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Discussione: Film: Westfront 1918

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    Film: Westfront 1918

    REGIA
    Georg Wilhelm Pabst
    SOGGETTO
    Dal romanzo Vier von Infanterie di Ernst Johannsen
    SCENEGGIATURA
    Laszlo Vajda, Peter Martin Lampel
    FOTOGRAFIA
    Fritz Arno Wagner, Charles Métain (bianconero)
    MONTAGGIO
    Hans Oser
    INTERPRETI
    Gustav Diesse, Hans Joachim, Moebis, Fritz Kampers, Claus Clausen, Jackie Monnier, Hanna Hoessrich
    DURATA
    96’
    ORIGINE
    Germania, 1930

    Fronte occidentale, 1918. Gli ultimi giorni di guerra di alcuni soldati tedeschi. Tra di loro uno studente e Karl: il primo approfitta di una missione assegnatagli per passare una notte d’amore con la francese Yvette, il secondo va in licenza e trova la moglie a letto con un altro uomo e la mattina dopo riparte per il fronte. Lo studente viene ucciso durante un attacco improvviso e Karl si offre volontario per un’azione di perlustrazione. Viene colpito da una cannonata e si risveglia all’ospedale: mentre muore, un francese ferito gli tende la mano in segno di fraternizzazione.

    Westfront 1918 costituisce una delle più crude e sconvolgenti denuncie degli orrori e della follia della guerra. Il suo limpido messaggio pacifista culmina nella toccante sequenza finale che affratella il soldato tedesco morto con quello francese ferito (ma già prima c’era stata la tenera e fugace storia d’amore fra lo studente tedesco e la ragazza francese), all’insegna di un internazionalismo umanitario che costituisce l’alto e nobile sottofondo ideologico del film (che all’epoca venne accusato di non indagare le cause economiche e politiche del conflitto) e che lo riscatta solo in parte dal cupo e angosciante pessimismo senza speranza che incombe su di esso.

    Oltre alla realtà agghiacciante della trincea dove si consumano e si annullano le esistenze dei protagonisti, il film esplora il desolante scenario delle retrovie civili in preda ad una disgregazione che non è solo materiale e sociale, ma anche morale (le code davanti ai negozi, la scoperta del tradimento della moglie da parte di Karl).

    Uscito nelle sale nel maggio del 1930, Westfront 1918 verrà proibito dalle autorità naziste nell’aprile del 1933.

    Westfront 1918 è certamente uno dei migliori film pacifisti di tutti i tempi e questo per l’intensità drammatica che riesce a raggiungere attraverso uno stile asciutto ed essenziale (qualcuno parlò a suo tempo di freddezza) che rifugge da ogni retorica ed enfasi.

    L’adozione dei canoni della Neue Sachlickeit (Nuova Oggettività) da parte di Pabst (la fotografia rifiuta ogni artificio d’illuminazione e riproduce la realtà così com’è, la scenografia si muove nella stessa direzione, ponendo particolare attenzione al dettaglio realistico e privilegiando ambienti preesistenti, la colonna sonora rifiuta la musica di sottofondo e si limita a registrare i rumori e le battute del dialogo, il montaggio riduce al massimo i tagli e si affida prevalentemente ai movimenti di macchina) conferisce alle immagini del film un incisivo senso di autenticità e verosimiglianza con relativa durezza e accentuazione dell’effetto di verità.

    Ma dove il film perviene al culmine della forza espressiva è nelle sequenze in cui i personaggi sono costretti negli spazi angusti e claustrofobici delle trincee e delle buche, a contatto con il fango e la carne maciullata dei soldati morti, ormai compenetrata nella terra, nell’immagine insostenibile del soldato francese che urla ferito e del tenente impazzito che lancia grida di vittoria prima di essere falciato: non c’è un vero e proprio sviluppo narrativo, ma un processo di accumulazione di episodi singoli che saturano lo spettatore di orrore e raccapriccio.


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    [attachment=1:3oewdemi]Westfront 1918 03.JPG[/attachment:3oewdemi]

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