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Nel frattempo, il comando bombardieri della RAF aveva intensificato la sua attività* offensiva nei confronti della corazzata.
Un bombardamento si era abbattuto su di lei nella notte fra il 30 e il 31 marzo, senza nessun risultato.
Un nuovo più duro attacco venne sferrato il 27 aprile con la luce del giorno, ma i dispositivi nebbiogeni posti sulle rive del fiordo avevano oscurato rapidamente il cielo e le bombe erano finite tutte a terra ben lontane dallo scafo sul quale i cannoni sparando, erano riusciti ad abbattere vari attaccanti.
La Royal Navy, intanto iniziava a risentire sempre più dello stressante tour de force al quale era costretta dalla presenza minacciosa della "forza del Nord" tedesca.
Durante una scorta, la corazzata King Gorge V aveva speronato il cacciatorpediniere Punjabi che era affondato; dal momento che sul suo ponte si trovavano numerose cariche antisom, queste appena avevano raggiunto la profondità* per la quale erano state tarate, erano esplose tutte insieme proprio sotto la prora della corazzata.
Questi incidenti dovuti all`attività* supplementare "anti-Tirpitz" erano inammissibili, in considerazione delle altre attività* che queste unità* avrebbero dovuto svolgere.
La dimostrazione più evidente e più tragica, dell`influsso esercitato dalla presenza della supercorazzata, si ebbe nell`estate del 1942, quando appunto la semplice minaccia di un suo possibile intervento fu la causa diretta delle traversie dello sfortunato convoglio PQ-17.
Ai primi di luglio il convoglio alleato (PQ-17) composto da 34 unità* da trasporto fortemente scortate era stato attaccato e massacrato dagli U-Boote e dai bombardieri della Luftwaffe.
La Tirpitz e l`Admiral Hipper erano state allettate e fatte uscire in mare per partecipare alla mattanza dei mercantili, ma mentre si dirigevano verso la zona di caccia (questa era già* cominciata da un paio di giorni), alle 22 del 4 luglio, era giunto l`ordine "invertire la rotta.Rientrare"
Aerei e sommergibili avevano affondato 23 mercantili su 34
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Mentre la Tirpitz non aveva neanche sentito il rumore delle esplosioni.
La costernazione era calata tra i marinai.
Il morale degli uomini della corazzata tedesca iniziava a registrare pericolose oscillazioni, erano mesi e mesi che vivevano fra pareti d`acciaio e nessun risultato positivo li aveva ricompensati.
L`importanza strategica della nave nelle acque norvegesi, non era materialmente palpabile per il cannoniere o per il segnalatore, che vedevano i risultati tangibili della guerra per mare, soprattutto nelle immagini delle navi nemiche in fiamme.
Vi fu anche un caso di diserzione (da noia), un marinaio venne preso mentre tentava di passare la frontiera svedese, fu processato e condannato a morte bisognava dare un esempio.
Dopo la fucilazione avvenuta sul ponte alla presenza dell`equipaggio, non si ripeterono più casi del genere.
Dopo il citato attacco la Tirpitz venne inviata a Trondheim per lavori di lunga durata, benché le attrezzature locali per i lavori di raddobbo non fossero nemmeno paragonabili a quelle dei porti tedeschi.
Adesso che la corazzata era immobilizzata per qualche tempo e visto che fino a quel momento le azioni dell`aria erano servite solo a perdere bombardieri ed equipaggi , gli inglesi tentarono di metterla fuori combattimento adottando un nuovo sistema.
Si sarebbero serviti di mezzi d`assalto simili a quelli italiani utilizzati ad Alessandria.
Ribattezzata "Chariot" , questa versione britannica era praticamente identica al "maiale" italiano.
Data la distanza fra la base dei mezzi e la Tirpitz, si era deciso di avvicinare le "Chariots" e gli operatori a Trondheim con l`ausilio di un innocuo peschereccio.
Il 26 ottobre il peschereccio Arthur, al comando di Leif Larson uno dei capi più attivi della resistenza norvegese, lasciò le Shetland portando a bordo 6 uomini e i loro siluri.
Riuscirono a riparare un`avaria al motore dell`Arthur e a sfuggire a un controllo dei tedeschi, ma la sfortuna si accanì quando si trovavano a soli 5 miglia dall`obiettivo, a causa del maltempo i Chariot che venivano rimorchiati in immersione andarono alla deriva e furono perduti.
I piloti, tranne uno dopo essere sbarcati in un fiordo si misero in salvo attraversando il confine svedese e la Tirpitz una volta volta di più era sfuggita alla distruzione.
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La prima e unica volta che la Tirpitz impiegò il suo armamento principale fu nel settembre 1943, ma contro un obiettivo che non poteva certo essere considerato un rivale adeguato.
Fu contro la stazione meteorologica situata alle Spitzbergen da dove i norvegesi trasmettevano oltre agli spostamenti dei ghiacci e bollettini meteorologici, anche notizie utili agli inglesi.
Comunque i risultati di questa incursione furono deludenti, infatti 15 giorni dopo fu rimessa in funzione e i tedeschi non avevano fatto altro che sprecare una parte delle loro esigue riserve di combustibile.
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La Royal Navy reagì a questa incursione effettuando un rinnovato tentativo per distruggere la corazzata, servendosi questa volta di sommergibili tascabili chiamati "battelli X".
Ma di questo parleremo nella prossima puntata
fine terza parte
fonte cartaceo cocis49