ciao a tutti, con questo post vorrei raccogliere le storie di gioventù dei nostri nonni; integrando con le foto che disponiamo e i loro racconti ,oltre che con le interprretazioni del foglio matricolare.
Incomincio io con varie notizie molte delle quali raccolte sul forum :
allora mio bisnonno ha combattuto nella brigata sassari al 152 reggimento, questo è il racconto della attacco alla trincea delle frasche:
Tratto dal gazzettino del 1915(del quale tengo gelosamente una copia )


Immagine:


" un altro veneziano ,Giovanni Cristofoli , anch`egli nella Brigata Sassari il cui valore fu esaltato dal generale Cadorna.
Ha partecipato alla presa della trincea delle Frasche.
Egli cosi ,con sobria efficacia racconta al cognato Nicola Martino residente a Venezia, il modo in cui si svolse questo episodio di guerra.
Dopo due giorni che eravamo nelle linee retrostanti , il giorno 12, verso la sera, abbiamo ricevuto l`ordine di andare ad occupare una specie di collinetta fuori dalla prima linea . difatti in silenzio e in cauti ci portammo sul posto indicato e ci appostammo fra le rocce in silenzio, armi cariche e baionette innestate.
Alla mattina i nostri scaltri battaglioni rinnovarono gli attacchi, ma vennero respinti. Noi dovevamo sempre rimanere fermi al nostro posto. Quel giorno fu una dura prova per noi il rimanere fermi perché il nemico ( o che avesse visto qualcuno di noi su per le rocce o che sospettasse qualcosa )inizio verso le 10 di mattina, un fuoco infernale si ma non micidiale, contro la collinetta dove eravamo noi con proiettili da 305.
Ma noi sempre dietro le rocce che ci proteggevano abbiamo resistito al bombardamento terminato verso il tramonto. Non potete immaginare come abbiamo passato quella giornata .pioveva e noi ci si seccava più per la pioggia che per il bombardamento.
Alla sera del 13 si sapeva che era venuto l`ordine di attaccare la posizione nemica alla mattina seguente .Noi non eravamo piu capaci di stare fermi tanta era la nostra impazienza.
Durante la notte facemmo i preparativi per l`operazione:
ci radunammo tutti, ci fecero lasciare mantellina,coperte e gavetta e tutti noi fummo disposti in calma, pronti per avanzare ed abbiamo aspettato che sorgesse l`alba.
Caro Nino io dico la verità in quel momento non avevo paura mi sentivo d`esser forte. ma in quelle ore di attesa la mia mente rievocava i tempi passati in mezzo a voi, mi pareva di essere a casa in mezzo a tutti voi, e colla mente, mentre rivolgevo i saluti a tutti, non potevo fare a meno di trattenere qualche lacrima ed allora mi pareva di essere debole ma quando con leggero fischio si fu avvertiti che si doveva avanzare, allora tutti i sogni sparirono forte come non lo fui mai e dato col pensiero un ultimo saluto a voi tutti, col nome della mamma sulle labbra cominciai a avanzare. Se voi ci aveste veduto come avanzammo!si strisciava tra roccie e roccie come tanti gatti e in questa maniera ci siamo avvicinati al nemico senza che egli avesse ad accorgersi di noi. Appena siamo arrivati ad una decina di metri da loro il mio tenente si alzo e pronuncio la parola fatidica "Savoia!".noi tutti ripetendo il grido ci slanciammo contro la trincea malgrado il fuoco di fucileria ed delle mitragliatrici saltammo dentro e li dentro principio la lotta corpo a corpo.
In quel momento non sentivo più nulla si menavano colpi a destra e a sinistra; sentivo urla da una parte, urla dall`altra , colpi di qua, colpi di la: ho dovuto tirar fuori due austriaci che erano nascosti dentro una buca e portarli prigionieri abbiamo preso quella mattina 300 prigionieri, con relative mitragliatrici mi sono messo tanto a ridere quando ne tirai fuori un altro da una buca e lo presi per l`orecchio. Se avessi visto che faccia aveva, faceva compassione. chissà cosa aveva creduto che gli facessi.
Appena conquistata la trincea, abbiamo dovuto levare i sacchetti di terra da una parte e metterli dalla altra per poter far fronte all`altra linea avversaria. in quel momento di pausa che abbiamo avuto dopo aver fatto questo lavoro, non puoi immaginarti la nostra gioia e contentezza perché avevamo presa la trincea. ma non era finita ancora la nostra contentezza che entra in azione l`artiglieria nemica che comincia a lanciare i suoi non piccoli proiettili, allo scopo di farci abbandonare la posizione presa. Ma avevano fatto i conti senza di noi, perché ad onta del bombardamento siamo rimasti al nostro posto. poi tentano alla mia destra un attacco con bombe a mano: noi lo respingemmo infliggendo al nemico molte perdite. Durante questo attacco io non ero buono a stare fermo mi volta di fianco e mi misi a sparare di infilata agli austriaci in quel mentre senti un forte colpo all`occhio e sentii venirmi giu del sangue per la faccia. Allora, a malincuore, lascia la trincea e andai al posto di medicazione donde mi si mando in ospedaletto da campo.
Per fortuna la ferita è cosa da niente tanto vero che oggi o domani sprero di tornare al mio reggimento"

dopo questo episodio a continuato a combattere e fu nuovamente riferito alla gamba da una scheggia di granata pero non ho notizie in merito viene traferito nella 25 sezione telegrafisti del 25° reggimento zappatori.
Dopo la ritirata di caporetto vieni nuovamente rimandato al 152 reggimento della sassari dove combattera fino a fine guerra.
nel 1935 richiese una pensione per la ferita alla gamba ma non gli venne concessa inquanto la cancrena della gamba non era dovuta a motivi bellici.


dopo questo mio inizio mi auguro che altri di voi mi seguano raccontando le "nostre scheggie di storia"

ciao nicola