Estratto dal memoriale difensivo del Generale Roatta (già capo del S.I.M.), pubblicato nel dopoguerra.
Cita le manovre del S.I.M. in Belgio per ostacolare l' afflusso di armi al Negus.
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Incagli nelle trattative vennero attuati più volte ed in qualche caso si riuscì a farle abortire, sostituendoci noi ai compratori etiopici, ossia comprando noi le armi e le munizioni destinate all' Abissinia. Il caso tipico fu quello di una grossa partita di fucili modernissimi, colle relative munizioni, che una fabbrica d' armi belga aveva venduto all' Etiopia, e stava per spedire, coll' obbligo altresì di fornirne successivamente altre partite. Il nostro addetto militare a Bruxelles riuscì ad ottenere che la ditta anzichè spedire quella partita all' Etiopia, la cedesse ad una società belga (che era effettivamente una società italiana regolarmente costituita dal S.I.M. per l' occasione a Bruxelles). Noi ci impegnammo a non usare le armi in parola contro l' Etiopia, e la fabbrica rinunciava alle ulteriori forniture a quello stato. Le armi che portavano sul calcio lo stemma etiopico, vennero da noi distribuite alle truppe indigene della Libia, escluse quelle che parteciparono alla campagna in Abissinia.
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Chissà che fucili erano ?

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