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GdF - Baschi Verdi di Lavena Ponte Tresa. 1983 > 1986, caserma Luigi Moi.
Pattugie anticontrabbando spesso a piedi, da Gaggiolo a Cremenaga, quindi conosco bene i posti.
Le vecchie gallerie erano utilizzate a volte come deposito volante di merce conrabbandiera, da Marzio o da Cuasso al Monte scendevano verso Ghirla, da lì verso Induno o Gemonio, a seconda di dove dovevano scaricare (Milano o Varese).
I primi tempi mi perdevo dopo dieci minuti...
Però c'era ancora qualche bel reperto, all'epoca.
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ecco perché quando nell'86 andavo in giro per i boschi vestito in verde militare, con la stupida di lana del V° alpini, terrorizzavo chi faceva la legna nei boschi di Cuasso !!! pensavano che io fossi tu di pattuglia !!!! :D:D
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Allegati: 27
con questa parte, termino la descrizione delle fortificazioni del periodo 1911-1912.
Monte Martica. Postazioni in barbetta.
Prima di iniziare però, vorrei fare una piccola pubblicità turistica, soprattutto per gli amanti della montagna.
La strada militare di servizio alle postazioni del monte Martica è lunga km 7,710+0,360 e si sviluppa su di un dislivello di mt 570 circa, sfiorando la cima del monte Chiusarella, prima di arivare alla cima del Martica. E' una bella passeggiata da fare, sia che si parta dall'inizio della strada, sia che si lasci la macchina all'alpe Ravetta ( ultimo posto utile per il parcheggio, sito al km 2 della strada militare ). Dal punto di vista naturalistico si parte dal bosco di fondo valle del paese di Bregazzana ( dove la strada comincia ), si passa all'abetaia dell'alpe Ravetta , del Pian Val Des e delle prime pendici del monte Chiusarella, per passare al castagneto alle prime falde del martica, per terminare nella faggeta della cima del Martica. Se poi volete passare la giornata intera, appena arrivati al km 5 inizia il sentiero che porta alla cima del Chiusarella, unico esempio di prato magro ancora esistente, in quelle dimensioni, con una vista mozzafiato delle Alpi e della Val Padan. Inoltre anche dal punto di vista geologico, si passa dal calcare e dolomia all'arenaria del Chiusarella, per arrivare al porfido prima ed il basalto poi del Martica.
La camminata prende minimo 4 ore, per chi non è allenato. Si può ridurre il tutto a 2 e mezza, ma solo se si conoscono i sentieri che salgono in Martica da Brinzio o dalla Rasa e se si è allenati per sentieri di montagna che "rampegano", ma questo non ci permetterà di vedere la garitta di guardia.
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Allegato 262624
Ma andiamo con ordine. Per arrivare alla strada militare bisogna entrare in Varese e fare la stessa strada per l'osservatorio del Campo dei Fiori, ma arrivati alla chiesa di Sant'Ambrogio, nell'omonimo quartiere, invece di tenere la strada principale per andare al Campo dei Fiori, si prende la strada a destra che conduce all'abitato di Bregazzana. Poco prima di arrivare alle case, in curva, sulla sinistra ( occhio perché non è facile da vedere ) c'è l'incrocio per l'agriturismo dell'Alpe Ravetta. Qui comincia la strada militare. E' sterrata, ma praticabile, fino all'Alpe. Appena passati gli edifici dell'agriturismo, la strada militare incontra, sulla sinistra, la strada che porta alla fonte dei "piedi della Madonna". A questo incrocio ci sono due pilastrini dell'IGM ad esattamente mt 18 di distanza uno dall'altro ed in mezzo ci sono due piazzole da mt 4x8, che hanno lo stesso orientamento delle postazioni che sono in cima al Martica.
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Proseguendo, dopo la pietra del km 3 arriviamo al Pian Val Des. Qui resistono le piazzole, che facevano da poligono ai militari che hanno fatto la "naja" in quel di Varese fino agli anni '70.
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I soldati sparavano verso il basso guardando il monte Chiusarella
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Poco prima del km 5 e sulle pendici del monte Chiusarella, incontriamo la garitta del posto di guardia.
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Notare che la coibentazione del soffitto con catrame è ancora quella originaria.
Allegato 262636
Poiché aveva piovuto il giorno prima ed era nuvoloso, uno degli abitanti della garitta era venuto fuori.
Allegato 262637
Proseguiamo sulla strada militare, per alcuni chilometri. Poco dopo il km 7 ci troviamo ad un bivio.
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Prendiamo a destra e proseguiamo fino alla cima del Martica, dove ci aspetta una postazione in barbetta a forma di L, per 3 cannoni. Le misure sono mt 18 x 3, ma l'altezza del ginocchiello qui è calcolata mt 1 e non mt 1,50, come nelle altre barbette fin qui viste. Inoltre lo spessore del parapetto in cemento è di mt 1. Credo sia dovuto al fatto che la cima del Martica è in basalto, quindi roccia dura e dispendiosa a scavare.
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Qualcuno ha divelto la pietra miliare di fine strada e l'ha lasciata sul pendio della cima.
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Pilastrino IGM per il puntamento posto al centro del parapetto.
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Torniamo indietro al bivio precedente e vedremo sulla sinistra della strada, che prima non avevamo preso, una pietra miliare.
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Proseguendo su questa strada, si arriva alla barbetta successiva, però coperta da rovi. Le misure sono come la precedente ad eccezione del parapetto, che è ancora più stretto del precedente. Qui è di mt 0,75, tanto che le nicchie sporgono nel terreno. Anche qui sono previsti 3 cannoni.
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Allegato 262647
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Ora ci aspetta una bella camminata di rientro lungo la strada militare e, se la giornata lo permette, sopratutto in inverno, il panorama merita.
Aggiungo una foto.
Allegato 262649
Arrivati al Pian Val Des, ci si presentano sulla sinistra la cima delle "tre Croci" del Campo dei Fiori. Si intravedono delle antenne. Proprio lì dietro si trova la barbetta del Campo dei Fiori smantellata per fare da eliporto, di cui ho parlato in precedenza.
Inoltre, se immaginata in bianco e nero, la foto può ricordare una di quelle della Prima Guerra Mondiale, presa durante i bombardamenti d'artiglieria.
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grazie. Questa mattina ho scoperto che questo servizio fotografico mi costerà entrambe le unghie degli alluci. Per percorrere gli 8 km della strada militare e tornare, oltre a fare le foto, mi ci sono voluti 3 ore e mezza e gli scarponi me l'hanno fatto pagare cara. A distanza di 6 giorni dalla camminata è saltato fuori un ematoma che sembra io abbia le unghie dipinte di viola.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
spinger
grazie. Questa mattina ho scoperto che questo servizio fotografico mi costerà entrambe le unghie degli alluci. Per percorrere gli 8 km della strada militare e tornare, oltre a fare le foto, mi ci sono voluti 3 ore e mezza e gli scarponi me l'hanno fatto pagare cara. A distanza di 6 giorni dalla camminata è saltato fuori un ematoma che sembra io abbia le unghie dipinte di viola.
Ti auguro una pronta guarigione!
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devo fare una piccola precisazione ed ammettere che Mau65 ha ragione, quando dice che il lavoro sul campo va integrato con il lavoro d'archivio.
Ho appena finito di leggere " Traccia per lo studio della fortificazione campale " del 1908 del Gen. ( allora colonnello ) Enrico Rocchi, papà dei forti Venini, Sertoli e Montorfano, citati prima. In questo libro il Rocchi fissa il ginocchiello a mt. 1,020 e quindi l'altezza per i parapetti delle barbette del monte Martica non sono costruite in economia, ma seguendo i dettami dell'ingegneria militare dell'epoca..
- - - Aggiornato - - -
oops. la data corretta di pubblicazione è 1903 e NON 1908. Devo decidermi a cambiare gli occhiali da lettura, l'età avanza!
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Allegati: 7
approfittando del stupendo pomeriggio, ieri siamo andati al forte di orino sul Campo dei fiori.
com'era la primavera scorsa
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Ecco com'era con 50 cm di neve.
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La strada d'accesso nelle due versioni
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una delle curve della strada militare
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saluti da Cristina, Pierluigi ed Andrea
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grazie per i complimenti. Sto imparando ad usare la macchina digitale in manuale ottengo i primi risultati.
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ARTIGLIERIA
Come detto in un altro post, ho potuto avere le copie del rapporto di avanzamento lavori datato 18.11.1917.
In effetti ho solamente le pagine relative alle costruzioni per artiglieria, ma questo mi è, per ora, sufficiente per le ricerche che sto facendo.
Devo quindi fare alcune precisazioni relative alle postazioni per artiglieria fin qui trattate, ma costruite durante il periodo bellico. I manufatti realizzati nel periodo precedente non sono neanche menzionati in questo rapporto.
Batteria Forcorella è descritta come come segue:
SETTORE Verbano - Ceresio
SOTTOSETTORE Monte Piambello
RAGGRUPPAMENTO Bovarezzo ( ora il paese è chiamato Boarezzo )
NUMERO E SEDE GRUPPO XIX Case Scolari
NUMERO E TIPO DI APPOSTAMENTO 50 blindato
ARMAMENTO 210 ob(ice)
DENOMINAZIONE LOCALITA' Forcorella di Marzio
QUOTA 790 slm
OBIETTIVI Strada Val d'Agno, Sassalto, Bacino Ponte Tresa, Agra, Arbostora
OSSERVATORIO Monte Marzio, quota 709 slm
Batterie Castello di Cuasso al Monte. Nel mio thread ho illustrato 10 postazioni, 8 blindate e due scoperte. Le 8 blindate sono descritte qui sotto. Le altre due non erano ancora iniziate al momento della stesura di questo rapporto.
SETTORE Verbano - Ceresio
SOTTOSETTORE Monte Piambello
RAGGRUPPAMENTO Cuasso al Piano
NUMERO E SEDE GRUPPO XXV Osteria del Castello
NUMERO E TIPO DI APPOSTAMENTO 68 blindato + 69 blindato
ARMAMENTO 149G e p.c. ( piccolo calibro 105mm-75mm)
QUOTA 439 slm - 418 slm
DENOMINAZIONE LOCALITA' Il Castello
OBIETTIVI Sasso Piatto, Arbostera, Lago Ceresio e strade lacuali
OSSERVATORIO Borgnana, quota 396
Nel leggere tutte le pagine ho trovato la risposta al quesito, che mi ero posto a proposito del calibro 210 della batteria della Forcorella.
Il calibro 210 viene posto in varie batteria su tutto l'arco della Linea e viene descritto in due modi diversi.
210 ob(ice) = 210/13
210 m(ortaio) = 210/8
Mau65, avevi ragione; solo lo studio dei documenti può dare le risposte ai quesiti posti dai rilievi sul terreno.
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Allegati: 14
ciao a tutti. Mi spiace, ma questo post andrà avanti un po a rilento, perché il tempo a mia disposizione per i rilievi e le foto si è ridotto moltissimo.
CASERMETTE - RICOVERI IN CEMENTO
Oggi parlerò di due delle poche casermette in muratura presenti.
Se riprendete la piantina della batteria della Forcorella di Marzio, vedrete che sono state segnate due casermette.
Queste sono la versione rivista e corretta di uno dei tipi di Ricoveri Militari Alpini, descritti nell'omonimo articolo pubblicato su "Rivista di Artiglieria e Genio" del 1896 vol 3.
In questo articolo( Tav. III fig. 11 ) viene descritto il ricovero per 100 soldati di truppa + 4 ufficiali. Questo ricovero è composto da 4 camere per la truppa di mt 9,60 di lunghezza per mt 4,40 di larghezza. Le stanze per gli ufficiali sono 2 e di dimensioni mt 2,00 x 4,40.
Chi ha redatto l'articolo ( cap. del Geno Icilio Casati ) descrive il manufatto come "ricoveri fatti con muratura in pietrame e malta", anche se li paragona più a "tettoie chiuse". Critica la larghezza del ricovero, perché questo non permette la doppia fila di corpi stesi su "paglia e terra".
Commenta, però, che portare la larghezza a mt 4,80/5,00 porrebbe problemi di portanza delle travi del tetto, perché viene scelta la copertura con beole in ardesia, troppo pesante.
Questo tipo di rocovero prevedeva la latrina esterna.
Le due casermette della Forcorella hanno una sola stanza per la truppa da mt 9,60 x 2,30, quindi una larghezza ridotta, ed una sola stanza per gli ufficiali da mt 3,70 x 2,10. Inoltre prevedeva una latrina interna.
Il tetto è in cemento.
Allegato 271525
Ecco la prima, che incontriamo salendo dalla seconda postazione coperta.
Allegato 271526
Allegato 271528
Allegato 271527
La stanza per truppa, vista dall'entrata della latrina.
Allegato 271529
La latrina
Allegato 271531
Allegato 271533
La seconda casermetta si trova tra la terza e la quarta postazione coperta. La stanza per gli ufficiali si trova leggermente in basso rispetto a quella per la truppa, perché in questo punto vi è una maggiore pendenza della strada.
Allegato 271534
Allegato 271535
La stanza per la truppa, vista dalla porta della stanza per gli ufficiali, dove si possono notare i due gradini interni.
Allegato 271536
e vista dalla entrata della latrina.
Allegato 271538
la latrina
Allegato 271537
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Fantastiche!! Prima o poi devo venire a trovarti!
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Ottima integrazione, Spinger.
Max
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Citazione:
Originariamente Scritto da
EnzoLuca
Fantastiche!! Prima o poi devo venire a trovarti!
Rimane sempre valido l'invito con pranzo al rifugio San Martino, fatto a Militalia un anno fa, anche se a partire da ottobre bisogna essere minimo 14 per prenotare il pranzo al rifugio.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
maxtsn
Ottima integrazione, Spinger.
Max
Purtroppo rileggendo le integrazioni, mi sono reso conto di aver commesso qualche errore.
1. Nella Rivista di Artiglieria e Genio, la larghezza ( criticata ) del ricovero è lorda e non netta. Quindi le misure delle stanze sono:
per la truppa mt 9,60 x 3,30 e per gli ufficiali mt 2,00 x 3,30
2. Nel mio disegno ho commesso un errore di calcolo. La larghezza non è di mt 2,75, ma mt 2,85.
3. Le misure della camera degli ufficiali è di mt 3,70 x 2,30 e non di mt 3,70 x 2,10.
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Allegati: 40
poiché in un altro post ho parlato della cannoniera in caverna del forte di Vallalta, ecco di cosa parlavo.
Secondo il rapporto del 1917, la batteria è descritta:
Settore: monte Colonna
Numero e sede del gruppo: XIII° San Martino in Culmine
Numero e tipo di appostamento: 24 in caverna
Armamento: 149A
Denominazione della località: San Martino in Culmine
Quota: 801 mt.l.m.
Obiettivi: zona a nord val di Tresa, valle della Tresa e monte Bederoni ( oggi Monte Tre Termini, I Bedeloni sono una frazione )
Osservatorio: XVIII in pozzo a quota 891
Il rapporto ha come annotazione: "2 caverne ultimate, 2 in corso di ultimazione, 2 ridotte per collocamento di piccoli calibri"
Quello che segue è un estratto dalla cartina in scala 1:500 del Forte di Vallalta, che sto facendo.
Allegato 274348
Per raggiungere il la cannoniera si parte da Cuveglio, al semaforo della provinciali Cittiglio-Luino, si gira a sinistra seguendo le indicazioni Duno-San Martino.
Dopo circa 4 chilometri ed dopo aver passato il comune di Duno, si arriva ad uno spiazzo che si trova in piena curva a gomito.
Questa è la ex piazza d'armi della caserma per gli ufficiali, che è stata fatta saltare dai tedeschi, dopo la battaglia con i partigiani tra il 13 ed il 15 novembre 1943.
Lasciamo la macchina sul piazzale e prendiamo la strada bianca che scende, scollinando verso Mesenzana.
Sulla vostra sinistra troverete le indicazioni per l'osservatorio "buco del diavolo" , nome dato più attirare i turisti che per reale toponomastica. Si tratta del osservatorio XVIII di cui sopra, ma ne parlerò a parte.
Scesi per circa 500 mt sulla strada, non seguitela alla biforcazione a destra, ma proseguite ed arriviamo al piazzale della cannoniera.
Allegato 274350
Il comune di Mesenzana ha attrezzato un'area pic nic nella parte alta.
Allegato 274349
Sulla vostra destra troverete una della due entrate, e, precisamente quella che si trova al centro in basso nel mio disegno.
Allegato 274351
Normalmente la cancellata dell'entrata è chiusa, anche se a volte viene solo lasciata accostata, perché, di lì a poco, ci deve essere una visita guidata.
Meglio dotarsi di torcia, perché alcuni ambienti non sono illuminati.
Entrando troviamo un corridoio sulla nostra destra.
Allegato 274352
Allegato 274354
Salendo i gradini sulla destra si entra nel deposito munizioni. Purtroppo non è molto grande e la mia macchina fotografica non permette un grande angolo. Per terra ci sono i resti delle pareti in calcestruzzo, che sono crollate dopo la deflagrazione, che ha chiuso l'entrata il 15 novembre 1943.
Allegato 274358
Di fronte a noi si presenta una galleria. Si tratta dell'uscita di emergenza, che però è interrotta da una frana.
Allegato 274360
Torniamo nel corridoio principale.
Allegato 274364
Dopo circa 20 mt troviamo sulla destra la prima camera di tiro per i cannoni 105/28, descritti come "piccolo calibro".
So che si tratta dei 105/28, perché la cannoniera in caverna del monte Piambello è destinata esclusivamente a questi pezzi e le camere di tiro hanno la stessa forma e dimensione di queste due.
Allegato 274363
Per permettere alla benna dell'affusto di aver preso è stata ricavata una fossa nel terreno.
Allegato 274365
Visione della camera di tiro, vista dando le spalle alla luce di volata.
Allegato 274366
Non posto le foto anche della seconda camera, perché uguale alla prima.
Proseguiamo ed arriviamo alle camere di tiro per i 149A.
Allegato 274367
Ecco come si presenta la camera di tiro.
Allegato 274369
Nicchie per il materiale e porta di collegamento alle altre camere di tiro, che però non è stata completata.
Allegato 274370
Gradiente per il brandeggio del pezzo. Tutte e sei le camere hanno ancora il gradiente originale per terra. In un paio di punti è stato coperto da piccole stalagmiti, che si stanno formando per percolazione dell'acqua dal soffitto.
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La camera vista dando le spalle alla luce di volata.
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Si notano i rinforzi in calcestruzzo ai lati dell'entrata.
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Torniamo al corridoio ed entriamo nelle ultime due camere. Sebbene, come dicevo prima, lo Stato Maggiore avesse destinato questa cannoniera ai 149A, ciò che è stato costruito è il progetto originale del 1898. Infatti le ultime due camere sono costruite come due camere per batteria costiera in caverna.
Il disegno che segue è stato preso dal post di Harris: "Riconoscere gli armamenti" del 17-09-07 e viene dal testo del Gen. Borgatti: "La fortificazione permanente contemporanea"
Allegato 274374
Se fate attenzione, noterete che la sezione corrisponde.
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Allegato 274377
Il gradiente ancora in loco.
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Vista della camera di tiro dando le spalle alla luce di volata.
Allegato 274379
Porta di collegamento all'altra camera, che in questo caso è stata completata.
Allegato 274380
Allegato 274382
Seguendo il corridoio centrale vedremo sulla sinistra un'entrata. Questa porta alle camerette per i serventi.
Allegato 274383
Allegato 274384
Allegato 274385
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La seconda.
Allegato 274387
Allegato 274388
Riprendendo a sinistra, ci troviamo all'altra uscita della cannoniera.
Allegato 274389
Uscendo ci troveremo in basso, rispetto alla zona pic nic.
Allegato 274390
Voglio concludere con due foto d'epoca del Museo Centrale del Risorgimento, che assomigliano molto a quelle prese da me e che rendono l'idea di come avrebbe dovuto presentarsi la cannoniera, una volta installati i cannoni 149A. Purtroppo non dice dove siano state scattate queste foto, dice solo che sono del 1918.
Allegato 274392
Allegato 274394
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Allegati: 2
eccoci, brevemente:
a suo tempo, dal disegno tecnico di situazione (non di realizzazione) da dove il commento in elenco dello schieramento delle artiglierie di medio e grosso calibro della 5a armata che recita lo stato provvisorio/definitivo 2 caverne ultimate, 2 in corso di ultimazione, 2 ridotte per il collocamento di piccolo calibro, avevo creduto che le differenze riscontrate tra le 2+2 postazioni per 149 A fossero proprio a causa dei lavori mai terminati!
Qui il disegno di situazione (molto simile al tuo Spinger, soprattutto per la singolare angolazione decisa, che come l'originale non punta a Nord)
Allegato 274565
(questo piano è presente nel WEB e pure su [almeno] due pubblicazioni. Se pur riprodotta molto in piccolo io consiglio di guardarla nel libro "le grandi opere in caverna" di Antonio Trotti che dedica un capitolo al Forte Vallalta, purtroppo senza entrare nei dettagli tecnici meglio espressi da Spinger)
Avevo sovrapposto la "piantina" su una foto B/N CH che tra l'altro porta ancora i resti della caserma!
Allegato 274566
Ecco mai e poi mai avrei pensato ad affusti impiegati nelle batterie costiere! Grazie!
E quindi, delle domande per convincermi di questo (io ero convinto che nelle due camere mancasse il getto finale di cemento, che avrebbe dato la forma definitiva alla feritoia, irrobustendola con le due colonne verticali e riducendone la sezione aperta aggiungendo la mensola e le colonne stesse):
- Forte Vallalta è identificato come appostamento per una batteria di 4 pezzi 149A e una sezione di due 105. A questo punto per le differenze nelle gestione dei 149A perchè non identificarla come appostamento per due sezione 149A e due sezioni 105? Anche perchè il lieve differente orientamento, anche a causa di ostacoli naturali, rende i primi due pezzi più validi al canoneggiamento verso Luino
- l'affuso per batteria costiera, previsto per i cannoni 15GRCRet alias 149G avrebbe retto ai 149A?
- ho trovato il piano delle 4 postazioni simile. Come avrebbero fatto scorrere le minuscole ruote del particolare affusto senza fatica? non ho trovato traccia di binari o piani di scorrimento. Mi pare strano siano stati tolti quando invece sono stati lasciati i 4 archi goniometrici....
Due commenti:
1. foto B/N cannone in batteria: secondo me è un 149G in ogni caso ho riletto ancora che per le postazioni per 149 A previste in caverna (e non), entro i limiti balistici era possibile l'impiego con cannoni 149 G. Ora ricordiamo anche che le opere non sono mai state interamente armate simultaneamente ed era da prevedersi il 149 G quale "jolly" (essendo costruito in maggior numero)
2. non voglio "elvetizzare" la terminologia ma nell' "italiano Svizzero" la
Citazione:
benna dell'affusto
è chiamata vomere (anche se sembra un elemento di aratro) (questo è relativo al 105 per il quale la sua canna ammortizzata permetteva, inserendo il vomere nella fossa, di mantenere il pezzo in posizione durante il tiro)( tra l'altro la stretta postazione va spiegata alla possibilità dell'affusto del 105 di correggere il brandeggio guadagnando parecchio sui lati)
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Allegati: 1
foto storica del portale di ingresso (pezzi e mun):
Allegato 274579
[249
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devo corregge e meglio esprimere:
Citazione:
Originariamente Scritto da
intrac2011
E quindi, delle domande per convincermi di questo (io ero convinto che nelle due camere mancasse il getto finale di cemento, che avrebbe dato la forma definitiva alla feritoia, irrobustendola con le due colonne verticali e riducendone la sezione aperta aggiungendo la mensola e le colonne stesse):
- Forte Vallalta è identificato come appostamento per una batteria di 4 pezzi 149A e una sezione di due 105. A questo punto per le differenze nelle gestione dei 149A perchè non identificarla come appostamentoper due sezione 149A e due sezioni 105? Anche perchè il lieve differente orientamento, anche a causa di ostacoli naturali, rende i primi due pezzi più validi al canoneggiamento verso Luino
- l'affuso per batteria costiera, previsto per i cannoni 15GRCRet alias 149G avrebbe retto ai 149A?
- ho trovato il piano delle 4 postazioni simile. Come avrebbero fatto scorrere le minuscole ruote del particolare affusto senza fatica? non ho trovato traccia di binari o piani di scorrimento. Mi pare strano siano stati tolti quando invece sono stati lasciati i 4 archi goniometrici....
(...) per due sezione 149A e due sezioni 105-----> due sezioni di 149 A (2 su affusto costiero e 2 su affusto campale) e una sezione per due 105
(...) ho trovato il piano delle 4 postazioni simile-----> intendo il piano di appoggio per l'affusto costiero uguale a quello del affusto campale. Stessa lavorazione.
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Scusa se ho utilizzato il termine sbagliato, ma ultimamente scrivo in modo diverso da quello che penso ( mi sono reso conto di aver chiamato il monte Sette Termini come Tre Termini + qualche altro errore ). Rileggo ciò che scrivo prima di pubblicare, ma comunque persevero negli errori.
Si tratta di vomere, come dici tu, e non benna dell'affusto.
Ho copia della piantina della cannoniera, che si trova in rete, ma è in formata A3 ed il mio scanner non permette questo tipo di foglio e quindi ho preferito riportare i miei rilievi.
Per quanto riguarda l'impiego dei 149A in tutte e quattro le camere più grandi, sono convinto che la struttura principale sia quella del 1898, ma adattata alle richieste del momento. Voglio dire che le camere di tiro da batteria costiera hanno le dimensioni ed i rinforzi originali, ma il fondo sia quello delle camere di tiro per i 149A.
Infatti se paragoni le foto e la sezione in bianco e nero, vedrai che non è stato realizzato tutto il pavimento. Anche quello della nicchia di posizionamento del perno dell'affusto non c'è. Questo perché il fondo della nicchia avrebbe dovuto fare presa sul fondo della camera di tiro, su cui correvano le ruote dell'affusto da batteria costiera. Non costruendo quest'ultimo, non è stato neanche costruito il fondo della nicchia.
Credo che sia quindi giusto dire che la cannoniera prevedeva una batteria di 149A completa, più una sezione di 105/28.
Grazie per la foto delle due entrate, perché mi mancavano e le stavo cercando già da un po.
Ho avuto la riconferma che il migliore materiale fotografico sulla Linea Cadorna sia svizzero. Tieni presente che l'entrata a sinistra fu fatta saltare dai partigiani in ritirata nella notte tra 15 e 16 novembre '43, mentre quella di destra fu colpita da una delle bombe, sganciate dai tedeschi, il giorno prima.
E' a pochi metri dal cratere di questa bomba, che ho trovato le due schegge di cui parlo in un altro post.
La foto dall'alto del forte di Vallalta è degli anni '50 ?
Vedo che la caserma è ancora il cumulo di macerie, dopo che i tedeschi l'hanno fatta saltare il 16.11.1943
Inoltre tra la caserma e la cannoniera si vede un rettangolo bianco. Quello è il tetto della cisterna che dava l'acqua a tutto il forte.
Noto però che vicino c'è anche un'altra macchia bianca. In quel punto ho sempre visto solo legname e foglie. Devo indagare se sotto c'è qualcosa, oppure è solo un grosso masso che spicca.
Per quanto riguarda la tua ricostruzione, le dimensioni della cannoniera sono leggermente più grandi del reale. Infatti la prima entrata e l'uscita di servizio della polveriera sono troppo sulla strada che porta alla cisterna. In effetti la dove hai posizionato la prima entrata, lì si trova l'uscita di servizio della polveriera.
Comunque grazie per la ricostruzione.
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Allegati: 3
Grazie Spinger per info.
Brevemente:
- errori penso che entrambi abbiamo poco tempo e di conseguenza non è possibile evitare errori dovuti a velocità nel riportare le informazioni a memoria, o distrazione..
- io ricordo, tra le 2+2 postazioni 149A, grossomodo la medesima altezza della luce di volata ma una larghezza di meno di metà (riferito a quelle presunte Costiere). E l'assenza della "mensola" e delle due colonne laterali "portanti" (colonne che di fatto "stringono" la feritoia). Da qui l'idea di due postazioni realmente "non ultimate" a livello del getto finale in cemento a livello della feritoia (in linea da note storiche riportate). Preciso che è l'unica batteria in caverna che ho visto (qualche anno fa avrei potuto vedere Monte Orsa con Mau 65 ma purtroppo non hanno giocato le date). È proprio l'alta luce di volata presente in Vallalta che si differenza parecchio dalla sezione che riguarda l'affusto per batterie costiere (minimale sulla sezione, veramente minimale) e quindi mi sembra strano che si sia scavato così tanto in altezza.
Allegato 274612
- l'altezza in loco la trovo coerente (in base alle mie limitate conoscenze e deduzioni), con i pezzi da 149 A (o G quale riserva) che per tipologia di affusto imponevano l'impiego dei cunei per smorzare il rinculo, cunei che portavano inevitabilmente in altezza il pezzo con il rischio di picchiare la canna sulla volta della feritoia (se troppo bassa)
- a proposito di questo: ho visto che in alternativa ai cunei esisteva un freno di rinculo idraulico da applicare ai cannoni 149 A+G (dovrei ancora avere un'immagine che se trovo posto). In Svizzera veniva impiegato un sistema simile per i pezzi da 12 e 8.4 cm nelle postazioni a "pivot". Questi erano impiegati nelle postazioni "cadorna"?
-le foto dei portali si trovano in un filmato youtube dedicato al Vallalta
Allegato 274613
- corretto per errori dimensioni su foto B/N (del 23.9.1950). Mi mancavano punti di riferimento e l'ho ridotta in proporzione alla distanza tra i due portali (ca. 51 metri) e la distanza tra portali e caserma. Ma in effetti risulta "grande". Qui è un po' più precisa ma dovrei tornare e prendere dei riferimenti migliori.
Allegato 274614
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Allegati: 1
grazie per la ricostruzione corretta; ora è perfetta.
Posso utilizzarla per il mio archivio relativo al forte di Vallalta ? Nel caso la foto finisse al Centro Documentale, ti prego di darmi il tuo nome ( con mail privata ), in modo che risulti di tua proprietà. Grazie.
Per quanto riguarda l'uso di pivot, non ho notizia. Le postazioni da me visitate sono molto "basiche". Tieni presente che la Linea dalle nostre parti era considerata come costruzione semi permanente, quindi molti dettagli erano lasciati alla necessità del momento.
Per quanto riguarda i rilievi al'interno della cannoniera, mi sono limitato a quelli in pianta, visto che il soffitto è troppo alto, perché io possa misurarlo da solo e con una bindella da mt 20. Ed in effetti non ho neanche misurato l'altezza al ginocchiello. Vedrò a breve di sopperire a quest'ultima mancanza. In questo modo si vedrà subito se le camere di tiro " da costiera " hanno le dimensioni per i 149A, oppure per i 15GRC su affusto da fortezza, visto questi ultimi hanno un ginocchiello 30cm più alto rispetto ai 149A.
Ho riletto il post di Harris e visto i tuoi commenti sul disegno in b/n, credo che quella di Harris sia stata una ricostruzione sovrapponendo un disegno del cannone alla sezione della camera di tiro. Infatti il cannone della foto ha comunque un rinculo ed una canna che tocca la parte alta della feritoia non ha senso. Quindi il cannone del disegno è sicuramente sovradimensionato rispetto a quello della sezione.
Inoltre se il 15GRC diventerà il 149/23, la Regia Marina a fine 800 aveva altre 3 canne da 149 ( tipo A, B e C ) con lunghezza in calibri da 26,5 a 26,7 ed uno di questi, il tipo B, è stato poi utilizzato come cannone campale. Suppongo che con la possibilità di utilizzo di una canna ancora più lunga, il disegno riporta sicuramente un cannone sovra dimensionato.
Non avendo io l'originale del libro del Borgatti, non posso controllare le misure della feritoia. Sarebbe bello se, tra chi ci legge, ci fosse qualcuno in grado di aiutarci, avendo il libro in mano.
Di seguito il 149RM ( 149/26,5 tipo B della Regia Marina ) in una foto della guerra.
Allegato 274936
Per quanto riguarda la possibilità di resistere agli urti di rinculo del 149A delle camere da "costiera", credo che potessero benissimo resistere, visto che le camere per i 149A veri e propri hanno solo due travi curve, atte ad assorbire il colpo, mentre le camere da costiere hanno l'intera parete posteriore al pezzo coperta di calcestruzzo; quindi studiate per dover assorbire un urto maggiore.
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Ciao Spinger, ciao tutti,
per ricostruzione nessun problema, anzi se vuoi ti mando il file di origine; è un documento word con piantina stilizzata in modo da poterla ingrandire/rimpicciolire, cambiare colore e tratto e poi sovrapporre alle immagini. Il problema è trovare i punti di riferimento per collocare l'immagine. In questo caso ho inserito l'inizio dei due corridoi pressapoco dove attualmente si vedono i resti dei due portali originali.
Molti interessante la foto che hai inserito! È stato impiegato nella Cadorna?
Ho visto questa foto sul website esercito.difesa.it ma la didascalia non dice molto (anzi nulla) se non proprio la denominazione affusto di assedio
l'affusto di assedio simile all'"elvetico" pivot sarebbe questo:
Allegato 274951
fotografato dal libro Le batterie corazzate di Walter Belotti. Purtroppo non vi è nessuna fonte nell'immagine riprodotta nel libro quindi difficile risalire ad altri dati (come il periodo ed il luogo di impiego...). la didascalia riferisce affusto di assedio per cannoni 149 G
Per la questione del disegno dell'affusto costiero nel post di harris: per renderlo verosimile avevo immaginato ad un meccanismo a leve che abbassava la canna al momento dell'arretramento della parte mobile dell'affusto.... ora se anche tu mi confermi la ridotta credibilità nel disegno in questione (leggi possibile ricostruzione) ecco:
dobbiamo chiedere @harris e @stefano danesi le spiegazioni del caso!
Resistenza al rinculo del 149A: la perplessità era rivolta non tanto alla camera ma all'affusto (parte metallica), dovendo sostenere un carico maggiore a causa dello sparo di un proiettile di peso superiore
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Allegati: 1
Se può essere utile ecco il disegno originale Allegato 274955
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Allegati: 1
Citazione:
Originariamente Scritto da
intrac2011
(...)
Per la questione del disegno dell'affusto costiero nel post di harris: per renderlo verosimile avevo immaginato ad un meccanismo a leve che abbassava la canna al momento dell'arretramento della parte mobile dell'affusto....
Ok! Perefetto! Grazie harris!
Quindi leverismo che abbassa la canna al momento del rinculo. È così spiegata l'altezza minima della feritoia del disegno (in contrapposizione con l'elevata altezza al Forte Vallalta)
Allegato 274956
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Allegati: 1
grazie Harris per il tuo intervento.
Questo però mi fa sorgere alcuni dubbi;
Quel'era l'altezza prevista della camera di tiro ? Essendo la feritoia più piccola ed il sistema di rinculo permette di abbassare la canna, non c'era bisogno di una camera di tiro con le volte così alte, come quelle di Vallalta. ( prometto di fare i rilievi anche in sezione della cannoniera, anche se ad occhio la volta arriva ai mt 5 ).
Se osserviamo la foto che ho postato sopra, non si vede alcuna corda che limiti il movimento in alto della culatta. Se poi prendiamo in esame anche la foto che segue, un 149G montato sullo stesso affusto da batteria costiera, fotografato sul Col Vaccher nel dicembre 1915, anche qui manca la corda. Questo mi fa pensare che le feritoie possano essere state realizzate più alte, perché gli affusti utilizzati effettivamente in guerra, non avevano il sistema di abbassamento della canna.
Allegato 274957
Nel frattempo, questa mattina ero di passaggio alla cannoniera ( dovevo trovarmi con il sindaco di Mesenzana per alcune cose alle trincee San Martino-San Michele ) ed ho misurato l'altezza al ginocchiello delle feritoie.
L'altezza delle feritoie nelle camere per i pezzi da 149A è di mt 1,80, mentre quella delle feritoie da fortezza è mt 2,00.
Questo avvalora la mia tesi che le camere di tiro per batteria costiera siano state realizzate come da progetto originale, almeno in alcuni particolari.
Il pavimento è stato adattato all'utilizzo dei 149A su affusto campale.
Per quanto riguarda la presenza di sistemi a pivot, non ho notizia.
Bisogna tener conto che le armi non arrivarono mai alle piazzole costruite. Tutto è stato costruito in previsione di qualcosa, che non si è avverato.
Infatti dopo Caporetto i lavori andarono avanti a rilento ed anche i finanziamenti furono limitati.
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Allegati: 16
ARTIGLIERIA
La batteria che ora descriverò è denominata come segue:
Settore: Verbano e Ceresio
Sottosettore: Sasso Piatto
Raggruppamento: VIII° Besano
Numero e sede del gruppo: XXIX Monte Grumello
Numero e tipo di dell'appostamento: 76 due piazzole blindate - 2 scoperte
Armamento: 149G
Denominazione della località: Sella di Grumello
Quota: 689 mt.s.l.m.
Obiettivi: Arbostera, diga di Melide, Sasso Piatto, rotabile da Melide fino a Capolago
Osservatorio: XL° Monte Pravello quota 1014 e XLI° Croce di monte Orsa quota 842
Questa batteria viene denominata Sella di Grumello, perché l'accesso è dalla strada che arriva al monte Grumello, ma di fatto si trova sulle pendici del monte Pravello.
Allegato 275290
Per arrivare a questa batteria bisogna arrivare a Besano prendere la strada interna che costeggia il monte Grumello. Bisogna arrivare al sentiero, che ora è marcato come uno dei sentieri dei fossili. Si tratta invece della strada militare che porta da Besano al Monte Grumello alle pendici ovest del monte Orsa, dove si trovano altre due batterie, oltre a questa. Il sentiero è una strada bianca all'inizio della quale, purtroppo, c'è solo posto per tre macchine. Iniziando a salire bisogna restare sempre sulla strada principale per almeno 2 km. Non prendete la strada larga che troverete a salire a destra, perché vi porterà alle altre batterie. Si passeranno vari ponti dell'epoca
Allegato 275292
Allegato 275293
Arrivati al bivio chiamato "dei due bar" ( anche se di bar non ce n'è neanche uno ) si prende la strada a che sale a destra. Se aveste proseguito a sinistra sareste arrivati al sentiero che porta all'osservatorio del monte Grumello.
Dopo poco meno di 1 km e tre tornanti, sulla sinistra a 20/30 mt dopo un tornante che evita un ruscello, troverete la strada d'accesso alle prime due piazzole della batteria. La prima è blindata. Ho fatto il disegno solo della prima piazzola,che è blindata, perché le misure delle altre sono uguali ed anche lo schema delle vie di fuga e delle camerette e dei magazzini munizioni è simile.
Allegato 275296
Allegato 275297
Allegato 275294
Allegato 275295
Allegato 275299
Entrando, troviamo a destra una cameretta che porta ad un deposito munizioni a fondo cieco. Mi sono reso conto di non aver fatto foto di questi due vani.
Prendendo a sinistra saliamo verso la piazzola vera e propria.
Allegato 275298
Allegato 275300
Se usciamo vedremo l'entrata, che si collega alla strada.
Allegato 275301
La vista della piazzola dalla parte della luce di volata.
Allegato 275302
Rientrando andiamo al camminamento opposto a quello da cui siamo arrivati ed avremo in sequenza: un'altra cameretta ed un altro deposito munizioni. Normalmente i depositi munizioni hanno il soffitto più basso rispetto a quello delle camerette dei serventi, e sono anche ambienti più piccoli.
Seguendo il tunnel usciamo sulla strada che porterà alla piazzola seguente.
Prima di arrivare alla piazzola incontriamo una postazione per mitragliatrice scavata nella roccia. Una scala sulla sinistra ci fa entrata in un tunnel
Allegato 275303
Allegato 275304
Allegato 275305
La mitragliatrice copriva la sella che si trova tra il monte Pravello e il monte Grumello, difendendo la batteria da attacchi e coprendo le spalle all'osservatorio del monte Grumello.
Allegato 275306
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Allegati: 41
dopo aver passato la postazione per mitragliatrice, c'è un'altra scaletta sulla sinistra, che ci porta al primo camminamento coperto.
Allegato 275307
Allegato 275308
Allegato 275310
Sulla sinistra una stanzetta serventi e poi si arriva alla piazzola. Qui vista da fuori.
Allegato 275311
Allegato 275312
Prendendo il camminamento coperto, ci troviamo sulle scale che ci portano all'altra uscita. Qui viste dal basso.
Allegato 275313
Usciamo sulla strada. Dobbiamo a questo punto tornare indietro sulla strada militare principale. Salendo incontriamo uno slargo della strada.
Allegato 275314
Prendiamo la strada a sinistra ed arriviamo alla terza piazzola ( la seconda scoperta ).
Allegato 275315
Dettagli della piazzola. Ricovero di destra.
Allegato 275316
Ricovero di sinistra.
Allegato 275317
Allegato 275328
Se prendiamo quest'ultimo, ci troviamo di fronte ad una scaletta che scende al deposito munizioni ( a destra ) ed ad una uscita, ostruita da detriti.
Allegato 275318
Allegato 275319
Allegato 275320
Allegato 275322
Questa uscita ci porta ad una trincea che costeggia il muro di sostegno della strada militare.
Allegato 275323
Allegato 275325
Allegato 275326
Allegato 275327
Risaliamo sulla strada e arriviamo al camminamento di destra.
Questo ci porta ad una stanzetta per i serventi.
Allegato 275329
Continuando usciremo in una trincea che, a salire, ci porta ad un'altra stanzetta, ma più grande.
Allegato 275330
Allegato 275331
Allegato 275332
Allegato 275333 La foto è presa dalla trincea entrando dalla finestra.
Proseguendo nella trincea ci troviamo di fronte ai rovi e gli alberi che sono cresciuti in mezzo e non ci permettono di salire quelle, che avrebbero dovuto essere le scale d'accesso alla piazzola successiva ( blindata ). Ci tocca salire lungo le murate della trince, facendosi largo tra i rovi ( oppure si torna indietro e si prende la strada principale ).
Salendo dalla strada ci troviamo a destra un'entrata ad un ricovero e di fronte il ricovero di sinistra e la piazzola.
Allegato 275334
Di fronte a questa entrata troviamo la scala che arriva dalla trincea sottostante.
Allegato 275335
Andiamo avanti ed ecco la piazzola.
Allegato 275336
Entriamo dal ricovero di sinistra, che però è solo un corridoio.
Ci troviamo nella piazzola. vista dalla strada
Allegato 275337
Vista dalla luce di volata.
Allegato 275338
Entriamo nel ricovero di destra e ci troviamo, a sinistra, prima una stanzetta per i serventi, con finestra.
Allegato 275339
Allegato 275340
La finestra vista dall'interno della stanza.
Allegato 275342
Proseguiamo ed arriviamo al deposito munizioni.
Allegato 275343
La stessa porta vista dall'interno del deposito.
Allegato 275345
Continuando passeremo sotto la strada militare principale che prosegue per altri 3 chilometri, fino ad arrivare al confine con la Svizzera.
Allegato 275346
e ci troviamo ad uscire dalla porta che abbiamo trovato sulla destra, di fronte alle scale della trincea della piazzola precedente.
Allegato 275347
Non ci resta che tornare indietro alla macchina.
Poiché la strada militare prosegue fino al confine, all'altezza dell'ultima pietra miliare, che non riporta alcuna cifra, ma solo "SM", basta prendere il pendio a destra, sulla curva subito dopo la pietra e ci si ritrova alle trincee del monte Pravello, di cui ho trattato in modo un pò spiccio all'inizio di questo post. Attenzione però che il terreno è molto ripido e che, facendo così, si scollina e si arriva al paese di Viggiù. Saremo passati dalla Val Ceresio alla Val Cornee , sua parallela.
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Allegati: 6
Ora però ho un quesito, sempre sperando che ci sia qualcuno "a conoscenza dei fatti", che possa illuminarmi. All'entrata di tutte le piazzole, ma anche in alcuni punti della murate che costeggiano le varie strade d'accesso alle piazzole, ho trovale due "anelli" sovrapposti, che suppongo avrebbero dovuto sostenere un palo.
Il primo anello si trova a 70 cm dal terreno. La distanza tra i due anelli è di 50 cm e il diametro è di 22 cm
Quelle delle piazzole.
Allegato 275348
Allegato 275349
Allegato 275350
Queste quelle lungo le murate.
Allegato 275351
Allegato 275353
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Citazione:
Originariamente Scritto da
spinger
ARTIGLIERIA
(...)
Numero e tipo di dell'appostamento: 76 due piazzole blindate - 2 scoperte
Armamento: 149G
(...)
Ciao, oltre che molto ben fatto, è molto interessante la scelta della tipologia costruttiva della batteria. E soprattutto degli elementi complementari che comprendono anche la difesa ravvicinata! Bravo!
Per comprendere la scelta costruttiva hai altri indizi derivati dai vari rapporti "d'epoca"?
Sostituendo il pezzo da 149G con un 149A si sarebbe potuto cannoneggiare anche Lugano (sopratutto a est) e procurare danni più seri alla rotabile (sopratutto alle gallerie!) Il pezzo da 149G è forse imposto da una strada particolarmente ardua?
Per i pali: come avvenivano le comunicazioni dagli osservatori e tra le altre batterie? (purtroppo i resti delle batterie nel settore di mia conoscenza sono tali che questi dettagli assolutamente sono inimmaginabili da reperire?)
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Per quanto riguarda le scelte costruttive d'epoca, mi baso sul rapporto del novembre 1917 e della "rivista di artiglieria e genio", di cui ho scaricato molti volumi dal 1888 al 1909. Ogni tanto consulto, sempre questa rivista, on line per i volumi che mi mancano. Inoltre ho due libri del Rocchi, del 1903 e del 1908.
Credo che la sostituzione del 149G col 149A avrebbe comportato dei rischi al momento del rinculo. La luce di volata permette solo mt 180, che è il limite di rinculo del 149.
Utilizzando un G al posto di un A, limitavi il rischio di sbattere con la canna al massimo dell'alzo.
Per quanto riguarda le comunicazioni, le prove che ho, danno solo indicazioni di telefoni da campo. Gli osservatori del Monte Tre Croci e del monte Orsa hanno ancora alcuni ganci appesi al soffitto della galleria d'accesso, ganci sui quali avrebbero dovuto correre i fili dei telefoni. Inoltre l'osservatorio XIX del Sasso Cadrega ( facente parte del forte di Vallalta ) ha i loculi per i telefonisti, che ancora hanno i perni per le panche ribaltabili.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
spinger
Per quanto riguarda le comunicazioni, le prove che ho, danno solo indicazioni di telefoni da campo.
Ok: quindi se non interrati (i cavi) quei pali avrebbero potuto sostenere le linee. Oppure no?
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In teoria sì, ma mi hai fatto venire un dubbio.
Appena possibile questa settimana leggerò gli articoli relativi alle trasmissioni sulla Rivista di artiglieria e genio. Ricordo che in un paio di loro numeri di inizio '900 parlavano di come posizionare i pali per l'antenna del radio-telefono.
Riguardando la disposizione dei pali, che ho riportato sul mo taccuino, questa non è omogenea. Infatti due coppie di anelli si trovano sul lato sinistro ed una coppia a destra dell'entrata delle due piazzole blindate e lungo i muri della prima piazzola blindata, sia a scendere sia a salire.
Inoltre ho postato la foto di due coppie di anelli su di un muro. In realtà lungo quel muro ce ne sono 6 coppie a circa 50 cm l'una dall'altra. Non ha molto senso mettere così tanti pali per fili del telefono lungo un muro. Si tratta del muro che si incontra per primo arrivando alla prima piazzola blindata. Altre 3 coppie di anelli si trovano sul muro che sale verso la prima piazzola scoperta.
Penso che i pali, se erano studiati per le antenne, erano stati posizionati in modo da ricevere il segnale dagli osservatori di riferimento, per poi passare gli ordini via telefono alle altre piazzole.
Poiché non sono a casa e non ho con me la chiavetta con le foto ed i documenti, darò altri miei pensieri in merito a questo, appena posso in settimana, perché ho alcuni dubbi
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Allegati: 2
A complemento della bella cartina di Spinger una foto epoca dall'alto (1945):
Allegato 275520
La cartina permette appunto di identificare la batteria! Anzi, Spinger, potresti apporre la tua ricostruzione su questa foto!
Un altro possibile scopo dei fissaggi per gli ipotetici pali.
Con due premesse però:
1. ripeto che mi intendo poco delle opere della Cadorna
2. il mio passaggio all'appostamento 76 risale ad alcuni anni fa, quindi non ricordo bene.
quindi per il punto 1:
l'idea di pali per sorreggere cavi provenienti da monte Grumello-Pravello-Orsa e ritrasmettere lungo le piazzuole della 76 derivano proprio dai locali (con finestra bassa larga) che a suo tempo non avevo ancora visto negli altri appostamenti da me visitati. Avevo stabilito essere dei posti comando tiro.
Avevo percorso il tratto di bosco tra le due piazzuole "basse" e le due "alte" alla ricerca di eventuali altri pali (tra l'altro solo il quel modo avevo trovato la piazzuola scoperta alta. Era assolutamente immersa nella vegetazione e anche la strada di accesso del pezzo era assolutamente nascosta). Questo anche discendendo verso il grumello dove cercavo anche una seconda feritoia*** (mitragliatrice) che mi era parso vedere in una precedente visita al caposaldo e osservatorio del citato monte. Non ho trovato niente.
per il punto 2:
non ricordando bene magari sbaglio ma mi sembra di aver visto i sostegni per pali più che nelle due piazzuole basse (vedi locale con finestra del punto 1 e ingressi piazzuole o perlomeno piazzuola blindata). Guardo questa foto:
Allegato 275519
Quindi i pali non potevano essere in qualche modo i sostegni per una "blindatura" supplementare?
(vi è sempre il concetto di blindato che non sempre corrisponde alle coperture con palpebra in cemento armato ma sembra vi fossero molteplici possibilità).
Ecco che ancora una volta si verifica una certa elasticità nel realizzare gli appostamenti. Difficile fissare "regole". Qui abbiamo:
- una batteria per 4 pezzi di cui due in piazzuole blindate con cemento armato
- batteria di cannoni 149G su di un crinale
- batteria protetta da postazione sottoroccia per mitragliatrice***
*** riguardo a postazioni mitragliatrice (i cui basamanti sono dissimili)
- il caposaldo del monte Grumello sembra riservare un paio di mitragliatrici alla copertura/protezione dell'appostamento 76, in particolare della sua falesia anteriore e della pendice che sale al Pranello
- la mitragliatrice dell'appostamento 76 sembra puntare sul Grumello quale protezione reciproca
- non ho trovato l'accesso alla seconda feritoia vista nella falesia dell'appostamento 76... quindi forse si tratta semplicemente di un distacco roccioso...(a sinistra lungo la falesia).
Non ho trovato invece nulla scendendo da est dal confine Svizzero. Una vasta porzione (soprattutto una valletta non troppo difficile) sembra indifesa. Strano questo fianco poco protetto e indifendibile anche dalle prime trincee al Poncione d'Arzo (Pranello)
Il gran numero di mitragliatrici puntano infatti in un settore più a Nord (raggiungibile dal Serpiano). Cioè proteggono un (relativamente) profondo accesso tra le due falesie anteriori al caposaldo sul Grumello e l'appostamento 76 (direi difficili da scalare)
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Allegati: 6
prima di rispondere, mi permetto di fare una precisazione. La soluzione ai dubbi che ho, si trova presso l'archivio storico del Genio Militare a Roma, ma non ho il tempo per andare a consultare i disegni originali e le istruzioni relative alle costruzioni. Quindi le mie sono congetture basate su dati dell'epoca precedente alla Prima Guerra Mondiale in mio possesso.
Allego la foto in bianco e nero, con la corretta posizione dei manufatti. Poiché non sono un genio del computer, ho semplicemente stampato la foto e realizzato il mio disegno a mano. So che non è un bel vedere, ma è fatto con molto amore. [151
Allegato 275590
Per rispondere alla eventualità di cavi provenienti dal Pravello o dall'Orsa, ho rifatto il disegno della piazzola blindata con la posizione degli anelli. Non sono in scala, perché se non si perderebbero ( visto che è a 1:200 ).
Allegato 275591
Non credo che gli anelli posti all'entrata della piazzola possano essere necessari ad un sistema di pali per una copertura ulteriore.
Questo per tanti motivi.
1. Perché prevedere una copertura ulteriore ad una piazzola blindata, quando quelle scoperte non hanno alcun anello ?
2. La struttura della copertura prevede due contrafforti, per contrastare la spinta del doppio soffitto. Aggiungere ulteriore peso avrebbe messo in discussione la capacità di portanza dei contrafforti.
3. Gli anelli si trovano anche sui muri esterni ai ricoveri, quindi potrebbero prevedere una ulteriore copertura per questi.
Ma se così fosse non avrebbe senso mettere dei pali che non tocchino terra, ma siano appoggiati solamente al muro stesso.
Allegato 275592
Allegato 275594
4. Se i pali sostenessero dei fili del telefono in arrivo dai monte subito sopra, non avrebbe molto senso metterne così tanti, soprattutto se si pensa che i fili in arrivo non arrivavano con un sistema di pali, ma erano semplicemente srotolati e lasciati a terra od appoggiati ad eventuali alberi.
5. Come dicevo ricordavo un articolo sulla Rivista di Artiglieria e Genio del 1905, in cui si parla di una "stazione mobile di telegrafia senza fili" di costruzione tedesca.
Visto lo schema dell'antenna, ho pensato subito che i pali potessero tenere un'antenna. Questo avvalora la tua ipotesi di una stanzetta trasmissioni e non ricovero serventi, come ho scritto io, proprio in corrispondenza dell'antenna.
Vedi schema come si trova sulla Rivista.
Allegato 275595
Quest'antenna ha schema a triangolo ottuso, prevede almeno 3 pali tubolari a telescopio alti 10 mt posti ad una distanza di mt 30. Se guardiamo il disegno comprendente gli anelli, la distanza tra gli anelli sui muri della stanza trasmissioni più lontani tra loro è di circa mt 18, cioè la metà. Questo tipo di antenna permetteva un trasmissione a massimo km 25.
Per ora la mia lettura e classificazione degli articoli di questo rivista va dal 1888 e si ferma al 1906. Probabilmente progressi tecnologici dal 1906 al 1916 possono aver permesso di ridurre l'ampiezza e l'altezza dell'antenna.
Per quanto riguarda l'uniformità di costruzione, può darsi che i lavori di costruzione si siano fermati nel 1917, dopo Caporetto e quindi, le piazzole hanno misure uguali, ma coperture diverse. Abbiamo visto che le piazzole del Castello di Cuasso sono dieci: 8 coperte, 1 scoperta ma con gli accessi ai rocoveri coperti, 1 solo provvista di arrivo dei camminamenti, ma senza la copertura alle vie d'accesso a quest'ultimi.
Inoltre secondo il rapporto del '17, c'è un'altra batteria che ha due piazzole blindate e due scoperte. Si tratta della n. 66 alla Bocchetta Stivione, sul monte Piambello, sopra Cuasso al Monte.
Ho notato anch'io che i basamenti delle mitragliatrici sono dissimili e credo che ci fosse una certa discrezionalità, lasciata agli ufficiali, che dirigevano i vari settori di costruzione. Però rimane l'omogeneità all'interno dello stesso settore ( vedi i basamenti che si trovano a Cassano Valcuvia ed Masciago Primo fino ad arrivare a Ghirla ( cioè tutto il comprensorio del monte Scerré ).
Per quanto riguarda le postazioni per mitragliatrici del monte Grumello, non posso dire nulla, perché l'ultima volte che ci sono stato risale al 1995. Aspetto di avere un pò d'Alzheimer per riacquistare la memoria a lungo termine. Scherzi a parte, me ne occuperò appena possibile.
Mi sto rendendo conto che i miei thread sono un po alla "saltapicchio", quindi sto cercando di rendere più omogenea la mia esposizione. Ho iniziato a raccogliere i dati relativi alle postazioni d'artiglieria sulla strada Boarezzo-cima Monte Piambello e penso di iniziare qualcosa di maggiormente coerente prendendo in esame questo monte nella sua totalità.