Dopo la conclusione vittoriosa della Guerra d’ Abissinia, Pietro Badoglio conobbe un improvviso picco di popolarità e da ogni parte d’ Italia gli venivano dimostrazioni di gratitudine da parte delle istituzioni più diverse e l’ entusiasmo di tutti gli strati della popolazione era alle stelle. Si rasentava quel certo tipo di divismo isterico che al giorno d’ oggi siamo abituati ad associare a cantanti e calciatori. Riceveva migliaia di lettere e cartoline al giorno, per rispondere alle quali dovette assumere appositamente due segretari, dato che non bastava più alla bisogna il fedele sottufficiale eritreo che si era portato in Italia dall’ A.O.I. come attendente. L’ O.V.R.A. riportò che nel 1937, durante un soggiorno di una sola settimana alle Terme di Fiuggi, firmò ben cinquemila autografi, distribuendo agli ammiratori sue foto con dedica. A un certo punto gli organi di stampa presero a riferirsi a lui non con nome e cognome, ma con l’ appellativo di Condottiero, come sulla carta stampata Benito Mussolini era semplicemente il Duce. Fu alla fine quest’ ultimo – sempre timoroso dei gregari che iniziavano ad esser troppo popolari – a chiedergli senza mezzi termini di assumere un atteggiamento più sobrio e defilato, anche in considerazione dei molti vantaggi economici venutigli dalla vittoria militare: promozioni, titoli nobiliari, laute prebende, il cumulo degli stipendi per tutti gli incarichi ricoperti dal 1918 in poi, l’ esenzione a vita dalle tasse, ecc. Bisogna pur dire che gli entusiasmi degli italiani per un personaggio che si sapeva esser meschino, rozzo, avido e ambizioso, oltre che evidentemente malato di protagonismo erano in gran parte genuini e dettati dalla falsa convinzione che l’ Etiopia fosse un paese ricchissimo e la sua conquista avesse risolto una volta per tutte i problemi economici e sociali del nostro paese. Certo, a volte il consenso popolare aveva bisogno, diciamo così, di un “aiutino” dall’ alto, come nel caso di questa cartolina prestampata, edita dalla sezione lombarda dell’ I.C.F. (l’ Istituto Coloniale Fascista, ente incaricato di diffondere la cultura coloniale tra le fasce più basse della popolazione e di fornire ai futuri coloni l’ addestramento necessario in vista del trasferimento oltremare).

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