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Collaboratore
le memorie del reduce in poesia: "ninna nanna del fante"
NINNA NANNA DEL FANTE
Dormi, corpo, dormi
Che a difenderti ci penso io.
Mangia il sonno a mascelle piene.
Ninna nanna, corpo mio.
Sdraiāti nel fango si sta bene.
Tu ci dormi come un dio.
Quest' č un mio braccio. E questo un osso.
Questo non capisco che č.
Questa mano dura e nera
č d' un vicino o č mia di me?
Dov' č la testa?
Non č la mia questa.
Eccola qui, la bocca, il naso.
Dormi, corpo, ci sei tutto.
Ah, non sapevi, prima,
com' č bello grattarsi tutto
poi lasciarsi andar gių,
caro corpo mio stanco e sporco
che, sbragato nel fango dormi
il pių bello dei tuoi sonni.
MASSIMO BONTEMPELLI
Trincee del Carso, 1916
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Utente registrato
"Terribilmente" bella.
Esprime tutta la tragicitā della guerra.
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Collaboratore
Inedito del 1916 scritto in trincea dal giovane Bontempelli che, divenuto Accademico d' Italia nonchč una delle figure di punta dell' "intellighenzja" fascista la pubblicō nel 1936 sulla rivista QUADRANTE come omaggio al valore dei soldati italiani, allora impegnati nella conquista dell' Impero in A.O.
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