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Discussione: [LA SPEZIA] Batteria Dante de Lutti (4a parte).

  1. #1
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    [LA SPEZIA] Batteria Dante de Lutti (4a parte).

    Ed ora, finalmente, la batteria "bassa" che, seppure dai più ignorata, era la struttura principale (non per niente è il n. 1 della mappa) cui faceva capo la poterna di rifornimento (n. 5) e da cui dipendeva per il munizionamento la batteria alta.

    Cominciamo con una vista dall`alto (mi direte non si vede nulla: è proprio lì il bello) aprite gli occhi e forza con l`immaginazione!
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    Una vista della fronte batteria: anche qui apparentemente nulla da vedere a parte una scarpata sassosa sul mare...
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    Avvicinandosi e prestando attenzione comincia ad apparire qualcosa: un anello murato
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    Sì perché quello che si vede non è una scarpata di rocce franate ma un muro: la curatissima copertura mimetica realizzata con pietre disposte ad arte ad occultare la struttura in cemento armato (le fotografie non rendono, si apprezza solo sul posto)
    Qui forse si vede meglio: spuntano anche due tubi forse per drenaggio acque
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    Nascosta, la volta della grande cisterna raccolta acqua comunicante a mezzo tubazione (qua e là ancora presente) con il molo di approdo sottostante (probabilmente il rifornimento idrico e non solo avveniva tramite bettoline)
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    Eccoci all`angolo occidentale dove si riesce a capire la struttura composita della fronte: muro in cemento armato occultato da un rivestimento mimetico formato da pietre assortite sovrapposte e cementate tra loro
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    Salendo, con qualche difficoltà , al piano di batteria si riesce a vedere la piazzola occidentale
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    E questa, completamente coperta dalla vegetazione, è la piazzola orientale: le due postazioni sono abbastanza distanziate tra loro
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    Il basamento di uno dei pezzi (postazione occidentale): ben visibili le generose chiavarde
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    Evidenti i ganci di ancoraggio della copertura mimetica
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    Dalla piazzola occidentale accediamo all`interno
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    Percorriamo con attenzione il corridoio superiore di collegamento tra le piazzole (sfondato in più punti) cui fanno capo gli elevatori del munizionamento (qui meccanizzato) e le scale di accesso ai locali inferiori (notare l`effetto delle esplosioni sul tondino dell`armatura)
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    Il corridoio superiore visto dal basso evidenzia la volta in mattoni
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    L`accesso alla piazzola orientale devastato
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    Il vano dell`elevatore della piazzola occidentale a livello del corridoio superiore
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    Flangia di attacco dell`elevatore
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    Il corridoio inferiore verso est
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    Lo stesso corridoio verso ovest
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    Una scala di collegamento tra i due livelli
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    Altra immagine delle scale a due rampe confluenti
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    Il vano dell`elevatore della piazzola orientale visto dal livello inferiore
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    Dai corridoi inferiori, lato monte, si accede ai depositi munizioni
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    L`interno di uno dei depositi: notate l`assoluta assenza di umidità e tenete presente che ormai siamo poco sopra il livello del mare!
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    Un inquilino, disturbato dalla nostra presenza, comincia a svegliarsi... (in un altro deposito c`è lo scheletro di un animale selvatico, probabilmente un piccolo cinghiale, che, entrato o caduto, non è più riuscito ad uscire)
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    L`intercapedine che circonda i locali della batteria: lato orientale
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    L`intercapedine lato monte
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    Ed ecco l`accesso al tunnel di collegamento (n. 3 della mappa) con la batteria alta (e il locale compressori....) purtroppo sigillato
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    Questo invece (con il solito Stefano a curiosare) è l`accesso alla poterna di rifornimento (n. 5 della mappa) anche questo sigillato: l`altra estremità del tunnel, secondo noi, si trovava più o meno sotto la spianata/parcheggio che si incontra sulla destra poco dopo l`entrata
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    Ora visto che Stefano fa orecchie da mercante, sono obbligato ad un breve cenno sull`armamento della batteria Dante De Lutti

    Edificata prima del 1920 ebbe successive trasformazioni specialmente negli apparati di scoperta (come detto l`attuale osservatorio orientale dovrebbe essere la terza rielaborazione) fino alla copertura della batteria alta con struttura schartenstand (probabilmente ad opera dell`organizzazione Todt) negli anni 40 (prendere con le molle perché non supportato da documentazione ineccepibile).

    Era armata con 4 pezzi da 152/45 Armstrong navali ripartiti a coppie nelle due batterie separate che abbiamo visto (immagine reperita in rete)
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    più il solito pezzo da 120/40 Armstrong in una piazzola sopra al telemetro orientale per il tiro illuminante (a causa dell` indisponibilità di produzione nazionale si importava il munizionamento illuminante dall`estero e veniva sparato da questi obsoleti impianti singoli a piedistallo originariamente previsti per armamento antisilurante di unità maggiori e per torpediniere)
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    La protezione contraerea era fornita dalla batteria sistemata all`esterno della sovrastante batteria Domenico Chiodo a Montemarcello (vedi post) e probabilmente da qualche mitragliera contro gli attacchi a volo radente posta nei pressi della struttura di cui però non si rileva traccia

    Completa l`installazione un molo destinato all`approdo di piccole unità per il rifornimento e pattugliamento su cui circolano tante leggende metropolitane....

  2. #2
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    Hai firmato un'altro capolavoro,complimenti![]

  3. #3
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    Ecco, questa è la zona che non ero mai riuscito a vedere...
    ringrazio harris (e Stefano) x l'ottimo lavoro di esplorazione
    fotografica.
    Saluti e complimenti [:264][:264][:264].
    LA MIA PAGINA "FORTIFICATA" SU FACEBOOK©: http://www.facebook.com/pages/Italien/323925510817

    Nel mezzo del cammin di questa vita, mostrassi alfin la truce metà oscura...
    ché la pazienza mia era finita, e lo baston calassi su ogne testa dura.


    Fatti non fummo, a viver come inermi... bensì pello inimico, far divorar dai vermi.


  4. #4
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    Perchè parli di compressori?quale era il loro impiego,non credo per scacciare i fumi se i cannoni erano all'aperto.
    Scusami,ma io sono un curioso! Ciao

  5. #5
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    Mitico report!

    Ciao

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Oklahoma

    Perchè parli di compressori?quale era il loro impiego,non credo per scacciare i fumi se i cannoni erano all'aperto.
    Scusami,ma io sono un curioso! Ciao

    Nella planimetria è chiaramente segnato un locale denominato "locale per i compressori scaccia-fumo". Situato circa a metà* del corridoio sotterraneo che unisce le batterie alta e bassa, esso è attualmente inagibile (entrambe le estremità* del corridoio di collegamento sono ostruite da crolli).
    Saluti.
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  7. #7
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    Per Oklahoma:
    Anche la Dante de Lutti ci stà* dando del filo da torcere!!!
    La piantina postata da Harris è molto datata, forse è quella proprio dell'impianto originale, infatti si può notare l'assenza della centrale di tiro con il telemetro (costruita nel 192 e del pezzo da 120 illuminante.
    La parte "bassa" della batteria è ancora più enigmatica.
    Il cannone da 152mm. in auge nelle fortificazioni costiere durante gli anni della sua costruzione era l'Armstrong 152/40, già* dotato di proiettile con bossolo e con una celerità* di tiro di circa 4 colpi al minuto.
    Visto la forma delle piazzole molto chiuse ed alte specialmente nella parte posteriore, al momento dell'apertura della culatta (se si fosse sparato a pieno regime ogni 10 minuti sarebbero stati esplosi 80 colpi)il fumo avrebbe invaso le piazzole e sarebbe inevitabilmente entrato attraverso le aperture per l'accesso ed il rifornimento delle munizioni e dunque lungo la galleria di comunicazione che si trovava poco sotto; di quì la necessità* di una potente ventilazione.
    La De Lutti, come tutte le batterie ed i forti del Golfo è stata più volte rimaneggiata.
    Concordo con te per molto più spazio alla discussione.
    ciao

  8. #8
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    Sarebbe interessante trovare un disegno di questi sistemi.
    Nei forti ottocenteschi si usava un camino sopra ogni cannone(come il forno per le pizze) e di funzionamento logico.
    Nelle fortezze (1900 in poi) dove era montato il 149 ,che pur non avendo il bossolo aveva comunque una buona celerità* di tiro era montato un "sistema di evaquazione dei fumi"nelle torrette ma la stranezza stà* nel fatto che il sistema era manuale pur essendo dotati i forti di energia elettrica ma che non sono mai riuscito a vedere.
    Parlando di compressori anche in questo caso non riesco a capire il perchè.
    Sicuramente all'epoca esistevano dei ventilatori elettrici,perchè mai adottare un locale compressori.
    Purtroppo di questi dettagli(per me fondamentali,senza aria non si vive)la letteratura non fa cenno.
    Sappiamo tutto dei cannoni da 500 anni e non sappiamo niente di tutto il resto,che sicuramente esisteva perchè i nostri antenati non erano poi così sprovveduti come noi qualche volta pensiamo.
    Speriamo nelle ricerche future.
    Ciao a tutti

  9. #9
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    Il 149 (per capirci il cannone dell'Adamello), come ho già* avuto modo di dire, si chiamò così solo dopo il 1900, prima era chiamato 15 G.R.C. Ret.
    I locali compressori, nelle fortificazioni di La Spezia, sono menzionati solo nella batteria Schenello (poi Amm. Albini,sulla quale io ed Harris abbiamo redatto un grosso studio sull'evoluzione dell'armamento e della struttura) per il funzionamento dei cannoni da 149 A (A stà* per Armstrong)con affusto a scomparsa e sulla Dante De Lutti.
    La presenza in quest'ultima fortificazione, e per l'appunto nella batteria bassa, di elevatori per i cartocci (come detto prima i 152 avevano il bossolo)mi stà* facendo riflettere.
    Harris dice che è troppo specificato "scaccia fumi" ma ormai il dubbio rode; cominceremo ad indagare.
    Quasi la totalità* dei nostri forti aveva le artiglierie in barbetta e per questo non vi sono specifiche e disegni sull'aspirazione dei fumi.
    Ciao

  10. #10
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    Questo è il bello (ed il brutto....) del forum: si chiariscono alcuni aspetti e si mettono in crisi delle certezze!

    La perplessità* di Oklahoma è logica (e contagiosa)

    La certezza dell'affermazione deriva dalla legenda originale del piano (purtroppo non si legge la data) da cui è stata estrapolata la pianta del primo post che parla precisamente di locale compressori scaccia fumo

    Immagine:

    97,74*KB

    Ripensandoci bene devo riconoscere che:

    1) nella parte visibile del tunnel (prima dell'ostruzione) sia a est che a ovest non c'è traccia di tubi o condotte nè di idonei supporti e neppure prima della frana della poterna

    2) è vero che nella copertura schartenstand esiste un sofisticato sistema di ventilazione/estrazione fumi (cosa che ci ha indotto all'errore) ma la cupola è di molto posteriore al piano (oltre almeno una ventina d'anni se non più) e quindi non c'è connessione

    3) le piazzole dei pezzi al momento della costruzione e quindi del piano riprodotto sono scoperte e molto "aperte", gli accessi ai corridoi interni defilati e abbastanza ridotti, l'entrata del tunnel di comunicazione tra le batterie e quella della poterna abbastanza lontane sia in senso orizzontale che verticale dalle piazzole.

    E' d'altra parte vero però che la differenza di livello (da 24,00 a 32,75 guardare le quote) tra le due batterie potrebbe trasformare il tunnel di collegamento in una sorta di "camino" capace di creare una corrente d'aria ascensionale tale da risucchiare il fumo degli spari al suo interno e rendervi difficoltosa la permanenza ed il transito degli addetti al munizionamento

    Analogamente per la poterna di rifornimento la cui estremità* è molto più alta rispetto alla batteria (guardare le quote: da 24,00 a 77,5)e che per la sua sola lunghezza avrebbe avuto bisogno di una ventilazione/estrazione interna per consentire un'agevole respirazione al suo interno e l'evacuazione dell'aria viziata

    Potremmo inoltre pensare (pur in assenza di idonea documentazione) che i compressori servissero per il funzionamento di ventilatori/estrattori di tipo navale (a bordo erano azionati a vapore) qui trasformati in pneumatici: sono macchinari di uso normale ancora oggi in locali a rischio esplosione (serbatoi e petroliere) dove la presenza di gas esplosivi non consente la presenza di motori elettrici che possano produrre scintillamenti

    Questi avrebbero potuto essere posizionati magari ad intervalli (perchè no alla base di camini di aerazione come quello che ci ha incuriosito nel primo post) ed alimentati da piccole tubazioni di aria compressa eliminando la necessità* di grandi condotte troppo ingombranti in uno spazio così ristretto come i tunnel

    Ho pensato inoltre una cosa: farsi questi tunnel sia in salita (quello di collegamento) che in discesa (la poterna) con un bel proietto da 152 completo in mano non deve essere stato molto facile: quindi doveva esistere un sistema di trasporto meccanizzato (binarietti o guidovie sospese) di cui però non si rileva traccia nè documentazione

    Esaminando le dimensioni delle casermette inoltre non doveva neppure essere disponibile tutta la manodopera che sarebbe stata necesasria per un trasporto a mano del munizionamento sufficiente a garantire il ritmo di fuoco dei pezzi

    Da una rapida ricerca i proietti del 152 erano a bossolo metallico e il peso proietto viene indicato tra i 37 ai 49 Kg a seconda del tipo non so se comprensivo della carica (il cui peso è indicato tra 6 e 9 kg a seconda se prima o seconda) se poi aggiungiamo anche il peso del bossolo vuoto e della spoletta otteniamo un oggetto di non facile maneggio su per un tunnel

    Allora il dubbio sorge spontaneo: e se anche questa batteria come ormai ci stiamo abituando a vedere per altre del golfo (Albini docet!) avesse avuto in origine tutt'altro armamento (es i soliti 149)?
    Molti problemi di movimentazione sarebbero risolti: avremmo allora la separazione tra cartoccio e proietto e si giustificherebbero anche le insistenze di Stefano che sostiene che gli elevatori della batteria bassa siano due per pezzo ma di tipo differente: apparentemente uno per cartocci e uno per proietti (onestamente qui la memoria visiva non mi aiuta)

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