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Discussione: [APP] Direzione del tiro in uno sbarramento alpino

  1. #1
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    [APP] Direzione del tiro in uno sbarramento alpino

    Gli alpini d'arresto avevano come unità* fondamentale la compagnia ,alla quale era affidato il
    presidio di un complesso di fortificazioni permanenti (opere) destinate ad interdire ,con unità*
    d'azione,una via di facilitazione. Tale complesso era denominato sbarramento.
    Nell'ambito dello sbarramento il mezzo d'azione fondamentale della compagnia era il fuoco,la cui
    direzione spettava al comandante la compagnia, che ne ordinava l'apertura e la cessazione,
    decideva quali opere dovevano intervenire,indicando gli obiettivi da battere.
    Come noto sia il comandante dello sbarramento,sia i comandanti delle opere si trovano nei
    rispettivi posti comando,all'interno delle opere e,quindi,erano impossibilitati a vedere allo
    esterno. A "vedere" il campo di tiro erano delegati gli osservatori.
    Il grosso problema da risolvere era costituito dalle comunicazioni fra osservatorio - comando
    sbarramento, da questo al comando opera e,da ultimo, dal comando opera alle singole postazioni d'arma.
    Tutto questo doveva avvenire rapidamente e in modo chiaro e preciso. Fin dai tempi della
    GAF il sistema di comunicazione di questi dati si basava su una semplice tavola, su cui erano
    rappresentati i punti notevoli tel terreno battuto dalle armi dello sbarramento, suddivisa in
    tanti quadrati contraddistinti da lettere orizzontalmente e numeri verticalmente , come nella
    "battaglia navale" per capirsi. Detta tavola era in possesso dell'osservatorio,del comandante
    di sbarramento e dei comandanti delle opere.
    L'osservatorio comunicava al c.te sbarramento: Truppe nemiche in R 9. Il c.te sbarramento
    comunicava all'opera (o opere) Aprire il fuoco su truppe in R 9 .Il c.te opera ordinava alle
    postazioni idonee al tiro Postazione 4 e 5 fuoco su truppe in R 9.
    Da ultimo i capi arma,che in ogni postazione disponevano di uno schizzo panoramico del campo
    di tiro con riportarti i dati per colpire dei ben precisi obiettivi, ordinavano: Truppe 100 metri a
    destra del pagliaio ,distanza ....,sito....,fuoco.,regolando il tiro a seconda del tipo di arma
    impiegato e degli effetti osservati. Nel caso di un pezzo veniva ordinato il tipo di munizioni
    da impiegare. Tutto poi era affidato alla abilità* del puntatore.
    Negli anni '50 la riattivazione di una parte delle opere del Vallo ripropose il problema della
    direzione del tiro. Inizialmente si riadottarono i vecchi sistemi ,ma lo studio delle operazioni
    condotte contro posizioni fortificatenel corso della II guerra, rese evidente un grande problema. Un attacco contro uno sbarramento alpino sarebbe stato condotto con largo
    imoiego di gumogeni che avrebbero reso cieco l'osservatorio.
    Per il caso di mancanza di visibilità*,per ogni arma era previsto il tiro nella DAA - direzione di
    arresto automatico - ma questa era una risorsa estrema, la cui efficacia sarebbe tutta da
    verificare.
    L'unica soluzione era data dal moltiplicare gli osservatori nell'ambito dello sbarramento,
    ricorrendo agli elementi della difesa vicina ed alle forze mobili esterne. Disponendo di molti
    punti di vista era possibile scorgere gli obiettivi fra le discontinuità* dei fumogeni.
    Il ricorso ad elementi esterni,però,richiedeva però alcune modifiche al metodo sopra desritto.
    All'inizio del 1962,un capitano degli alpini da posizione (sarebbe diventato d'arresto il 30
    settembrec dello stesso anno), propose il metodo che ora espongo.
    Veniva creata una "tavoletta" di sbarramento con piano quadrettato a reticolato chilometrico
    in scala 1:5000. I quadrati di un Km di lato erano suddivisi in quadrati di 200 metri di lato.
    Ai margini erano riportati i valori in Km relativi al terreno e corrispondenti ai parametri del
    sistema UTM utilizzato nelle tavolette 1:25000 dell' IGM.(allegato 1)
    Su questa erano,inoltre,riportati i particolari più significativi del terreno rappresentanti dei
    precisi punti di riferimento prograssivamente numerati. Inoltre erano riportate le opere dello
    sbarramento (contraddistinte da nomi femminili) ed i settori di tiro delle singole armi.
    La tavoletta aveva dimensioni,indicative,di cm 80 x 80.
    Analoga tavoletta era in possesso dei comandanti delle opere.
    Oltre a ciò il comandante dello sbarramento disponeva del "foglio di compagnia" ove erano
    elencati i punti di riferimento,con relativa descrizione e coordinate, e l'elenco delle armi,per
    ogni opera,che potevano battere detti punti. L'allegato 2 penso valga più di qualunque
    descrizione.
    Analogamente ogni comandante d'opera disponeva di un "foglio di plotone" con l'elenco dei
    punti di riferimento visibili dall'opera e l'indicazione delle armi che potevano batterlo.(All.2)
    Da notare che,essendo il 1962, si parla dei pezzi da 75 e le postazioni sono designate con
    numeri romani progressivi per ogni opera. E' noto che,successivamente, tutte le postazioni
    di uno sbarramento assumeranno un numero progressivo.
    Nelle singole postazioni restava lo schizzo panoramico con i punti di riferimento ed una
    tabellina con i dati di tiro per ciascun punto. A questo punto i vari osservatori comunicavano
    al c.te sbarramento i dati rilevati,facendo riferimento a schizzi panoramici o trasmettendo
    le coordinate del punto,tratte dalle tavolette al 25,000.
    Analogamente il c.te sbarramento poteva comunicare i dati per eventuali richieste di fuoco
    in termini di coordinate.
    A questo punto al c.te sbarramento veniva indicato,da un osservatorio,o da una postazione,o da elementi esterni,un obiettivo o a mezzo dei punti di rifer. o con coordinate 25.000.
    Il c.te decideva,in base alla situazione ed alla consistenza dell'obiettivo,di far entrare in azione
    una o più opere. Supponendo che il c.te di sbarramento avesse nome "Cerbero", diramava un
    ordine di questo tipo. Barbara e Carla, da Cerbero ,punto 12, metri cento nord ,casa isolata,
    fuoco. Oltre a questo poteva essere indicato il tipo di arma da impiegare (pezzo o mitragliatrice) o il munizionamento (HE,EP ...)
    I c.ti delle due opere (Barbara e Carla) ritrasmettevano l'ordine alle postazioni che avevano
    campo di tiro sul punto indicato ,ad esempio,così : Prima e seconda, punto 11 ,gruppo carri,
    fuoco.
    Nelle singole postazioni i dati di tiro erano desunti dagli schizzi panoramici e dalle tabelline.

    Va tenuto presente che,in pratica,ogni sbarramento adattava questo metodo alle sue specifiche esigenze, in funzione del terreno,della distanza fra le opere o di molti altri problemi
    di ordine pratico.
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  2. #2
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    Re: Direzione del tiro in uno sbarramento alpino

    Ben fatto

    Decisamente interessante . Non si finisce mai di imparare .

  3. #3
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    Re: Direzione del tiro in uno sbarramento alpino

    Interessantissimo, un grazie per averci reso partecipi

  4. #4
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    Re: Direzione del tiro in uno sbarramento alpino

    Grazie Fabio per la tua testimonianza, un altro "pezzo", della storia dei reparti d'arresto.

    Ciao by Andrea.
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  5. #5
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    Re: Direzione del tiro in uno sbarramento alpino

    Mi resta la curiosità* sul come erano organizzate le cose nell'ambito delle opere di fanteria.

    Ciao
    Fabio

  6. #6
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    Re: Direzione del tiro in uno sbarramento alpino

    Fanti d'Arresto per il momento non ne conosciamo, con il tempo forse.................????
    [attachment=0:rbi6tpfi]centocinque.JPG[/attachment:rbi6tpfi]

    Ciao by Andrea
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  7. #7
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    Re: Direzione del tiro in uno sbarramento alpino

    Grazie Bunker 43 . ottimo lavoro !
    audaces fortuna iuvat

    [hiddenlink:1fv1f2vd]http://caffettiere.blogspot.com/[/hiddenlink:1fv1f2vd]

  8. #8
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    Re: Direzione del tiro in uno sbarramento alpino

    Ottimo lavoro, belissimo il diorama

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