Ciao a tutti
faccio il mio ingresso nella sezione schegge di storia raccontandovi un fatto accaduto in Garfagnana, quindi in provincia di Lucca, all`epoca della seconda guerra mondiale. Siamo nel 1945, è febbraio ed è appena cominciata l`offensiva alleata denominata ‘Quarto Termine`, che avrebbe dovuto scardinare le difese italo-tedesche e che invece terminò con un nulla di fatto in quanto né gli alpini della divisione Monterosa, né i bersaglieri della divisione Italia erano intenzionati a cedere quelle posizioni duramente conquistate durante la famosa Wintergewitter, l`offensiva tedesca sviluppatasi su tutto il fronte della Garfagnana e cominciata alle ore 00.00 del 26 dicembre 1944 (le "Ardenne" italiane!!).
Ma torniamo alla nostra storia e proseguo dicendo che i bombardamenti era intensissimi e il cielo era costantemente solcato da numerosi velivoli di vario tipo, ovviamente alleati. Infatti l`ultimo caccia tedesco che si vide in Garfagnana risale al 10 luglio 1944, quando, da solo, attaccò una formazione di fortezze volanti e il combattimento che si sviluppò fu seguito da numerosissimi garfagnini (tra cui anche mia nonna). Uno dei principali obiettivi dei caccia bombardieri era la linea ferroviaria Castelnuovo Garf. - Aulla, che , convertita in strada, permetteva il transito dei rifornimenti. Siccome di vitale importanza era protetta da numerose installazioni antiaeree. E fu proprio una di queste (ipotizzo quella di Camporgiano o di Piazza al Serchio) che il 6 febbraio abbattè il P47 Thunderbolt del 2nd Ltn Alfred R. Lith. Egli apparteneva al 66th Fighter Squadron ( di stanza a Grosseto) del 57th Fighter Group, che a sua volta faceva parte della 12th Air Force.
Il tenente Lith riuscì a gettarsi dall` aereo, che si schiantò nei pressi di un piccolo paese: Caprignana. L`aviatore però fu presto catturato e affidato alla sezione GNR della divisione Monterosa e poi condotto a Camporgiano, dove era situato il comando della suddetta divisione alpina. Qui fu interrogato e due giorni dopo, l`8 febbraio, fu affidato in custodia ad alcuni militari per essere tradotto nel carcere, che si trovava fuori dall`abitato. Durante il tragitto però qualcosa andò storto, soprattutto per Alfred Lith, in quanto cadde a terra ferito a morte da un colpo di arma da fuoco. Che cosa sia successo nessuno lo saprà* mai, ad ogni modo fu fornita una versione ufficiale, la quale affermava che durante la traduzione il Ten. Lith aveva tentato la fuga e i militari ovviamente non poterono fare altro che aprire il fuoco. Secondo alcuni testimoni però l`aviatore americano era zoppicante in seguito all`atterraggio con il paracadute e quindi sarebbe alquanto inverosimile una fuga, soprattutto di corsa. Certo è che sul corpo fu trovato il segno di ferita di un solo colpo di fucile e questo escluderebbe l`ipotesi di una fucilazione, ma che a sua volta rafforzava l`idea di una fuga. Qualcuno disse anche di aver visto un ufficiale fare un gesto che sottintendeva ad un ordine di fuoco. L`ufficiale sopra menzionato si chiamava Italo Simonitti (in realtà* dalla popolazione locale era conosciuto come Simonetti) ed era capitano della Gendarmeria della "Monterosa". Comunque le spoglie dell`aviere americano furono seppellite a Camporgiano e la storia potrebbe finire qua, se non fosse che dopo aver sfondato il fronte, gli americani inviarono una squadra speciale a Camporgiano per riesumare il cadavere del 2nd Ltn Lith. Di questa operazione abbiamo un testimone fidato, lo storico garfagnino Mario Pellegrinetti, autore dell`interessantissimo (..almeno per me!..) volume "Storia della Guerra Civile in Garfagnana 1943-1945", bambino all`epoca dei fatti. Cominciò allora a circolare la voce che il pilota fosse un parente di un qualche pezzo da 90 di Washington, se non addirittura il nipote del Presidente Truman. Quest`ultima fantasia fu avvalorata dal fatto che alcuni militari della Repubblica Sociale che avevano fatto parte della scorta al prigioniero o comunque erano di stanza a Camporgiano furono interrogati a lungo. Questi erano: il generale Mario Carloni, il capitano Italo Simonitti, il tenente Peruzzi, i sergenti Rossi e Benedetto Pilon.
Il tenente Peruzzi aveva buona conoscenza della lingua inglese e forniva da interprete, insieme anche a Silvio Cardosi, impiegato comunale che aveva lavorato in Inghilterra. Fu proprio quest`ultimo che come testimone riuscii a scagionare il tenente, avvalendosi anche della dichiarazione di due donne che servivano alla mensa ufficiali, una delle quali sposerà* il Peruzzi. Il Cardosi sostenne di aver fatto da interprete al prigioniero in quanto quel giorno il tenente Peruzzi non era presente, il quale fu quindi scagionato. Il sergente Rossi fu condannato ad una pena detentiva. Il generale Carloni, il capit. Simonitti e il serg. Pilon invece subirono il processo presso la Corte Marziale che si riunii a Firenze dal 25 settembre al 4 ottobre del 1946. La sentenza venne poi riveduta e resa esecutiva solo il 13 gennaio 1947 presso lo stesso tribunale. Dei tre, solo il gen. Carloni fu prosciolto ma degradato a colonnello. Il sergente Pilon fu condannato all`ergastolo e ai lavori forzati, quindi inviato al Centro di addestramento disciplinare di Livorno. Per il capitano Simonitti invece fu decretata la condanna a morte mediante fucilazione. Essa avvenne il mattino del 27 gennaio 1947 alle ore 08.30 all`interno del poligono militare di Pisa. Il capitano rifiutò la benda e il plotone d`esecuzione si schierò davanti a lui. Partì la scarica di fucileria ma il capitano Simonitti rimase in piedi benché centrato dai proiettili. I soldati USA erano stupefatti! Solo dopo aver schierato un secondo plotone e ordinato per la seconda volta il fuoco il capitano Italo Simonitti si accasciò a terra senza vita. Di questo episodio abbiamo il resoconto di un giornalista italiano, Ugo Zatterin, presente all`esecuzione. Egli scrisse: "..un erculeo maresciallo della Military Police americana ordinò l`intervento del plotone di riserva, per fucilare una seconda volte il condannato, che alla prima scarica non si era piegato sul palo, e , con gli occhi orgogliosamente schivi di benda, fissava ancora disperatamente il cielo."
Il capitano Simonitti fu sepolto nel cimitero suburbano di Pisa, dove tuttora riposa.
Il tenente Alfred Lith invece è interrato nel cimitero militare dell`Impruneta di Firenze.
Simonitti fu tra i pochissimi che furono giustiziati in Italia a guerra finita dalle truppe alleate e il trattamento così duro che gli fu riservato confermerebbe l`importante parentela del pilota statunitense. Se veramente egli era il nipote del Presidente Truman non lo sapremo mai in quanto tutt`oggi alcuni argomenti sono ancora considerati top secret negli Stati Uniti, come ad esempio lo sono il P.O.W. 337 di Coltano e il massacro di Biscari. Non sta bene che il paese simbolo della Democrazia sia tirato in ballo in simili faccende.
Non è stato mai possibile definire con esattezza l`innocenza o la colpevolezza del capitano Simonitti, che viene ricordato con molto affetto dai reduci della Monterosa e anche da un partigiano, rimasto anonimo, al quale il Simonitti ha forse salvato la vita.

[center:16cj2x6t]..."Il capitano Italo Simonitti è caduto nell`adempimento del dovere"...(Iro Roubaud, archivio storico ass. Monterosa)[/center:16cj2x6t]

Spero di non avervi annoiato e scusate la mancanza di foto ma i fatti di questo racconto sono talmente sconosciuti che né sui libri né in rete ho trovato foto di questi due personaggi