Ben ritrovati!
Parecchio tempo addietro Lappino aveva postato una nota sulle difese di Fiume durante la 2.a G.M. mostrando anche un fortino circondato da un muro merlato. Meritava farci una visita, anche perché vi sono dei reduci che lo ricordano indicandolo come "Il Fortino24", l`ultimo della fila che dalla cresta dal Veli Vrh, al Monte Lesco, a Montecroce, al Valico ed a Santa Caterina costituiva la linea della difesa italiana contro l`avanzata della 4.a armata jugoslava negli ultimi giorni della guerra.
Io lo visitato rinominandolo come "Il Fortino Fatato" per la sua bellezza dovuta anche alla posizione su uno sperone roccioso che dall`alto domina il corso del fiume Eneo (oggi Rije?ina).
Per capire meglio di che si tratta, vediamo prima un`immagine tratta dal sempre generoso Google Earth. La zona che ci interessa è indicata dal rettangolo e credo sia ben rintracciabile anche in una vista più ampia, per via del caratteristico "Molo Longo" che protegge il porto della città*:
[attachment=24:1wf2epml]001 - G.E.generico su Fiume.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=23:1wf2epml]002 - G.E. con batterie e caserme.jpg[/attachment:1wf2epml]
Il Nro 1.indica la posizione del Fortino 24 visibile meglio ingrandendolo in Google. Col Nro 2. vicino alla chiesa di Santa Caterina, è segnata la caserma dell`Artiglieria dove erano sistemati i militari delle batterie della zona, mentre il comando occupava la scuola elementare di Cosala, tutt`ora esistente e visibile in basso al Nro.3,
Il Nro 4. indica la caserma degli Alpini dove era sistemato il XIV° Btg. Difesa Costiera che difendeva tutta la zona ed in particolare una batteria di obici formatasi già* nella Russa con la Divisione Alpina "Julia". Il reparto degli Alpini, comandato dal Cap. Manzo, (Manso secondo alcuni autori), prima comandante del Battaglione Volontari di Sardegna, fu partecipe di un episodio mai chiarito storicamente: la defezione di quasi tutti i suoi componenti il 17 aprile 1945, che provocò la fucilazione del Ten. Sperber mentre i militari, catturati dei tedeschi, furono inviati nella Risiera di Trieste dove il finire della guerra portò alla loro liberazione. Sulle colline di Fiume rimasero 30 ragazzi che andarono a difendere un fronte di 4 Km. probabilmente con la partecipazione anche di reparti tedeschi, ustascia e forse anche altri italiani dei quali si hanno poche notizie per la confusione della fine della guerra e la dispersione degli archivi.
Il Nro. 5 sul Montecroce, indica la 36.a batteria comandata dal Ten. Venier con 4 pezzi AA da 90/53. Sembra che non abbia partecipato ai combattimenti della zona per l`esaurimento delle munizioni sparate nel corso dei tanti bombardamenti che colpirono la città* di Fiume, di essa rimangono interessanti resti con due posti di comando interrati e quattro piazzole ancora in buono stato oltre a due edifici in una vicina depressione utilizzati come depositi delle munizioni ed a tracce delle baracche che fornivano l`alloggio agli artiglieri.
I resti della batteria sono ben visibili con un ingrandimento in Google.
[attachment=22:1wf2epml]003 - MontecrocePiazzola01.jpg[/attachment:1wf2epml]
Col Nro 6 viene indicato il sito sotto al Monte Lesco dove era sistemata la 37.a batteria con quattro obici da 100/17 al comando del Ten. Geja. Era composta anche da alcuni reduci della Div. Alpina "Julia" reduci dalla terribile esperienza russa che rimasero a Fiume fino agli ultimi giorni. Gli artiglieri parteciparono attivamente alla difesa di Fiume quando l`esaurimento delle munizioni impedì ogni ulteriore azione. In quel frangente, ottenuto il permesso dal comando germanico della zona, dopo avere fatto saltare l`ingresso della caverna sotto il Monte Lesco che accoglieva l`infermeria, il deposito delle munizioni ed un magazzino, il reparto riuscì a rientrare a Trieste e qui venne ufficialmente sciolto. Sul terreno restano deboli segni della baracca comando e delle piazzole degli obici:
[attachment=21:1wf2epml]004 - Postazioni obici.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=20:1wf2epml]005 - 1a sezione obici.jpg[/attachment:1wf2epml]
In questa esposizione volutamente non ho indicato 4 opere incavernate facenti parte del Vallo Alpino che perforano la cresta e che con in il loro intrecciarsi avrebbero reso la fotografia poco comprensibile. Queste gallerie storicamente sono molto interessanti perché si hanno testimonianze che in una delle casamatte armate con un pezzo da 75/27 operavano degli artiglieri della Divisione Alpina Monterosa che hanno tirato contro gli jugoslavi avanzanti fino all`ultimo giorno, fino a che la canna inclinata col massimo alzo negativo ha scavalcato l`affusto andando a battere contro il cielo della ridotta.
La notizia della presenza degli Artiglieri Alpini della Monterosa, assieme ad alcuni radiotelegrafisti sistemati nella caserma dell`artiglieria appartenenti alla stessa unità*, tanto lontani dalla loro consueta zona di operazioni sull`Appennino Tosco – Ligure purtroppo non credo avrà* altre conferme nonostante le ricerche, perché si è trattato di militari isolati e non di un reparto e quindi poco o nulla sarà* rimasto di scritto!
[attachment=19:1wf2epml]006 - G.E. quello che interessa.jpg[/attachment:1wf2epml]
Sono ben visibili gli edifici delle due caserme e sono pure evidenti due tracciati rettilinei dei loro recinti. Anche questa volta ricorreremo a dei numeri indicativi che verranno specificati nel tragitto verso il "Fortino Fatato", seguendo quello che ho chiamato "Il Sentiero Piastrellato", un tracciato lastricato in pietre ancora in buone condizioni che in questa zona segue la vecchia linea di confine. Credevo che fosse opera della Guardia alla Frontiera nell`anteguerra, ma ho visto in una guida turistica che lo stesso tipo di percorso esiste su un monte oltre al vecchio confine per cui o è opera dei militari jugoslavi di allora o dei militari italiani durante la successiva loro presenza in queste zone. Questo mi pare molto strano perché con i disastri nel Nord Africa che richiedevano sempre nuove masse di soldati ed in una zona battuta dai partigiani, non credo che avessero il tempo e la sicurezza di dedicarsi a belle opere stradali.
[attachment=18:1wf2epml]007 - Monte Lesco Senti Piastr.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=17:1wf2epml]008 - Caserma Alpini.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=16:1wf2epml]009 - Casermetta finanza al Valico.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=15:1wf2epml]010 - Fortino al Valico.jpg[/attachment:1wf2epml]
Da qui la strada che porta nel fondovalle ad un gruppo di case e poi verso il fiume Eneo, fu fatta saltare dagli Alpini per impedire l`avanzata dei reparti jugoslavi. Nel dopoguerra il tratto interessato dall`esplosione è stato riparato, ma ne restano evidenti tracce sul bordo di un grande burrone ben visibile nella foto ripresa dall`altro versante della valle.
La freccia a sinistra mostra la depressione del "Valico" dalla quale si nota bene il segno della strada interrotta sopra al burrone nel punto dell`esplosione. In alto all`orizzonte il Monte Maggiore in questa occasione coperto di neve.
[attachment=14:1wf2epml]011 - Panoramica - Particolare con frecce.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=13:1wf2epml]012 - Bk abitato.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=12:1wf2epml]013 - Banco per mitragliera.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=11:1wf2epml]014 - Rilievo del Bk.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=10:1wf2epml]015 - Postazioni sul cocuzzolo.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=9:1wf2epml]016 - Trincee sul cocuzzolo.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=8:1wf2epml]017 - Ingresso Bk W 1948.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=7:1wf2epml]018 - Feritoia Bk W 1948.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=6:1wf2epml]019 - Interno Bk W 1948.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=5:1wf2epml]020 - Graffito finito.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=4:1wf2epml]021 - Rilievo del Bk W1948.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=3:1wf2epml]022 - Polveriera Ju.jpg[/attachment:1wf2epml]
E` stata costruita sulle fondamenta di un altro fortino italiano armato di mitragliera pesante per controllare la sottostante mulattiera che scendeva nella valle dell`Eneo. C`è la curiosità* di comprendere come mai sia stata costruita in questa posizione che sembra lontana dalle batterie che ho indicato nella seconda foto e che in parte sono state utilizzate dagli Jugoslavi. Forse nel dopoguerra sono stati posizionati dei pezzi a scopo di addestramento in piazzole vicine alla caserma dell`Artiglieria. Una è parzialmente visibile dalle feritoie della galleria sottostante, e sembra formata con un cemento molto recente:
[attachment=2:1wf2epml]023 - Piazzola recente.jpg[/attachment:1wf2epml]
[attachment=1:1wf2epml]024 - Scritta sulla polveriera.jpg[/attachment:1wf2epml]
8. Più avanti il bosco e l`edera coprono un altro dei fortini, lo ho chiamato "Il Fortino di Vinicio" perché ho incontrato uno degli Alpini, ora non più tra noi, che in tono sardonico mi parlava di quando in una notte verso la fine dell`aprile 1945, sotto un forte temporale, ogni tanto doveva uscire dal fortino a sparare una raffica per fare atto di presenza per poi ritornare dentro a coricarsi sulla paglia che in mancanza di meglio riusciva a scaldarlo.
[attachment=0:1wf2epml]025 - Fortino19Sotto01.jpg[/attachment:1wf2epml]
SEGUE . . . .



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