E' un falso storico.Citazione:
Originariamente Scritto da Iannik
Me l'hanno confermato anche un paio di storici, fa parte delle credenze popolari.
Radio Mosca non ha speso una parola (sorry)
ciao
marcuzzo
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E' un falso storico.Citazione:
Originariamente Scritto da Iannik
Me l'hanno confermato anche un paio di storici, fa parte delle credenze popolari.
Radio Mosca non ha speso una parola (sorry)
ciao
marcuzzo
Lo immaginavo, al pari di quelle di Radio Londra sui "leoni della Folgore"Citazione:
Originariamente Scritto da marcuzzo
grazie mille per l'info.
Questo libro non l'ho ancora preso, però nei parecchi altri che ho letto sull'argomento Rigoni, Bedeschi, ecc. proprio dalle parole dei protagonisti o anche da reduci della guerra d'Africa da me conosciuti, traspare sempre la descrizione sulla carenza o inadeguatezza degli equipaggiamenti che avevamo in dotazione negli ambienti particolarmente difficili e inospitali teatro delle operazioni! Non mi pare perciò che queste siano solo dicerie o i soliti luoghi comuni se a dirlo è chi la provato sulla sua pelle!
Poi chi ha passato quell'inferno, (come anche tutti gli altri reduci della campagna di Russia che in seguito hanno messo sulla carta le esperinze vissute), si sia chiesto chi è stato l'artefice dell' inutile dramma e sia molto critico non mi stupisce e starei attento nel dire che l'autore ha eccessivamente politizzato i racconti riversando le responabilità* su chi effettivamente fù il maggior artefice di quel disastro.
Per forza di cose l'esser sopravissuto a quella esperienza ti condiziona politicamente e se racconti la tua esperienza, questo sicuramente traspare.
Sul discorso degli armamenti i reduci in genere, ne parlano o per descrivere la paura provocata dalle armi, magari molto efficienti del nemico o per descrivere l'inadeguatezza delle nostre.
Di parlarne come lo facciamo noi nel forum non ne vogliono sapere.....ne hanno avuto abbastanza all'epoca!!
La prigionia è un capitolo conseguente la sciagurata idea di mandare i nostri soldati in Russia e qui subentrano altre responsabilità* sulle condizioni di come sono stati trattati o fatti morire i nostri militari!
Bibbliografia in merito mi sembra ce ne sia molto meno rispetto a quella sulla ritirata.
In nessun libro di memorie (da me letto), nemmeno in quelli di Rigoni o Corradi (che in seguito faranno precise scelte di campo),c'è una politicizzazione come quella attuata da Caruso (nato nel '50).Se l'hanno evitata i reduci, sulle cui memorie il libro si basa, non vedo perchè lo debba fare uno che,come me, la guerra l'ha vista solo nei documentari.Citazione:
Originariamente Scritto da Peo
Non sostengo certo che il materiale o l'armamento adoperato in Russia fosse adeguato, ma, secondo te, uno che dice che noi eravamo svantaggiati perchè avevamo il'91 che sparava 6 colpi al minuto e il fucile mitragliatore Beretta che ne sparava 38, mentre i Russi avevano il PPSH che ne sputava 75,parla con cognizione di causa?
Per il vestiario un conto è fare un articolo di ricerca, come fatto da Cappellano nell'eccellente articolo apparso nel numero 101 di Storia Militare, fornendo dati e fonti, oppure riportare le impressioni dei reduci, un altro è dire "noi eravamo vestiti male mentre tedeschi e russi avevano tutto".
Personalmente mi tengo scritti e opinioni dei Reduci, sulle cui parole non sono nemmeno degno di commentare.
Le parole dei reduci (specie dopo 60 anni) vanno prese non con le molle, ma con le pinze da altoforno.Citazione:
Originariamente Scritto da lorenzo85
Sulla Campagna di Russia, invece, è passata la tesi dei Rigoni Stern o peggio dei Revelli (la sua militanza politica lo portò ad avvallare in una Commissione statale la presunta strage dei superstiti dell'ArmIR da parte dei tedeschi in Polonia nel 1943!!!) che gli Alpini (come ci fossero solo loro in URSS, peraltro) fossero "persone semplici, mandate a combattere una guerra non sentita, che volevano solo tornare a baita, e dopo la catastrofe nazifascia, i pochi superstiti si sono uniti tutti nella guerra vera per uomini veri -non per marionette fanatiche nazifasciste- cioè la guerra di Libbbberazione".
Peccato che gli Alpini che nella RSI militarono nella Monterosa, Tagliamento, Valanga, etc smentiscano tale manichea e politicamente interessata grossolana semplificazione.
Sulle armi, Revelli è semplicitamente patetico nella sua partigianeria: "i tedeschi abbronzati prendevano il sole sui Panzer della tradotta, loro 4 tedeschi un Panzer, noi con le fasce mollettiere". E il 91, e le scarpe con suola di cartone...
Come se il 90% della Heer non fosse ippotrainata, come se le fasce mollettiere fino al 1941-1942 non le avessero molti altri eserciti al mondo, come se il 98k, il Moisin Nagant, lo Springfield 1903 etc non fossero TUTTI coetanei del 91, come se paragonare una SMG come il Ppsh ad un fucile fosse logico, come se i tedeschi nel 1941 non avessero leggere divise in panno e stivali in cuoio con chiodi, inadeguati al freddo nè più ne meno come le nostre divise...
La triste realtà* è che avevamo ufficiali inadeguati e una truppa che esprimeva tutti i limiti della ns nazione ai primi del 900 - e in parte ancora oggi: ignoranza diffusa, sfiducia nella leadership politica e una nazione ancora da unificare.
In generale, solo le unità* con altro spirito di corpo dovuto a omogeneità* regionale o "consapevolezza d'elite" come Alpini, Cavalleria o Bersaglieri o fortemente motivate "ideologicamente", come i Btg M o la Folgore, o molto "tecniche", Carristi, Guastatori, per alcuni versi la nsotra artiglieria potevano dimostrare un discreto-buono "Combat power", il resto, in linea di massima, potevano essere solo le unità* di seconda scelta che si dimostrarono, specie dopo che i limitati successi divenivano pesanti sconfitte.
Un libro interessante su tali temi è questo (a parte il titolo italiano, molto engagè e che non dà* la giusta idea del taglio scientifico dell'opera...)
INVASORI, NON VITTIME
La campagna italiana di Russia 1941-1943
Sulla base di documenti d`archivio italiani e tedeschi, l`autore inquadra la campagna di Russia in un contesto più ampio, prendendo in esame la conduzione della guerra, la politica d`occupazione italiana sul fronte orientale e descrivendo il comportamento della popolazione civile, il trattamento dei prigionieri di guerra, il clima che si respirava nell`Armata italiana e i reali rapporti con gli alleati tedeschi.
Lingua italiana
343 pagine
alcune illustrazioni in b/n
f.to 14x21 cm
Euro 22,00
liberazione con una b sola .
quegli uomini sono stati mandati lassu' con la stessa faciloneria e organizzazione con cui a pasquetta si va a far merenda sui prati , presupponendo che il tutto finisse in breve tempo e senza problemi .
il fatto che chi , dopo l' otto settembre , si riarruolo' nelle truppe della rsi neghi queste cose e' semplicemente in linea con le convinzioni che li hanno portati a quella scelta .
noi non abbiamo passato un inverno su quel fronte quindi non possiamo sapere quello che hanno passato e come lo hanno vissuto , ne' con quali mezzi o attrezzature .
non credo che i ricordi di chi ha vissuto quella tragedia siano da sottovalutare se non addirittura ignorare .
chiaramente i loro ricordi risentono delle loro convinzioni ma senza di essi non avremmo niente per capire cosa successe allora .
Risposta un pò sciocchina; con questo metro siccome "non abbiamo passato" e quindi "non possiamo sapere", non potremmo neanche sapere alcunchè, chessò, dei Romani, o dei Bizantini, o dei Napò, tanto non ci siamo stati.Citazione:
Originariamente Scritto da u03205
Il tuo riferimento poi che non possiamo sapere che materiali etc avevano all'epoca, scritto su di un forum di MILITARIA, poi, è sinceramente ridicolo, per non dire altro.
Sui reduci, e ne so qualcosa, poichè al tuo contrario è da anni che -professionalmente- mi occupo della raccolta, catalogazione e anche della pubblicazione di memorie di veterani, sono un tassello della conoscenza di una data vicenda storica, ma non certo il più importante (e particolarmente ora che i loro ricordi risentono di 60 anni di fattori esterni).
Infinitamente più importanti sono i documenti.
Il tuo riferimento al fatto che chi militò nella RSI "neghi" è totalmente inappropriato (mai detto tale corbelleria, che quindi ti appartiene in toto); è vero invece che è passata una vulgata del "reduce Russia-alpino-che si tramuta in antifa paladino della libbbbbbbbbbbbberazione" come se fossero TUTTI diventati partigiani, mentre molti, nonostante l'esperienza in Russia, finirono nella Monterosa, Valanga, Tagliamento, etc.
E, per esempio, nel Valanga ci finirono combattenti che in Russia si distinsero nei combattimenti più pesanti, come il Cap. Manlio Maria Morelli, del XXX Guastatori.
http://associazioneitalia.blogspot.com/ ... alnga.html
Studia non solo le "b" di liberazione, che è meglio.
Su di una cosa puoi avere ragione: l'improvvisazione; che però non fu propria solo del Fascismo, ma, da Cavour alle ns avventure coloniali REGIE, alla ns missione in Iraq, sembra sia una caratteristica della ns storia patria.
Peccato che gli Alpini che nella RSI militarono nella Monterosa, Tagliamento, Valanga, etc smentiscano tale manichea e politicamente interessata grossolana semplificazione.
questo l' hai scritto tu ? [137
Risposta un pò sciocchina; con questo metro siccome "non abbiamo passato" e quindi "non possiamo sapere", non potremmo neanche sapere alcunchè, chessò, dei Romani, o dei Bizantini, o dei Napò, tanto non ci siamo stati.
siamo sicuri che le cose nel passato siano andate proprio cosi'?
oppure l' avere le memorie di chi le ha vissute potrebbe magari capovolgere le cose ?
Il tuo riferimento poi che non possiamo sapere che materiali etc avevano all'epoca, scritto su di un forum di MILITARIA, poi, è sinceramente ridicolo, per non dire altro.
chi ha parlato del non sapere cosa avevano
Sui reduci, e ne so qualcosa, poichè al tuo contrario è da anni che -professionalmente- mi occupo della raccolta, catalogazione e anche della pubblicazione di memorie di veterani, sono un tassello della conoscenza di una data vicenda storica, ma non certo il più importante (e particolarmente ora che i loro ricordi risentono di 60 anni di fattori esterni).
Infinitamente più importanti sono i documenti.
chi scrive i documenti ?
Il tuo riferimento al fatto che chi militò nella RSI "neghi" è totalmente inappropriato (mai detto tale corbelleria, che quindi ti appartiene in toto); è vero invece che è passata una vulgata del "reduce Russia-alpino-che si tramuta in antifa paladino della libbbbbbbbbbbbberazione" come se fossero TUTTI diventati partigiani, mentre molti, nonostante l'esperienza in Russia, finirono nella Monterosa, Valanga, Tagliamento, etc.
evita , c' e' morta un po' di gente credendo in quella parola
E, per esempio, nel Valanga ci finirono combattenti che in Russia si distinsero nei combattimenti più pesanti, come il Cap. Manlio Maria Morelli, del XXX Guastatori.
http://associazioneitalia.blogspot.com/ ... alnga.html
e qui mi ricollego a cio' che avevo detto riguardo al negare l' inefficenza : se parteggi per tizio , non puoi certamente dire che non ti ha organizzato al meglio
Studia non solo le "b" di liberazione, che è meglio.
Su di una cosa puoi avere ragione: l'improvvisazione; che però non fu propria solo del Fascismo, ma, da Cavour alle ns avventure coloniali REGIE, alla ns missione in Iraq, sembra sia una caratteristica della ns storia patria.
Citazione:
Originariamente Scritto da u03205
Scusami se non ti rispondo ma non mi occupo di fantascienza o "storia con i se".