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Discussione: Intervista al Folgore Santo Pelliccia ..I°parte

  1. #1
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    Intervista al Folgore Santo Pelliccia ..I°parte

    ...ritenendo cosa utile e interessante anche per i Colleghi del Forum e il Forum stesso..

    ho avuto modo di conoscerlo, finalmente!
    uno dei pochissimi sopravvissuti di una delle più belle divisioni che l'Italia ha prodotto nella sua esistenza di Nazione

    Il "Folgore" Santo Pelliccia

    ci siamo dati appuntamento in un bar sul mare e dopo i convenevoli di rito e le presentazioni abbiamo iniziato una conversazione per me mirata sulla ricerca della descrizione di avvenimenti, quotidianità , momenti di esaltazione e di lutto e di tutto quello che può interessare chiunque di noi al cospetto di una "fonte" così autorevole.

    intanto vi dico che i suoi quasi 90 anni sono mirabilmente portati, abbronzato e atletico, occhi ancora scintillanti..la lucidità mentale invidiabile, ricorda date e nomi, e si ferma solo quando le domande che gli porgo gli fanno salire i suoi ricordi, le immagini e le vicende più dolorose..

    ha con se alcuni documenti e delle foto, poche cose..
    non ha più cimeli, la maggior parte di questi è seppellita ad El Munassib..nella sua buca che divideva con un camerata..

    io incalzo..

    e le armi?...eravate tutti armati con MAB?

    no, i Mab lo avevano in due, io ero alla 37(Breda)capo arma(allora si diceva Portarma) con due addetti alle cassette munizioni ciascuno portava due cassette da 250 colpi l'una circa) gli altri fucili.

    ancora sul MAB, che tipo di caricatore avevate?
    da 20 colpi circa, più vari caricatori di riserva
    e finiti quelli?..
    bombe a mano e coltello..anche perchè se finivi le munizioni voleva dire che gli avversari li avevi addosso!

    ho visto un fucilone controcarro nella famosa foto dell'ispezione di Mussolini prima della partenza per l'Egitto, e le bombe a mano come erano?
    fuciloni alcuni, in più avevamo i 47 i cannoncini che per quello che poterono fare lo fecero bene..anche i mortai..(81mm)
    le bombe a mano facevano solo un gran chiasso, ma è proprio questa la cosa che in pochi sanno..
    quando arrivava un carro, noi gli tiravamo addosso 4/5 bombe insieme, sul muso, i botti(esplosioni) che rimbombavano all'interno del carro nemico induceva i carristi a pensare di essere stati colpiti e comunque li atterriva e rincretiniva, così per la maggior parte dei casi questi ultimi scappavano dal carro, e noi che li attendevamo fuori li eliminavamo!

    quando contrattaccavamo la fanteria, lanciavamo moltissime bombe a mano, cosa che disorganizzava gli Inglesi e li frastornava, dato il baccano che facevano questi ordigni..nel tempo in cui loro si riprendevano da questo, noi eravamo sopra di loro con i pugnali e le pistole..

    come facevate a fermare un carro Inglese con le Molotov?
    il segreto di tutta la nostra storia è stato l'addestramento, noi con sangue freddo facevamo entrare i carri nelle nostre linee, che altro non erano che buche in cui ci nascondavamo ginocchioni sotto, quando i carri erano entrati, da tutte le buche uscivano in contemporanea Paracadutisti che salivano sui carri o gettavano incendiarie nei motori e sui cingoli..dopodichè tutti nuovamente al riparo in attesa che gli equipaggi uscissero..e lì terminavamo il lavoro..

    poi gli inglesi iniziarono a sparare a zero sulle buche..addirittura a cannonate quando fu loro possibile, in molti casi..le spianavano!
    (mi ha fatto il gesto delle mani di un carrista che aziona le leve della trasmissione dei cingoli)..quando capivamo che un carro ci voleva spianare..appena si fermava su una buca, il parà che stava dentro schizzava fuori da sotto..ovviamente quando ci riusciva!

    in altri casi, si piazzavano mina magnetiche inglesi di preda
    o cariche sui cingoli..

    ma non avevate paura, dubbi?
    fondamentalmente si ragionava con questo criterio..un mostro d'acciaio è comandato da uomini, e gli uomini sono soggetti a paura e altro..
    se noi riusciamo a scatenare questa paura negli equipaggi anche i carri non saranno più inespugnabili.

    come era stato il vostro addestramento?
    eccezzionale, non chè difficile e pericoloso..ci si lanciava dalla torre (tarquinia)appesi ad una corda a corpo morto la squadra addetta al recupero doveva richiamare la corda in tempo altrimenti ci si spiaccicava al suolo..
    eravamo tutti giovani, io della mia squadra il più giovane, mi arruolai a 17 anni e mezzo, grazie anche alla firma di mio padre..
    l'età media?
    20 anni..
    il morale?
    altissimo, eravamo convinti di essere i migliori, lo eravamo.
    dai comandanti in giù tutti avevano un concetto dell'onore e dell'appartenenza elevato, eravamo scavezzacollo e impuniti, ma in battaglia decisi e addestrati come i migliori.

    avete combattuto con i parà di Ramcke?..
    certo, anzi ti racconto un caso in cui in un'azione congiunta tra noi e loro, di notte, in avanzamento su due linee, ci trovammo a scontrarci proprio con i parà di Ramcke..poichè questi ultimi ci avevano sopravanzato, (e tu sai, rivolto a me, che di notte in guerra chi hai di fronte.. è il NEMICO) e avendo avvistato del movimento di fronte ci preparammo e attaccammo..ci fu uno scontro a fuoco con alcune perdite, alla fine i portaferiti che tornavano con parà tedeschi feriti ci dissero che probabilmente stavamo sparandoci tra alleati..
    si tornò al punto di partenza in silenzio, il comandante la squadra Italiana preoccupatissimo della situazione, infatti il giorno dopo fu chiamato nella tenda di Ramcke stesso..
    al contrario di quanto si aspettava il comandante Tedesco si congratulò stringendogli la mano e con questa frase, "Complimenti stanotte avete battuto i miei diavoli"...

    ....segue...

    ciao
    digjo
    Ciao
    digjo

  2. #2
    Utente registrato L'avatar di Alpino X
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    Caspita digjo, che perla questo topic.
    Da pelle d'oca: "...eravamo convinti di essere i migliori, lo eravamo..."

    Un solo appunto per quanto riguarda il ruolo del porta-arma e del capo-arma (ne so qualcosa perchè mio nonno era capo-arma al Breda 30): guarda questa discussione http://www.milistory.net/forum/topic.asp?TOPIC_ID=7491
    della quale ti riporto il passaggio saliente.
    "... per questo sono andato alla fonte, proprio per evitare confusioni di termini e attribuzioni. Era il tiratore/porta arma ad essere armato di pistola proprio perché era già* armato del f.m.

    Da "libretta" postata, del 1941, il capo arma aveva altre competenze rispetto al "tiratore" ed era armato di fucile o moschetto come tutti i componenti della squadra ad eccezione, ovviamente, tiratore/porta arma stesso.

    Il documento che spiega, con la terminologia dell'epoca, le attribuzioni del personale della sq. f.m. credo non abbia bisogno di uteriori commenti pertanto è ad esso che dobbiamo rifarci... essendo un documento ufficiale.

    Un caro saluto

    Fante 71"

    Qua si parla di Breda 30 ma la sostanza è uguale alla Breda 37.

    Un saluto[^]
    <<< Nec videar dum sim >>>

  3. #3
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    ti quoto Alpino..
    la leggo..

    infatti il "Pelliccia" mi diceva che lui non aveva altre armi..in quanto tiratore alla Breda.
    (che per altro mi dice essere stata un'arma micidiale, almeno lui la apprezzò molto)

    logicamente cerco di essere il più possibile attento alla terminologia e all'accuratezza dei dati tecnici..voi, quando notate qualcosa di incongruente RIPORTATELO in modo da correggere quello che di inesatto ho scritto.
    in fondo come ho sempre accennato, non sono un esperto di armi e divise, anche se cerco di imparare le varie differenze e tipologie..io nello specifico mi interesso di analisi storiche e in questo caso di testimonianze Orali..

    ciao
    digjo
    Ciao
    digjo

  4. #4
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    [^][^][^]
    Il "problema" è che spesso nei racconti dei Reduci i vari termini si sfumano nei meandri dei ricordi, ne so qualcosa, ma studiare la militaria e la Storia sui libri serve anche ad interpretare ed integrare i racconti, anzi, le testimonianze, dei Reduci.
    Un saluto e grazie davvero per averci riportato questa intervista; la dicitura "...segue..." alla fine del tuo primo post mi fa contento [][^]
    <<< Nec videar dum sim >>>

  5. #5
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    Complimenti Digjo.Senza parole.Grazie
    ... Oh si, credo che l'inferno di Satana sia nulla di fronte alla lotta sostenuta nella piana di Gela!
    T.Col. Dante Ugo Leonardi 34° rgt ftr Livorno[left:3plznhey][/left:3plznhey]

  6. #6
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    ...

    siete stati creati per Malta..come andò quella storia?
    si, senza dirci nulla ci ritrovammo con paracadute e dotazioni a Derna dopo la trasvolata..
    pare che le prove con fantaccini paracadutati su Malta abbiano dato esito sfavorevole, in quanto la contraerea dell'isola era temibile e i fantaccini furono disintegrati in volo..
    inoltre Rommel voleva continuare lo sfondamento sulla costa che già* aveva portato ottimi risultati e si voleva sfruttare lo slancio..

    come vi muovevate nel deserto?..
    a piedi..o con mezzi recuperati (agli inglesi)
    a volte ci davano un passaggio..
    dove e con quale unità* ha combattuto?
    io ero con il IV° battaglione sotto Bechi di Luserna(medaglia d'Oro al Valor Militare)
    prima in varie operazioni al sud, poi in postazione a el Munassib (le tre cime troncoconiche soprannominate dagli arabi treppiede (munassib) utilizzato per scaldare le loro vivande)
    il vitto?
    arrivava di notte, a volte brodo, sempre gallette e scatoletta di carne(immangiabile)
    sovente le rubavamo ai nemici o ai Tedeschi..l'acqua circa mezzo litro al giorno..

    la terra di nessuno e le pattuglie?
    noi quando arrivammo al fronte eravamo così pieni di vivacità* e coraggio da volersi subito mettere in rilievo.."Il Folgore" al Sud dopo la prima settimana di ambientamento era Padrone incontrastata della terra di nessuno"..
    si dovevano controllare i varchi e chiudere quelli aperti dagli inglesi..
    raramente si usciva e si rientrava senza prigionieri, noi eravamo lì fuori e sentivamo le loro voci, a volte si partiva per missioni in cui ci toglievamo gli scarponcini perchè nella guazza notturna facevano un pò di rumore e "nel deserto di notte quel piccolo scricchiolio era come un lancio di sassi..quindi andavamo scalzi"

    lo scenario del campo di battaglia come era?
    era una distesa semipiatta con una serie di collinette e anfratti, tutti e due gli schieramenti avevano linee di tiro ben definite a ridosso dei campi minati dove per entrare ti dovevi fare furbo..sull'estremo sud depressione (qattara) sabbie mobili..nessuno si avventurava lì..noi e non solo noi eravamo sul limite dell'inferno..ricordo il deserto come inferno e paradiso.
    si, perchè oltre alla situazione infernale che puoi immaginare, la notte le stelle le potevi toccare e l'immensità* del deserto era di sollievo oltre che bellissima.
    chi avevate di fronte?..
    tutto il mondo..Inglesi indiani greci francesi legionari sudafricani neozeandesi e chi più ne ha ne metta..addirittura crearono uno "squadrone antiFolgore"..è di ritorno da un combattimento con uno di queste squadre che uno dei nostri tornò con un pugnale conficcato in testa!
    quando un esercito è costretto a creare una squadra "AntiFolgore" vuol dire che ci temevano oltremodo..ricordo anche il coraggio dei suonatori di cornamusa Inglesi(scozzesi)che per spaventarci e metterci in soggezione venivano in avanti eretti e sotto il fuoco..
    noi più che altro li prendevamo in giro, molti caddero.. insomma di fronte combattemmo con uomini di valore.
    che rapporto ha avuto con la "morte"?
    ti ripeto, Noi eravamo convinti di noi stessi, incoscienti..molto motivati e disprezzanti la morte..
    si combatteva con dignità* e coraggio, si eliminava l'avversario che non si arrendeva,
    e questo valeva per tutti i soldati e comandanti sul campo..anche se una volta, dopo un attacco loro, in cui le presero di santa ragione, il nostro cappellano si fece avanti allo scoperto con bandiera bianca per riconsegnare loro feriti e morti..da una autoblindo Inglese un capitano gli venne incontro, poi ritornarono nelle rispettive posizioni, il giorno dopo continuò questa riconsegna, ma lo stesso capitano del giorno prima comunicò al cappellano del "Folgore" che ordini dall'alto (Montgomery) avevano vietato questa attività*..quindi i caduti rimasero dov'erano.

    mi racconta un combattimento?
    era un gran kaos, non si capiva niente, noi lavoravamo in squadre..unite e che sapevano cosa c'era da fare, sopratutto convinte che i camerati che combattevano di fianco e davanti si sarebbero fatti uccidere piuttosto che indietreggiare o fuggire..ci si aiutava in qualsiasi modo..li vedevamo arrivare li sentivamo dalla puzza dell'alcool di notte.sapevamo dove erano perchè venivano avanti molto infervorati da queste cose..li lasciavamo penetrare nelle nostre posizioni, era solo una questione di sangue freddo, anche se li vedevi a due metri dovevi rimanere nascosto e aspettare il segnale..
    dopodichè arrivava da dietro il segnale e si attaccava tutti insieme, nessuno escluso e si combatteva spesso corpo a corpo..questo creò molto spesso da parte degli attaccanti una sorta di panico e questi non ci capivano più niente..quindi mancando la necessaria lucidità* fuggivano, quelli che resistevano venivano circondati in sacche e elimitati man mano..
    ogni azione di questo genere comportò gravi perdite anche da parte nostra, ma ci rispettavano anche sapendo che eravamo una percentuale ridicola ed esigua di forze rispetto alle loro..
    questo anche quando poi ci ritirammo..ci sparavano raffiche da lontano, ma rimanevano distanti finquando non erano convinti di averci ben circondati..allora ci attaccavano con i blindati.

    quando parla del IV° i suoi occhi si accendono..

    ha conosciuto i guastatori di Dominioni?
    eccerto, loro stavano con noi, ci accompagnavano per mettere le mine e per toglierle..

    e l'Ariete?..cosa ricorda?..come facevano a combattere contro carri nemici di tonnellagio e armatura così superiori?
    erano dietro di noi, in copertura..
    erano eroi, andavano all'attacco e sparavano sui cingoli avversari, o da dietro, inoltre cercavano di fare leva per cappottare il carro avversario, una sorta di auto scontro..l'ariete?? continua, L'Ariete continua a combattere!
    (non ho proseguito..su questo discorso)..era dura anche per me!

    ....segue...
    Ciao
    digjo

  7. #7
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    Bel topic.. complimenti..
    Gigi "Viper 4"

    "...Non mi sento colpevole.. Ho fatto il mio lavoro senza fare del male a nessuno.. Non ho sparato un solo colpo durante tutta la guerra.. Non rimpiango niente.. Ho fatto il mio dovere di soldato come milioni di altri Tedeschi..." - Rochus Misch dal libro L'ultimo

  8. #8
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    Un racconto davvero interessante, complimenti Digjo e grazie. [:253]

  9. #9
    Moderatore L'avatar di Furiere Maggiore
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    AlpinoX:

    "Qua si parla di Breda 30 ma la sostanza è uguale alla Breda 37."

    ciao carissimo, per la squadra mitraglieri (Fiat 35 e Breda 37) era diverso...

    Essa Squadra era composta da 18 uomini, compreso il comandante (cap. magg. o sergente) ed era su due armi.
    Era divisa in due gruppi: gruppo tiro e gruppo munizioni.
    Il gruppo tiro era formato da:

    - comandante di squadra;

    - 1° porta arma tiratore;
    - porta treppiede;
    - porta cassetta accessori e parti di ricambio;
    - porta munizioni
    - 2° porta arma tiratore;
    - porta treppiede;
    - porta cassetta accessori e parti di ricambio;
    - porta munizioni;

    Il gruppo munizioni era formato da:

    - capo gruppo munizioni;
    - porta munizioni;
    - porta munizioni;
    - porta munizioni;
    - porta munizioni;
    - porta munizioni;
    - porta munizioni;
    - porta munizioni;
    - porta munizioni.

    Solo i porta arma tiratore e i porta treppiede, in quanto impediti dai pesanti/ingombranti carichi, erano armati di pistola gli altri di fucile.

    Un caro saluto

    Fante 71 [][][]
    E' la somma che fa il totale.

  10. #10
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    Complimenti anche da parte mia,bellissimo topic e bellissima storia
    Parlò per tutti quel giorno,ma parlò soprattutto per chi non poteva più farlo,per i soldati di ghiaccio rimasti sotto la neve di Russia,ò per le sentinelle in un mare di sabbia a fare la guardia al sogno di una grande Patria

    Saluti,
    Francesco

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