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Discussione: M42 della Kriegsmarine ?

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  1. #1
    Utente registrato L'avatar di Pavel
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    Citazione Originariamente Scritto da MarcoPennisi Visualizza Messaggio
    E' successo che Frank, nella foia investigativa della sua caccia alle streghe, ha scoperto che il "4516" era un elmetto WSS farlocco (con la famigerata decal c.d. "champagne" realizzata ad aeropenna) e quindi l'ha tolto dalla lista dei buoni.
    Che piacere ritrovarti Marco
    Sono Roberto di Cividale del Friuli in arte (Pavel) .. cosa pensi di questo elmetto ?
    qualcuno mi spiega in sintesi questi database con codici lotti produzione elmetti ?
    grazie ancora a tutti

  2. #2
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    Stando alla catalogazione di Brian Ice, il “numero di lotto” dell’elmetto postato da Pavel corrisponde ad un elmetto M42 della ET, con guscio misura 66, senza decal, di colore grigio-ardesia con la “cuffia” dell’imbottitura in pelle di pecora.
    Quanto al colore grigio ardesia (slate gray nel testo), Brian Ice rimanda ai colori indicati nel vol.2 di GERMAN HELMETS 1933-1945 di Goodapple - Maertz – Weinand (edito in proprio, Quincy 1983) che però non lo indica. Da osservare che il grigio ardesia non è un colore a se’ stante o tardo, perché schiefergrau (= grigio-ardesia) è una tonalità indicata già sin dal Giornale Ufficiale dell’Esercito (AHM) al n°428 in data 21/3/1940 come standard per la verniciatura dello Stahlhelm.

  3. #3
    Utente registrato L'avatar di Pavel
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    Come sempre chiaro ed esaustivo il nostro Marco.

    Grazie

    Citazione Originariamente Scritto da Alessandro Visualizza Messaggio
    Sono trascorsi almeno una decina di anni, quando, all'interno di una nobil casa del capoluogo marchigiano, fu abbattuto un muro celante, all'interno del micro spazio ottenuto, quattro gusci di elmetti tedeschi nascosti dal vecchio proprietario della casa insieme a qualche altra cosuccia (!). Fra di essi era presente uno splendido m35 con vernice Sandfarbe e decal dell'esercito semi coperta e un ottimo m40 (credo di ricordare) verniciato completamente grigio ardesia, esattamente uguale al soggetto in esame. Data la consueta presenza di unità della Kriegsmarine all'interno delle città portuali, suppongo che il suddetto potesse effettivamente appartenere ad un soldato precedentemente imbarcato in qualche unità della KM. Dunque l'effettiva concretezza della teoria sopraesposta.

    Che stupendo ritrovamento !!! immagino che questi elmetti fanno bella mostra in qualche collezione
    Molto interessanti queste informazioni , quindi la teoria si concretizza.

    Citazione Originariamente Scritto da MarcoPennisi Visualizza Messaggio
    La comunità collezionistica non s’è mai messa d’accordo (e, temo, mai lo si metterà) sull’attribuzione degli elmetti tedeschi di colore “grigio-nave”.
    Molti fanno presente che lo Stahlhelm fu riutilizzato dopo il 1945 per un po’ di anni da alcune nazioni. La Difesa Territoriale jugoslava, la Guardia Nazionale danese, i Reparti Mobili della Gendarmeria austriaca sono alcuni che ne fecero uso, pitturandolo di grigio. Pertanto i patiti di elmetti “duri e puri” bollano questi esemplari, argomentando che possono essere stati ridipinti e riadoperati dopo la guerra.

    D’altro canto gli elmetti delle marine della 2^GM furono molto spesso verniciati di grigio, magari a bordo delle navi stesse, e non c’è motivo perché la Kriegsmarine, seppur occasionalmente ed extra regolamento, abbia dovuto fare eccezione. Aggiungo che il colore grigio dell’elmetto ha un buon effetto mimetico sul cemento e sul calcestruzzo delle installazioni portuali e delle postazioni di artiglieria costiera.
    Mi fa piacere pensare che realmente potesse appartenere magari ad un soldato della artiglieria costiera della Kriegsmarine !!
    Penso di lasciarlo così , ieri avevo un raptus di follia !! volevo procedere alla fase di sverniciatura dello strato grigio , sotto e presente quasi tutta la vernice originale standard di fabbrica.

  4. #4
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    La comunità collezionistica non s’è mai messa d’accordo (e, temo, mai lo si metterà) sull’attribuzione degli elmetti tedeschi di colore “grigio-nave”.
    Molti fanno presente che lo Stahlhelm fu riutilizzato dopo il 1945 per un po’ di anni da alcune nazioni. La Difesa Territoriale jugoslava, la Guardia Nazionale danese, i Reparti Mobili della Gendarmeria austriaca sono alcuni che ne fecero uso, pitturandolo di grigio. Pertanto i patiti di elmetti “duri e puri” bollano questi esemplari, argomentando che possono essere stati ridipinti e riadoperati dopo la guerra.

    D’altro canto gli elmetti delle marine della 2^GM furono molto spesso verniciati di grigio, magari a bordo delle navi stesse, e non c’è motivo perché la Kriegsmarine, seppur occasionalmente ed extra regolamento, abbia dovuto fare eccezione. Aggiungo che il colore grigio dell’elmetto ha un buon effetto mimetico sul cemento e sul calcestruzzo delle installazioni portuali e delle postazioni di artiglieria costiera.

    Citazione Originariamente Scritto da Pavel Visualizza Messaggio
    Che piacere ritrovarti Marco
    <>
    qualcuno mi spiega in sintesi questi database con codici lotti produzione elmetti ?
    <>
    i
    Correva l’anno 2005 quando tale Brian Ice (mi sa tanto di pseudonimo) azzarda delle ipotesi statistiche creative per determinare il quantitativo di elmetti prodotti per ciascun modello da ciascuna fabbrica assumendo a che ciascun numero di lotto individui 500 o anche 400 elmetti. Correla poi queste risultanze al tipo ed al colore della vernice, alle decal eventualmente presenti ed alle caratteristiche dell’imbottitura (per lo più recante una data e comunque con certe caratteristiche secondo gli anni). A farla breve, incrociando questi dati fra loro, se compatibili, perviene alla conclusione che ciascun numero di lotto deve rappresentare 500 elmetti identici nel colore, nella decal (ove presente) e nell’imbottitura. In altri termini, se il numero di lotto 1234 é riscontrato su un elmetto M40 prodotto dalla ET di colore feldgrau con decal WH mentre tu hai un esemplare di M40 prodotto dalla ET, marchiato 1234, di colore feldgrau con decal SS, il tuo elmetto è fasullo o, comunque, la decal è stata applicata dopo la guerra. Fatti salvi gli elmetti re-issue (ricondizionati) che sfuggono a questa regola ferrea. Applicando i medesimi criteri si possono individuare decal non coeve su quegli elmetti con numeri di lotto che indicano una produzione successiva all’abolizione delle decal.

    Il nostro cabalista ha censito così la bellezza di 16mila elmetti i dati dei quali sono riportati nel suo libro GERMAN HELMETS LOT NUMBERS 1935-1945, giunto all’8^ edizione (o ha edito anche la 9^ ?). Nella strenua (e presuntuosa) ricerca , tutta americana , tesa a catalogare e ricondurre a modelli noti tutto ciò che ci circonda e che succede, l’opera certosina ed encomiabile (lo scrivo senza ironia) di Brian Ice ha riscosso un grande successo e viene considerata come la Verità Rivelata sia dai collezionisti neofiti sia da quelli più avanzati. Come la Verità Rivelata sembrava essere, prima, la spettrofotometria XRF ed ancor prima la lampada di Woods. Con adamantina ed apprezzabile onestà intellettuale, l’autore ha riconosciuto di non sapere il Tedesco e di non aver consultato alcuna documentazione ufficiale. Peccato, perché se l’avesse cercata e letta, avrebbe trovato coevi supporti documentali circa i quantitativi ipotizzati , riconsiderando le premesse, i risultati e l’unicità del procedimento induttivo che trova una più opportuna applicazione in altri contesti.

  5. #5
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    MarcoPennisi aveva osservato che "il colore grigio dell’elmetto ha un buon effetto mimetico sul cemento e sul calcestruzzo delle installazioni portuali e delle postazioni di artiglieria costiera".


    A sostegno di questa ipotesi ho trovato un sito inglese (© Original German Helmets 2020.) dove si parla di "Bunker Camo Helmet" in colorazione grigio chiaro cemento tipica delle guarnigioni nei bunker in particolare del vallo atlantico. Si dice che è molto raro e non si vede spesso. Allego screenshot (se non fosse consentito mi scuso in anticipo). Segnalo a Pavel che quelli di Kibler sono in realtà 2 volumi, il secondo in particolare si riferisce agli elmetti della Luftwaffe dell'esercito, le immagini che avevo postato sono del primo volume.
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  6. #6
    Utente registrato L'avatar di Pavel
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    guardate un po'
    trovato su altri forum le foto di questo elmetto recuperato in Normandia molti anni fa nella zona di Pointe Du Hoc che rientrava nel settore di Omaha Beach .
    Si presume che qualche Ranger Americano abbia ritrovato qualche anno dopo in loco l'elmo e abbia voluto ricordare l'evento.

    spero si possono postare foto di altri forum stranieri oppure Italiani , altrimenti chiedo scusa in anticipo e chiedo all'amministratore o moderatore di rimuovere il post.
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  7. #7
    Moderatore L'avatar di maxtsn
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    Molto bello, Oskar.
    Max
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    Frangar non flectar

  8. #8
    Utente registrato L'avatar di dagger1
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    Se non sbaglio sugli m42 di fine guerra non vi erano i fori di areazione.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da dagger1 Visualizza Messaggio
    Se non sbaglio sugli m42 di fine guerra non vi erano i fori di areazione.
    Sì e no.
    Nella tipologia dello Stahlhelm ricade anche una discussa variante, battezzata "M45" dalla comunità collezionistica, priva dei fori d'aerazione e prodotta in quantità limitate, a giudicare dai pochi esemplari giunti sino a noi. Non ricordo se siano state pubblicate immagini d'epoca che mostrino questa variante in uso. Fu prodotta dall'officina Eisenhüttenwerke, ma non solo, e i cosiddetti numeri di lotto riportano, secondo la tesi di Brian Ice, a gusci stampati nel 1944. A motivo di ciò si desume che siano gusci semilavorati completati in un secondo tempo, negli ultimi mesi di guerra.

  10. #10
    Utente registrato L'avatar di Pavel
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    Grazie
    Oskar per aver postato le foto del tuo guscio M42 complimenti pezzo bello e ruspante !!

    molto interessanti gli elmetti
    blu dell'esercito e della marina
    !! informazioni molto utili

    vorrei acquistare questo libro

    (COMBAT HELMET of the Third Reich di Thomas Kibler)

    farò una ricerca sul noto sito d'aste .

    Grazie ancora Oskar



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