qui di seguito publico sul forum un mio articolo divulgativo sui tagliacarti rigorosamente Italiani , preparato per una rivista di militaria ormai un anno 'fa e poi per mille motivi mai andato in stampa, da tempo giaceva dimenticato nei meandri del disco rigido del mio computer , oggi l'ho rivisto per caso e ho deciso di postarlo agli amici del forum....
-è quasi l`alba di una domenica mattina di aprile , in un paesino del mantovano – già* da un paio d`ore mi aggiro solitario equipaggiato di zainetto e pila, per i banchi in allestimento di un noto mercatino d`antiquariato. Lo sconforto e alto , già* da diverse edizioni non trovo più nulla di interessante , i pezzi più belli i commercianti li tengono "sotto " per i vecchi squali collezionisti che arriveranno più tardi verso le 9.00 -diritto acquisito per anzianità* .....- . Io, come un piccolo pesce palla nuoto affannosamente alla ricerca disperata di cibo per la mia piccola collezione .
I soliti banchi non hanno portato niente e per caso mi trovo a passare nelle vicinanze del banco di un amico romagnolo – Nicola ho della roba per te, vieni subito!...- mi chiama ad alta voce il bolognese, - ti ho tenuto una cosa , ne avevo altre , ma le ho date a S. la scorsa edizione che tu non c`eri !!....- , mi affretto e lo raggiungo imprecando mentalmente e pensando allo squalo S. che anche questa volta ha mangiato il boccone migliore. Appena arrivato lo vedo armeggiare con circospezione sotto il banco (la tensione è alta) –era qui, ne sono sicuro- dice ( la tensione sale ) –eppure l`avevo messo qua....-(la tensione è alle stelle) –eccolo!!- , mi tira fuori un tagliacarte da svenimento , tutto inciso finemente , e soprattutto con un aquila fantastica penso degli alpini o della guardia civica di rovereto... è il più bello che vedo da anni a questa parte. Tralascio la fase del mercanteggio e dell`acquisto perché sfocerebbe in un articolo tragicomico e soprattutto mia moglie sapendo gli " euri " reali che ho "sborsato " per accaparrarmelo, probabilmente mi butterebbe fuori di casa e chiederebbe il divorzio.
L`artigianato da trincea "trench art" per i poliglotti , è una tematica di collezionismo spesso ingiustamente "snobbata" dal grande pubblico , ma racchiude in sé tutto un mondo di unicità* e arte che nessun altro oggetto militare possiede.
L`a.t. è un fenomeno pressoché esclusivo alla prima guerra mondiale , la guerra di posizione , i lunghi momenti d`ozio tra una corvè e un assalto , facevano si che il soldato , potesse lavorare di " fantasia " e vedere una forma artistica in un oggetto prettamente "sgraziato " e informe come una scheggia di bomba buttata li per caso sul fondo della trincea... ecco allora che la maestria del combattente ( e l`italica arte d`arrangiarsi), trasformava uno sgraziato e luccicante pezzo di rame di una corona di forzamento , in un oggetto artistico da conservare e da portare a casa come ricordo dalla guerra.
Ci sono varie tipologie di tagliacarte , da quello più semplice ( solo oggetto d`uso quotidiano come aprilettere , nudo o con le sole iniziali del possessore incise ) , a quello più ricercato , inciso con motivi floreali , con disegni dalla lavorazione particolarmente ricercata ,dai nomi incisi della località*( Dolina Corvo, Col di Lana,Montello di Piave ecc.) frutto di una lavorazione spesso effettuata nelle officine da campo delle retrovie ,ad opera di soldati che nella vita civile erano armaioli , incisori, orologiai, persone insomma con una fine ed elevatissima abilità* manuale.
Per quanto riguarda i materiali utilizzati , il preferito era sicuramente il rame delle corone di forzamento dei proiettili d`artiglieria , materiale duttile nella lavorazione che non richiedeva l`utilizzo di utensili particolari e che presentava i solchi lasciati dalla rigatura della canna del cannone all`atto dello sparo , particolarità* questa che veniva lasciata tale e quale a formare La caratteristica impugnatura e che permette di classificare a prima vista un tagliacarte da trincea in rame.
Nei modelli in acciaio l`impugnatura è solitamente formata dalla scheggia ferrosa lasciata grezza.
La lama può avere le forme più disparate , a pugnale, a coltello , a kriss, a daga...nessun limite alla fantasia insomma.
Le incisioni sulle lame acciaiose, venivano effettuate a bulino e ad acido ( un sistema questo già* utilizzato nelle matrici delle lastre da stampa cartacea) , mentre nei tipi di rame , veniva utilizzato il bulino e più spesso la punta di un coltello o della baionetta ( effetto a zig-zag ) ottenuto dalla pressione e dalla rotazione parziale della punta dell`utensile sulla superficie da incidere.
I tagliacarte insomma rappresentano momenti di vita vissuta in un mondo brutale e mortale quale la trincea , e la ricerca del combattente di sfuggirvi almeno momentaneamente , tornando col pensiero al focolare domestico e alla tranquillità* della vita civile, a fianco delle persone amate.
foto 1/2/3 : il tagliacarte incriminato della storiella ...
foto 4/5/6 : tagliacarte in acciaio ,con custodia in ulivo con monogramma del generale propietario e giglio della città* di Trieste irredenta saldata alla scheggia
foto 7/8 tagliacarte con lama a kriss e un altro appartenuto ad un ardito (notare la classica lama a gladio romano)
foto 9/10 il tagliacarte più bello che ho, totalmente inciso ad acquaforte , riporta "carso 1917" e "dolina corvo" quasi mezzo metro di lunghezza!!
foto 11 classici tagliacarti in rame
foto 12 tagliacarte recuperati di scavo con scritte riportate in oro (scritte ottenute incassando meccanicamente scaglie del prezioso metallo in sochi prefatti)
foto 13/14 misto frutta!
ciao a tutti!!