Sulla rivista francese Avions n° 73 dell’aprile 1999 in un articolo di Jean-Louis Roba dedicato agli aerei di p.b. riutilizzati dalla Luftwaffe oltre alle vicende del “Blonde Bomber II” e del “Sunshine” viene narrata (purtroppo senza foto in quanto testimonianza orale di un ex- pilota tedesco) la cattura di un altro B-24 atterrato a Ghedi nel 1944. Eccone il testo tradotto in italiano.
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L’ex- Uffz. Ewald Schummer, pilota da caccia in forza alla 5./JG 77 ricorda: « Nella giornata del 12 luglio 1944 decollammo su allarme per due volte. Quando il nostro gruppo si alzò in volo per la seconda volta, per riunirci circuitammo in larghi giri sulla verticale dell’aeroporto di Ghedi. In quel momento scorsi un quadrimotore in volo a circa due km di distanza. Senza autorizzazione allargai il mio cerchio per avvicinarmi al velivolo sconosciuto. Vista la deriva doppia, lo identificai velocemente come un Liberator. Ne informai per radio la guida caccia a terra, ma mi fu ordinato di rientrare in formazione, perchè si poteva trattare di un apparecchio catturato dagli italiani. Poco dopo il Liberator fu identificato come nemico e ricevetti l’ordine di attaccarlo. Quando mi avvicinai alla postazione del mitragliere di coda lo vidi abbassare le sue due mitragliatrici ed alzare le mani. Sorpassai l’aereo sulla sinistra a distanza di circa venti metri, portandomi all’altezza dell’abitacolo e vidi anche il mitragliere laterale di sinistra abbassare la sua arma ed alzare le mani. Con un gesto, ordinai al pilota di atterrare. Mi guardò facendo cenno di non aver compreso. Allora estrassi il mio carrello e gli indicai il suo. Stavolta approvò facendo cenno di si con la testa e a sua volta estrasse il suo carrello. Feci rientrare il mio carrello e lo sorvegliai fino all’atterraggio, seguendolo a distanza di cento metri ».
Il quadrimotore riuscì ad atterrare a Ghedi. Era stato danneggiato dalla Flak o dalla caccia durante il volo di ritorno sulle Alpi, aveva un morto e alcuni feriti a bordo e l’equipaggio non era più in grado di difendersi… Per questa azione, Schummer venne proposto dal suo comandante di squadriglia, Maj. Siegfried Freytag per una promozione al grado di Felwebel e la decorazione con la Croce di Ferro di I^ Classe. Ma il comandante del JG 77, Oberstltn. Steinhoff, rifiutò argomentando che questa cattura non aveva avuto luogo in seguito ad un regolare volo di guerra. Privato di ogni ricompensa, Schummer vide inoltre la distruzione del suo Liberator. Infatti il 14 luglio, dopo aver saturato le difese locali tedesche, una ventina di P-38 del 14° e 82° FG mitragliarono e bombardarono il quadrimotore a terra. Un P-38 venne abbattuto nel corso dell’azione, ma il bombardiere venne completamente distrutto. E’ possibile che prima di arrendersi il pilota del Liberator avesse trasmesso via radio il luogo del suo atterraggio o che la notizia della cattura fosse stata segnalata dalla resistenza. Certamente l’USAAF non lesinava di mezzi per impedire che suoi aerei cadessero in mano nemica !
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Il testo suddetto porta con sé un dubbio che mi sono permesso di evidenziare riproducendolo di mia iniziativa in grassetto. Il 12 luglio 1944 il pilota Schummer fu inizialmente dissuaso dall’attaccare il B-24 su Ghedi perché secondo la guida-caccia tedesca poteva trattarsi di un aereo catturato dagli italiani (cioè in quel momento dalla A.N.R.) e solo in un secondo tempo ottenne il contrordine. Ma di quale aereo catturato dagli italiani stavano parlando? Il B-24 “Blonde Bomber II” serial number 41-23659 atterrato a Pachino il 20 febbraio 1943 era stato ceduto ai tedeschi con la sigla civile I-RAIN e trasferito a Reichlin ai primi di settembre 1943 in cambio di caccia D.520 Dewoitine. Il B-24 “Sunshine” serial number 42-52106 atterrato a Venegono il 29 marzo 1944 era rimasto su quell’aeroporto al massimo una settimana e poi trasferito in Germania già con insegne tedesche. Dunque a quale B-24 catturato dagli italiani alludeva la guida-caccia di Ghedi? Probabilmente fu un errore rapidamente rettificato, o un eccesso di prudenza per evitare un caso di fuoco amico. O davvero c’era un altro aereo di p.b. (magari di altro tipo) in volo nei cieli dell’Italia settentrionale? Mi sembra strano dato che la A.N.R. era totalmente dipendente dai tedeschi per aerei e carburante, non avrebbe potuto neanche volendo nascondere un aereo così grosso…