco
    di munitissima testa di sbarco, con irresistibile azione
    riusciva a sgominare un avversario che nonostante i mezzi
    di cui era dotato prendeva in seria considerazione il
    reimbarco. Fatto segno da un contrattacco, coi pochi
    superstiti del battaglione persisteva con tenacia
    nell'assoluta impari lotta fin ad esaurimento munizioni e
    speranzoso di un supporto imminente. Al calar della notte
    riusciva a sottrarsi alla cattura e ripiegava per ordine
    superiore dopo che tutti gli uomini si erano messi in salvo.
    Scomparve nella mischia senza che fosse possibile ritrovarne il corpo: Sicilia Luglio 1943 "
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    ... Oh si, credo che l'inferno di Satana sia nulla di fronte alla lotta sostenuta nella piana di Gela!
    T.Col. Dante Ugo Leonardi 34° rgt ftr Livorno[left:3plznhey][/left:3plznhey]

  4. #124
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    Re: Operazione Husky

    Interessante e precisa integrazione
    luciano

  5. #125
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    Re: Operazione Husky

    Il ten. col. Mona sembra essere entrato nel mito a Butera per come guidò le truppe in questi cruenti ed impari scontri e per la fine fatta e rimasta in parte avvolta nel mistero.In parte perchè sembra che le uniche notizie sulla sua fine provengano da qualke testimone locale e da qualke ufficiale americano.
    Il mattino dell'11 luglio rimasto tramortito insieme all'aiutante magg Torquato Locci dallo scoppio di una granata e dato per morto, venne sostituito al comando del rgt, ma prima dell'alba riprese il suo posto essendosi presentato al comando, da dove organizzò il ripiegamento delle truppe superstiti dalla piana di Gella alla zona di Butera.Su qta cittadina arroccata si scatenò giorno e notte un violentisssimo fuoco terrestre e navale al punto che un sacerdote all'insaputa del t.col. Mona si diresse presso gli americani sventolando un drappello bianco per chiedere che la città* venisse risparmiata.Secondo un racconto di un testimone oculare il t.col. Mona dopo aver fatto ripiegare gli ultimi reparti fu raggiunto all'improvviso da una pattuglia che gli intimò la resa, ma il t. col. rispose col fuoco e venne ucciso.E a quanto sembra ogni traccia del gigante di Butera, come viene definito il Mona, fu distrutto dall'uso dei lanciafiamme. Rimase soltanto un pezzo di manica coi gradi.Fu definito dall'ufficiale americano capo pattuglia come un grande eroe, simile al comandante di una nave che dopo aver messo in salve l'equipaggio si inabissa nel mare.
    ... Oh si, credo che l'inferno di Satana sia nulla di fronte alla lotta sostenuta nella piana di Gela!
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  6. #126
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    Re: Operazione Husky

    Citazione Originariamente Scritto da totino72
    Fu definito dall'ufficiale americano capo pattuglia come un grande eroe, simile al comandante di una nave che dopo aver messo in salve l'equipaggio si inabissa nel mare.
    Bella integrazione, infatti quanto definito dall'ufficiale americano si evince anche nella motivazione della medaglia d'oro.
    ONORE al ten.col. Mario Mona
    luciano

  7. #127
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    Re: Operazione Husky

    A proposito della battaglia di Gela, è uscito nelle librerie un nuovo saggio che la descrive. Vi invio in allegato la copertina.
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  8. #128
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    Re: Operazione Husky

    Grazie della segnalazione.
    luciano

  9. #129
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    Re: Operazione Husky

    bello bello bellooooooooooooo
    chi combatte può anche perdere - chi non combatte ha già perso

  10. #130
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    Re: Operazione Husky

    Ottimo libro davvero,ne ho accennato qui già* in precedenza.Questo come quello di Mimmo quando sono scritti da gente che è nell'ambiente si vede eccome,mentre ultimamente capita di leggere libri scritti da gente che sembra improvvisarsi come uno appena uscito in qti gg.Ad es attribuiscono una via cittadina a Gela quando in realtà* si vede che è una cittadina dell'interno, oppure parlando della battaglia del dirillo riportano brani di un altro libro che in realtà* si riferiscono ad episodi della Livorno combattuti più a est.Ma tornando alla battaglia di Gela non c`è dubbio che il maggior peso della battaglia di Gela fu sostenuto dalla Livorno e che mancò la divisione H.G., ma quello che sorprende sono le omissioni ad accennare o a riconoscere il merito alla nostra divisione o addirittura ad attribuirla ai reparti tedeschi come fece Kesserling o Montgomery che parla di un contrattacco di circa 60 carri tedeschi in direzione di Gela. E non meno sorprendente è il commento del fotografo americano del LIFE. In questa didascalia della foto postata si leggono cose dimostrate inesatte da qualche storico che ha avuto il merito di fare notare:
    " Cannoni dell`artiglieria americana della marina distruggono i carri armati tedeschi.
    Vi mostriamo una delle grandi foto della guerra.E` stata scattata dal tetto di una casa di campagna in Gela e mostra una battaglia di carri armati nel suo svolgimento nella pianura dietro la città*.
    La mattina dell`11 luglio...verso mezzogiorno tedeschi ed italiani riattaccarono Gela con più di cento carri armati. Per dodici lunghe ore gli americani furono costretti a combattere con le loro spalle verso il Mediterraneo sforzandosi di salvare la loro testa di ponte. All`apice dell`attacco nemico i carri armati tedeschi si trovavano nel raggio di meno di un miglio dal Comando della I° Divisione sia dall`Est che dall`Ovest e purtroppo gli Americani non avevano altra alternativa di ritirata se non il mare. Dopo aver rotto le unità* americane i carri armati tedeschi e i mortai incominciarono a bersagliare la stessa spiaggia dove le truppe di rifornimento si sforzavano di sbarcare munizioni,cannoni anticarro e carri armati stessi, nel frattempo i tedeschi lanciavano ondate di aeroplani. "

    Intanto c`è da dire che la foto fu scattata la mattina del 10 luglio e il fotografo Robert Landry scambiò i fragili R/35 del Gruppo Mobile E coi tanks tedeschi ed il giorno 10 con l`11. Di questi carri andarono perduti 9 su 12 e tra questi quello del ten. Navari che si spinse insieme ad un altro carro fin dentro la città*.
    Si era anche sbagliato sul numero dei carri in azione, 12 R/35 contro i 100 tedeschi che non potevano trovarsi li. La Relazione Ufficiale americana precisa che le navi spararono contro il gruppo mobile E dalle 8 alle 12.55 del 10 luglio 572 colpi, mentre l`11 luglio sulla Livorno ben 867. Non è vero che i tedeschi lanciarono ondate di aerei,perché a quanto pare ci furono due incursioni con due aerei per volta, mentre l`11 mattina ci fu l`intervento aereo italiano durante il quale furono abbattuti tutti i 7 macchi
    Inoltre l`11 luglio i carri armati tedeschi si trovavano a circa 10 km dalla città* e non nella pianura verso mezzogiorno com`è indicato da Landry. Mentre tra le 12 e le 13 ci fu nella piana ,come precedentemente visto, l`attacco di mezzi corazzati americani contro la colonna Mona.
    Ma per togliere ulteriori dubbi sull`intervento della Goering nella pianura dietro la città* basta ricordare che essendo dislocata nella zona di Caltagirone- San Michele di Ganzaria si mosse nella nottata del 10 luglio raggiungendo alle 03.30 circa Ponte Olivo, Casa Priolo e Ponte Dirillo dove rimase fino all`indomani bloccata dagli americani.
    Quindi la Livorno si trovò ad attaccare da sola e il successo seppur parziale fu unilaterale rispetto al piano d`azione. Infatti la Livorno raggiunse Gela portandosi al posto di blocco ed al passaggio al livello con soli tre battaglioni di primo scaglione, senza sfruttare il successo servendosi degli altri tre battaglioni e della Goering, e quindi sostare in quelle posizioni fino all`ordine di svincolarsi sia perché non c`era stato il concorso della Goering e sia per la caduta di Augusta e la relativa minaccia che si prospettava su Catania.
    Posto le foto delle mappe C e D che mostrano l`itinerario dei nostri carri il 10 luglio ed il contrattacco italiano dell`11 luglio.
    Ciao
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