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Quando ero ragazzino, il mio vicino di casa, sig. Pietro, reduce dalla Campagna dell'A.S., mi raccontò che il suo reparto venne fatto prigioniero dai britannici.
Erano trattati, diceva, con brutalità ed angherie continue, ridotti alla fame ed alla sete.
Egli con altri suoi commilitoni, visto l'andazzo, tentarono la fuga.
Lo scopo era darsi prigionieri dell'esercito U.S.A., che aveva un campo POW nei pressi, e vi riuscirono.
Vennero in seguito inviati negli Stati Uniti e, da quanto raccontò, sempre trattati con rispetto e stipendiati per il lavoro che svolgevano quali POW.
Tornato a casa a fine conflitto, sano ed in forze, il sig. Pietro -da allora noto a tutti come "Pit"- benediceva sempre il coraggio che lo fece scappare dagli inglesi e che gli evitò la morte per malattie ed inedia come toccò a molti suoi compagni di sventura, prigionieri dell'esercito di Sua Maestà.
Purtroppo ero troppo giovane e non approfondii nei dettagli località, reparti, ecc.
Poi, è vero, ci furono i campi "riservati" alle truppe strettamente legate al Regime o, poi, alla R.S.I., o per i tedeschi alle SS, ma questa è un'altra, terribile, faccia della medaglia.
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