Maronna, pure l'elmetto Brasiliano! Che forza, grande piesse!
Maronna, pure l'elmetto Brasiliano! Che forza, grande piesse!
Pvt Guy P Rossi
Beh, ci siamo confusi entrambi.... il CEF sono i francesi / nordafricani in Italia, i brasiliani sono la FEB. Comunque ci siamo capiti.Originariamente Scritto da EnzoLuca
Comunque, attenzione, io non dico che li abbiano usati i brasiliani sulla Gotica, me l'ha accennato il corrispondente brasiliano che gli Ufficiali li hanno usati, talvolta, fino molti anni dopo la guerra, FORSE anche in Italia, ma io non ho trovato alcun riscontro fino ad ora.
Originariamente Scritto da Pfc._Guy_P._Rossi
fatti un giro nelle varie stanze, ne troverai altri brasiliani, poi boliviani, cileni, messicani, peruviani, argentini....ne ho in arrivo ancora di brasiliani e anche uno dell'Uruguay....insomma, mi diverto anche così, non ci son mica solo i tedesco-americani-italiani....
Hai ragione, BEF, CEF, FEB, con tutte queste sigle ci va insieme la testa.Originariamente Scritto da piesse
Comunque sarebbe un bel colpo trovare qualche foto con brasiliani in Italia che indossano il tuo elmetto.
Ciao. Enzo"Non abbiate paura"
Credo che i Brasiliani in Italia fossero equipaggiati con M1 Americani.
Hai proprio ragione!Originariamente Scritto da piesse
Pvt Guy P Rossi
Questo è ovvio e conosciuto.Originariamente Scritto da Blaster Twins
Inoltre, aggiungo, le decorazioni che molto raramente si trovano su detti elmetti, di solito sul lato sinistro il serpente che fuma o lo scudetto azzurro frontale con su scritto Brasil, non erano regolamentari ma iniziative personali, per cui moltissimi elmetti della FEB sono assolutamente indistinguibili da quelli normali americani.
Qualche volta (detto dagli amici brasileiros) ci aiuta trovare il nome scritto all'interno del liner, ma può trattarsi anche di forniture postbelliche.
Quindi, certezze poche.
Questo tipo di caschi, leggeri e certamente non balistici, sempre secondo le notizie di provenienza brasiliana, talvolta venivano utilizzati in retrovia, quasi per vezzo, ma ripeto ancora una volta, io NON ho alcun riscontro fotografico che siano stati usati anche qui in Italia.
ah, per inciso, ricordo che anche il BEF è una sigla esistita, ma si trattava del British Expeditionary Force comandato la Lord Gort in Francia nel 1940, quello che in parte evacuò da Dunquerque.Originariamente Scritto da EnzoLuca
A proposito del serpente che fuma,sicuramente quasi tutti lo sanno,ma secondo me è una piccola curiosità* storica che voglio condividere con tutti.Allora,qualcuno affermò che sarebbe stato più facile vedere un serpente fumare che il FEB scendesse sul campo,così il FEB adottò come simbolo il serpente che fuma la pipa.
BRASILE.jpg
Premessa: non sarò breve......
Perlerò di un elmetto cominciando da una data che in Brasile è funesta ed ha tutt'oggi il triste sapore di una giornata di Lutto Nazionale: 16 luglio 1950.
Quel giorno nel nuovissimo e immenso Stadio Maracanà* di Rio de Janeiro si disputò la finale della Coppa Rimet (come allora si chiamava il Campionato del Mondo di calcio).
Era il primo campionato del dopoguerra, dopo una parentesi di dodici anni; fu scelta come sede l'America Latina, poiché l'Europa era ancora troppo dissestata, sia in senso materiale che morale.
Parteciparono solo 13 squadre, assenti illustri quali Argentina e Austria, che decisero di non partecipare, altri "esclusi d'ufficio" come Germania e Giappone, oltre all'assenza di tutti i Paesi Comunisti.
Di fronte ad uno stadio gremito da 203.850 spettatori, per la stragrande maggioranza brasiliani, si incontravano in finale due grandi rivali: il Brasile e l'Uruguay, capitanato da Obdulio Varela.
Ma qui lascio la parola ad uno stralcio di un articolo pescato in rete, che descrive bene il momento:
Le squadre si schierarono davanti al palco delle autorità* e fu allora che Angelo Mendes de Moraes pisciò fuori dal vaso. Mendes de Moraes era un generale, prefetto del Distretto Federale che autorizzò la costruzione del Maracanà*. Attraverso i 254 altoparlanti dello stadio, egli gridò più forte che potè: "Voi, brasiliani, che io considerò vincitori del Campionato del Mondo. Voi, giocatori, che tra poche ore sarete acclamati da milioni di compatrioti. Voi, che avete rivali in tutto l'emisfero. Voi che superate qualsiasi rivale. Siete voi che io saluto come vincitori". Obdulio compì la cerimonia della monetina, scelse il campo e poi tornò al proprio posto senza dare la mano al direttore di gara. Non diede mai la mano ad un arbitro. Il suo primo segno d'autorità* lo diede intorno al ventottesimo minuto, quando sferrò qualcosa che alcuni interpetarono come un cazzotto e altri come una schiaffo a Bigode. Il secondo lo dette in apertura di secondo tempo, dopo il gol del Brasile. Obdulio prese il pallone e il mondo intero dovette aspettare 73 lunghissimi secondi che smettesse di parlare con arbitro e guardalinee nel suo spagnolo imbastardito e che lo restituisse. Il Maracanà* era furioso, ma con quel gol il Brasile finì col sentirsi campione. Obdulio invece voleva una reazione, e andò dal suo compagno Julio Perez chiedendogli a brutto muso: "sangue, voglio il sangue". L'Uruguay pareggiò con Schiaffino, poi, al 33' del secondo tempo, passò in vantaggio con una prodezza di Ghiggia. Il Brasile restò muto. Quando, a fine gara, Jules Rimet sbucò dal sottopassaggio con la coppa tra le mani, non vide microfoni, ne banda, ne guardia d'onore. Nelle sue memorie scrisse: "Era stato tutto previsto, tranne la vittoria dell'Uruguay"...
Come avete visto, involontario protagonista "gufo" fu il Generale Angelo Mendes de Moraes, all'epoca Prefeito dello Estado de Rio de Janeiro - Districto Federal, colui che fortemente volle la costruzione del Maracana e nell'occasione, insieme alla annunciata vittoria della Selecao, forse assaporava anche il proprio personale trionfo.
Ma Angelo Mendes de Moraes non fu solo questo, naturalmente.
Nato a Rio de Janeiro ol 17 dicembre 1894, nel maggio 1913 entrò alla scuola militare di Realengo (RJ), che frequentò con profitto e da dove uscì nell'aprile 1918 col grado di aspirante ufficiale di artiglieria.
Nel 1922 era capitano e con tale grado partecipò alla campagna militare contro la Rivolta Amazzonica del 5 luglio 1924.
Nel febbraio 1928 fu promosso maggiore e nel giugno 1929 entrò a far parte della neonata Aviazione dell'esercito, nei ranghi dello Stato Maggiore e fu membro di Commissioni incaricate di potenziare la nuova Arma e creare basi e reparti.
Nel settembre 1938 divenne colonnello e nel dicembre dello stesso anno inizio il suo servizio all'Estero come addetto militare, in particolare fu invitato dai Governi Tedesco e Italiano e passò diversò tempo sia in Germania che nel nostro Paese.
Nel 1941, rientrato in Patria, ritornò a far parte dell'esercito, essendo diventata l'Aviazione un corpo indipendente; promosso Generale, fu impiegato al Ministero della Guerra, occupandosi tra l'altro anche della preparazione del FEB, che di lì a poco avrebbe combattuto in Italia.
Nell'agosto del 1946 divenne Generale di Divisione e l'anno successivo, mese di giugno, fu nominato Prefeito del Districto Federal (Rio de Janeiro) durante la presidenza del Gen. Enrico Gaspar Dutra (1946-1951).
L'anedotto storico-calcistico si riferisce propio a questo periodo.
Nel 1951, col ritorno al potere di Getulio Vargas, col quale il nostro Generale non andava troppo d'accordo, ritornò alle funzioni puramente militari, ancora salito di grado, ora General de Exercito, Capo Dipartimento nell'amministrazione delle Forze Armate.
Quando l'avventura di Vargas si concluse, tragicamente, col suicidio, il Brasile si trovò in un momento di estrema confusione politica e anche Mendes de Moraes fu coinvolto, assumendo importanti incarichi politici e Governativi, incarichi che mantenne senza interruzione fino al 1971, quando, oramai 75enne, si ritirò, restando comunque politicamente impegnato fino alla sua morte, avvenuta, quasi centenario, il 17 gennaio 1990.
Quindi, come vedete, un personaggio certamente importante e significativo nella storia brasiliana del 900.
Ebbene, quello che vi presento è un elmetto che è stato usato dal personaggio in questione.
Si tratta di un elmetto in fibra, da parata o cerimonia, colore bianco, epoca anni 40, con una targhetta scritta a macchina col nome del generale.
Le foto sono del venditore, l'elmetto è attualmente in viaggio, insieme ad una altro, simile ma verde, da Ufficiale normale.
Però mi piaceva presentarvelo.
Anche se non si tratta di un bidecal-camo-Normandia, spero lo apprezzerete ugualmente.
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