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[APP] Forti,divieti,poesie,spie nella Verona austr.dell'800
Vorrei presentarvi qualcosa di un po' diverso dal solito reportage su qualche opera fortificata. Qualche foto di documenti cartacei che ho scattato in occasione di una mostra tenutasi a Verona nei mesi scorsi per il 150° dell'unità. Immagini che potrebbero raccontare piccoli frammenti di vita quotidiana all'ombra della grande storia, testimonianze di un epoca ormai remota, in una città che verso gli anni '60 dell' 800 era tra le più militarizzate e fortificate d'Europa, e dove la stessa presenza di fortezze in continua espansione, di un imponente apparato militare di supporto e di una numerosa guarnigione influiva, nel bene e nel male, molto direttamente sulla vita economica, sociale e pratica dei veronesi. Il filo conduttore che unisce le immagini, foto di manifesti ufficiali e del testo di una poesia dialettale, è ovviamente l'importanza delle fortificazioni, quelle austriache del Quadrilatero, nella percezione della gente.
La prima foto ritrae un manifesto che venne affisso in giro per la città nel giugno 1866, alla vigilia della 3° Guerra d'Indipendenza. Un avviso alla cittadinanza, emanato dalla giunta civica comunale, che ricorda una volta di più, casomai ce ne fosse bisogno, il divieto assoluto per i civili di avvicinarsi alle numerose fortificazioni (e aree militari) ormai presenti intorno a Verona in questa epoca. Nel '66 la città, oltre ad avere una poderosa cinta continua murata bastionata, era circondata da ben 30 forti esterni.
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Re: Forti, divieti, poesie, spie nella Verona austriaca dell
Qui un altro pubblico avviso della giunta municipale che il 30 maggio 1866, su richiesta dell'Imperial-Regio Comando d'Armata, fa presente che, con la messa in stato di guerra di tutta la piazzaforte veronese, tra i vari preparativi riguardanti i forti si sta praticando l'abbattimento di tutti gli alberi vicini ai medesimi, per allargare la visuale del campo di tiro ed eliminare possibili rifugi per un nemico avanzante. Nello stesso tempo si avvisa anche che potrebbe arrivare l'ordine di allargare ulteriormente l'area di questo disboscamento, portandolo a tra 1200 e 1300 metri dai forti. Si avvisa anche, a beneficio dei proprietari dei terreni interessati, per alleviarne i danni, che ci sono delle eccezioni per alcuni tipi di piante e come regolarsi per ottenerle. Vengono nominate le principali opere fortificate che circondavano Verona.
Considerata la quantità dei forti veronesi, si comprende come questi disboscamenti nell'imminenza della guerra avessero un certo peso anche economico. Va aggiunto che a fronte di questi disagi, proprio il continuo sviluppo delle fortificazioni a partire dagli anni 1830 aveva dato occasioni di lavoro discretamente remunerato (relativamente agli standard dell'epoca) a moltissimi veronesi; la costruzione e la fornitura dei materiali erano appaltate a imprese del luogo dietro regolari concorsi. Per cui era diffuso un relativo benessere, e non c'è troppo da stupirsi se Verona tutto sommato era la città probabilmente più austriacante di tutto il Lombardo-Veneto...
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Re: Forti, divieti, poesie, spie nella Verona austriaca dell
Una curiosa poesia tra il satirico e il goliardico, di soggetto patriottico italiano, ma in lingua veneta, apparsa su qualche pubblicazione poche settimane dopo il ritiro dell'Austria dal Veneto nell'ottobre 1866, a seguito della sconfitta contro i Prussiani a Sadowa. Tra le altre cose vi vengono citati pure i forti del Quadrilatero, baluardo formidabile che sarebbe costato agli Italiani perdite elevatissime, se impegnato direttamente, per cui è stato solo grazie all'intervento divino se quelli se ne sono andati...
Traduco la parte in questione:
"E questi asini non sanno,
che il Signore ci ha aiutati
perchè se ne andassero fuori dall'anima?
Se non c'era Quel di sopra
come volete che andassero fuori
da questo Quadrilatero?
Chi sa quanti, sotto i forti,
degli Italiani sarebbero morti
per cercare di toglierglielo
Se le cose non si voltavano
senza dubbio restavano"
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Re: Forti, divieti, poesie, spie nella Verona austriaca dell
Questa foto ritrae un dettaglio del manifesto ufficiale relativo a uno degli episodi più famosi del Risorgimento, quello del processo e della condanna dei congiurati noti come Martiri di Belfiore negli anni 1851-1853. E' il proclama dove vengono elencati i capi d'accusa di tutti gli imputati coinvolti, e quindi le relative sentenze. L'episodio è ben noto, rappresenta uno dei punti salienti delle congiure antiaustriache mazziniane dopo la guerra del 1848-49, per cui non starò ad entrare nei dettagli, per i quali basta una rapida ricerchina su Google. Ma quello che interessa a noi qui, e ciò che mi ha spinto a fotografare un dettaglio di questo proclama, è l'elencazione, sulla stessa riga, di 3 imputati dai cognomi palesemente stranieri in mezzo a una lunga lista di italiani: tali Gyorfy Pietro, Walla Luigi e Kiraly Giovanni. In realtà, come ho appreso da qualche rapida ricerca successiva, anche i nomi propri sono ovviamente stati italianizzati come era uso all'epoca per la pubblicazione sulle sentenze processuali, e questi erano tre soldati ungheresi di stanza con i loro Imperial e Regi reparti nel Lombardo-Veneto e in particolare a Verona. I tre avevano più o meno già avuto qualche simpatia per i recenti moti d'indipendenza magiari, per cui era stato facile per loro cedere alle lusinghe dei comitati rivoluzionari mazziniani mantovano e veronese, che erano alla ricerca di infiltrati e spie per carpire informazioni, segreti militari ai fini di una prossima rivoluzione o per una ripresa della guerra da parte del Regno Sabaudo.
Leggiamo quindi nel capo d'imputazione dei 3 militari asburgici fedifraghi affigliati alla congiura, che, avendo preso denaro dai comitati mazziniani, essi avevano rivelato informazioni sulla forza e dislocazione delle truppe. Ma la parte che ci interessa è che il soldato Kiraly, di stanza in Verona, aveva disegnato la pianta di un Forte veronese ad uso della società rivoluzionaria mazziniana di questa città.
Il proclama non ci dice altri dettagli su questa vicenda. Possiamo immaginare che il nostro, per riuscire a disegnare la mappa di un forte, doveva quantomeno essere parte della guarnigione dell'opera, o avere almeno motivi per entrarvi spesso.
E testimonia che doveva esserci un vivo interesse da parte dei nemici dell'Austria nei confronti di tutte le nuove strutture fortificatorie che andavano sorgendo già da anni, interesse che doveva alimentare numerosi tentativi di spionaggio.
Il soldato Kiraly Johann
Qualche altra ricerca rivela che all'epoca del coinvolgimento nella congiura e successivo arresto il nostro aveva 22 anni, era caporale, nativo di Palota in Ungheria, in forza all' I.R. Reggimento di Fanteria Wocher no. 25, con buona conoscenza del tedesco. Una volta arrestato, si dichiara pentito, chiede la grazia e collabora descrivendo gli incontri con i mazziniani. Il tribunale lo condanna per alto tradimento a morte per impiccagione, verrà in realtà salvato con la pena commutata in 12 anni di "lavori forzati con ferri pesanti".
Il forte
Ma quale era il forte veronese di cui il soldato Kiraly aveva disegnato la mappa? La sentenza non lo dice, ma si tratta del Forte Scholl (in epoca italiana dopo il 1866: Gazometro). Costruito verso il 1838, aveva un tipico impianto poligonale su due piani casamattati, prevedeva una guarnigione di circa 300 uomini ed era destinato a difendere il lato sud-est della cinta bastionata veronese. Tra i primi forti esterni costruiti intorno la città, è oggi totalmente sparito essendo stato demolito negli anni 1930 per ampliare il vicino cimitero. Rimane solo una foto d'epoca in cui compare in secondo piano, e le mappe originali austriache (la pianta disegnata da Kiraly esisterà ancora negli atti processuali?).
Re: Forti, divieti, poesie, spie nella Verona austriaca dell
[257
Interessante, non è che riesci a mettere tutta la poesia...???
[249
Re: Forti, divieti, poesie, spie nella Verona austriaca dell
Citazione:
Originariamente Scritto da Franz56
[257
Interessante, non è che riesci a mettere tutta la poesia...???
[249
Mi spiace, ne avevo fotografato un altro pezzo, ma è venuto talmente sfocato da essere illeggibile [notok
Mi scuso anzi per la scarsa qualità di queste immagini, ma purtroppo in quella mostra vietavano di usare il flash e l'illuminazione dei locali (nell'ex Arsenale austriaco) era pessima, cosa che ha mandato in crisi la mia compatta...
Re: Forti, divieti, poesie, spie nella Verona austriaca dell
Pezzi di storia ai più sconosciuta, interessante [264
Re: Forti, divieti, poesie, spie nella Verona austriaca dell
Citazione:
Originariamente Scritto da cocis49
Pezzi di storia ai più sconosciuta, interessante [264
Decisamente. [264 Da leggersi tutto d'un fiato.
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Re: Forti, divieti, poesie, spie nella Verona austriaca dell
Aggiungo una planimetria tracciata dal Genio austriaco del Forte Scholl/Gazometro.