le memorie del reduce in poesia: "ninna nanna del fante"
NINNA NANNA DEL FANTE
Dormi, corpo, dormi
Che a difenderti ci penso io.
Mangia il sonno a mascelle piene.
Ninna nanna, corpo mio.
Sdraiàti nel fango si sta bene.
Tu ci dormi come un dio.
Quest' è un mio braccio. E questo un osso.
Questo non capisco che è.
Questa mano dura e nera
è d' un vicino o è mia di me?
Dov' è la testa?
Non è la mia questa.
Eccola qui, la bocca, il naso.
Dormi, corpo, ci sei tutto.
Ah, non sapevi, prima,
com' è bello grattarsi tutto
poi lasciarsi andar giù,
caro corpo mio stanco e sporco
che, sbragato nel fango dormi
il più bello dei tuoi sonni.
MASSIMO BONTEMPELLI
Trincee del Carso, 1916