Allegato 226190 Allegato 226191
Un nostro artigliere POW in Inghilterra. Chi non era provvisto di uniforme adeguata era immediatamente rifornito con Battle Dress
scurito.PaoloM
Allegato 193660
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Allegato 226190 Allegato 226191
Un nostro artigliere POW in Inghilterra. Chi non era provvisto di uniforme adeguata era immediatamente rifornito con Battle Dress
scurito.PaoloM
Allegato 193660
vuoi dire che gli inglesi si prendevano cura dei prigionieri italiani???
ChM
Si, molto piu' di quelli prigionieri in USA. In UK furono spesso aggregati a fattorie che avevano i loro uomini al fronte, e
qui lavoravano i campi ed accudivano il bestiame come avrebbero fatto a casa loro. Erano soggetti a questo trattamento,chi
all'atto della cattura era stato classificato come 'contadino', 'falegname', 'maniscalco' o qualunque altra attitudine utile allo sforzo
bellico britannico.Erano prigionieri naturalmente, soggetti ad un certo controllo, ma vi furono molti che trovarono moglie la', ed
erano in linea di massima (salvo rari casi) trattati umanamente, ben nutriti e vestiti. Molti memoriali testimoniano cio'.
Differente sorte e trattamento ebbero i nostri trasferiti in India, in Sudan, in Sud Africa, ecc o quelli che ebbero a che fare con
i francesi.PaoloM
Io ho letto e sentito testimonianze di pow italiani in mano britannica che invece non furono trattati molto bene, forse a zone di detenzione diverse corrispondeva trattamento diverso??
ChM
Puo' anche essere. L'ho detto prima. In questi casi, la fortuna e forse anche il caso hanno avuto il loro gioco. Mi pare che venne pure
fatto un film dagli stessi inglesi, che se trovo, recensiro'. So anche, ma cio' accadde in India e in Sudan, che qualche guardia fece
inspiegabilmente il tiro a segno contro qualche prigioniero...PaoloM
Esatto Paul era quello a cui mi riferivo................grazie mille delle conferme, infatti il parente di una mia ex vicina di casa era stato pow in india e passò le pene dell'inferno.
ChM
stesso discorso per mio zio, fatto prigioniero in Libia, e mandato a Zonderwater in Sudafrica!
rubare le scorze di patate o altro che gettavano nei letamai
Ottimo ricollegamento..[264..mi ero perso il questo thread,se lo sapevo postavo qui' che sicuramente era piu' attinente....sorry! beh pero' sono sempre in tempo per rimediare[249
dunque ricollegandomi con quanto tu hai scritto si la fortuna ha avuto un ruolo importante,se capitavi in un campo comandato da uno cattivo e che non amava gli italiani erano c***i.....comunque anche in africa,in kenya ci furono dei campi dove i nostri non se la passavano poi tanto male,sicuramente non stavano bene come quelli nel regno unito ma comunque non malaccio,tanto che alcuni prigionieri per uccidere un po' la noia organizzarono una scalata sul monte kenya e dopo circa due settimane rientrarono al campo da dove erano fuggiti per fare questa scampagnata......e' evidente che non erano poi cosi' trattati male se erano ancora in forze da permettersi di scalare una montagna,procurarsi i viveri per circa due settimane e anche un po' di equipaggiamento per affrontare la scalata.
Fuga sul Kenya - Wikipedia
e qui' ci sono i veri protagonisti :https://www.youtube.com/watch?v=o0Gn77CY2gc
Ne abbiamo trattato qui:
http://www.milistory.net/forum/film-...tte+liberta%27
:oPaoloM
Ho avuto la fortuna, nel corso degli anni, di conoscere tanti reduci italiani che, fatti prigionieri, vennero trasferiti in Inghilterra.
Uno di questi mi raccontò una storia incredibile: fatto prigioniero nei primissimi giorni di guerra contro la Francia, assieme ad una 50 di commilitoni (...diversi feriti furono curati dai francesi...) venne poi trasferito via via fino a Dunkuerque e li, assieme sempre ad altri prigionieri italiani e diversi aviatori tedeschi catturati, fu trasferito via nave in Inghilterra e poi finì in una fattoria del Galles, dove rimase a fare il contadino fino al 1947.
Un altro prigioniero, il povero Aldrovandi, mi raccontò ridendo che gli anni passati in prigionia in Inghilterra furono i più belli della sua vita (...sapendo poi chi sposò quando tornò in Italia, mi sento di dargli ragione!!)
Altri mi raccontavano sì del duro lavoro in campagna (...lavoro poi che era ancor più duro in Italia!!), ma che, col fatto che i giovani inglesi erano tutti al fronte, trovarono pure la maniera di fare il loro dovere di "bravi italiani" (...con tanto di strizzate d'occhio e gomitate ammiccanti!!).
UNa foto di un gruppo di prigionieri italiani in Inghilterra, la didascalia li identifica con nome e cognome...
Allegato 207647
Italian Prisoners of War in Britain- Everyday Life at An Italian Pow Camp, England, UK, 1945A general scene of the cobbler's shop at the N.144 Italian workers camp near London. These Prisoners of War are: Antoni Tolino, Pasquale Usai, Salvatore Polizzi, Giuseppe Bosco and Aldo Mora.
Tramite la Croce Rossa Internazionale si ottenne che molti nostri prigionieri in England, riuscissero
a mandare via radio saluti e notizie personali ai familiari in ascolto in Italia. Qui la BBC si adopero'
moltissimo.
Allegato 207935
Questi altri, sono prigionieri italiani che lavoravano presso fattorie del Regno Unito. Erano tutti
adeguatamente ed ordinatamente vestiti ed in ottime condizioni di salute. Il rovescio della
medaglia fu che altri nostri connazionali trattenuti come prigionieri in altri paesi del Commonwealth,
facessero una vita realmente dura.La fortuna ed il fato ebbero il loro gioco.PaoloM
Non fu proprio solo questione di fortuna o di fato,ai prigionieri italiani negli Uk fu riservato un trattamento di tutto rispetto, direi " particolare " questo fu dovuto essenzialmente a seguito di quanto successe in Italia dopo l'8 Settembre.Nel suolo italiano c'erano oltre 80.000 prigionieri britannici che dopo l'8 Settembre si ritrovarono momentaneamente liberi in un paese straniero occupato da forze germaniche,da subito pero'molti italiani aiutarono questi prigionieri sfamandoli e nascondendoli,e un terzo di questi prigionieri,circa 25.000,furono sottratti ai germanici,molti furono portati in svizzera a molti altri fu fatto passare le linee,altri ancora si aggregarono ai partigiani.
Questo comportamento spontaneo della popolazione italiana che rischiando la vita o la deportazione si espose in prima persona per aiutare dei soldati che si potevano ancora considerare come nemici,sconvolse non poco i britannici che non si aspettavano un simile comportamento da parte degli italiani,le notizie di questo innaspettato aiuto arrivarono velocemente negli UK,giornali e anche la BBC diede ampio risalto a quanto avveniva in italia, " the bravery italian people " i coraggiosi italiani,che sapevano di rischiare grosso,molto grosso anche la fucilazione se scoperti a dare aiuto o a nascondere un soldato nemico ma cio' non li fermo' dall'attuare un gesto di umana solideriata'.
A seguito di questo comportamento di migliaia di civili italiani la prigionia degli militari italiani nel suolo britanncio cambio radicalmente e in molti casi non si tratto' affatto di prigionia in quanto moltissimi militari italiani erano liberi di muoversi e venivano persino pagati per il lavoro che svolgevano.
Ma gli inglesi sono testoni e non dimenticano facilmente,ancora oggi loro ricordano,e in qualche modo si vogliono sdebitare dell'aiuto fornito da migliaia di italiani ai loro soldati prigionieri nel suolo italiano : The Monte San Martino Trust e' una fondazione inglese che fornisce gratuitamente agli studenti italiani da i 18 ai 25 anni corsi di lingua inglese nelle universita' britanniche.
Monte San Martino Trust
questa e' la pagina in italiano :'+'
Questa associazione raccoglie le donazioni dei britannici e dei discendenti di quei prigionieri aiutati dal popolo italiano,e non solo i britannici donano denaro perche' gli studenti italiani di oggi possano venire a studiare gratuitamente in england,una certa Anne Corke ha donato del denaro e cosi' scrive :"In memory of my Dad and the wonderful Italian people who assisted him" in memoria di mio padre e del meraviglioso popolo italiano che lo ha assistito. https://www.justgiving.com/montesanmartino/Donate/
Nel 2013 70* anniversario dell'8 settembre il referente italiano dell'associazione Monte San Martino Trust Sig.Antonio Millozzi ha ricevuto dalla regina un importante riconoscimento :https://www.gov.uk/government/world-...-martino-trust
The Most Excellent Order of the British Empire - https://it.wikipedia.org/wiki/Ordine...ero_Britannico
Bisogna pero' considerare che tra quegli 80.000 e piu' prigionieri aiutati dal popolo italiano ci stavano anche molti americani,sud africani,neozelandesi,australiani ecc ecc,non ho notizie riguardo un simile comportamento di favore verso prigionieri italiani internati in questi o altri paesi del Commonwealth,forse l'amico Paolo Marzetti che vive in new zealand ci potrebbe dare informazioni al riguardo.
Lev, hai fatto un'analisi perfetta di quanto gli inglesi hanno fatto per i nostri prigionieri nella 'mainland'.Seppur prigionieri,
ma con una certa liberta' i nostri, per la maggior parte si fecero voler bene. Cio' che sfuggi' agli inglesi, ma non e' tutta
colpa loro è che dati i vasti confini del Commonwealth di allora,in India, in Sud Africa, nel Sudan, a Ceylon,ecc, le condizioni dei nostri
furono equiparabili alla contezione e ai sacrifici patiti presso i Francesi il che e' tutto dire. In Australia e NZ le condizioni erano
equiparabili agli USA e al Regno Unito. Molti nostri soldati diventarono degli ottimi operai specializzati, tanto che, dopo
il rimpatrio tra il 1946 ed il 1947, molti fecero domanda per tornare sia in Australia che in NZ e vennero accolti senza problemi.
Sono stati scritti molti memoriali sulle varie prigionie e concordo con te che, sebbene la liberta' non abbia prezzo,
molti italiani aprirono gli occhi sul 'nemico' il quale nei casi da te riportati,si comporto' meglio di quanto si poteva ipotizzare.
Ricordo il mio professore di letteratura italiana al Liceo, che prigioniero degli inglesi in AS, ottenne di poter insegnare la
Divina Commedia di Dante agli italiani prigionieri con lui e di poterla leggere agli ufficiali inglesi che lo portarono con loro
in Scozia.[264PaoloM
Meglio lavorare in una fattoria inglese che...pensare alla fame!
Allegato 219666
Riapro questo topic per raccontare la storia di mio padre.
Imbarcato sul Regio Sommergibile Anfitrite fu fatto prigioniero dopo che la sua unità fu colpita da alcuni cacciatorpediniere inglesi nelle acque dell'isola di Caso, nel mare Egeo, all'alba del 6 marzo 1941.
Da lì, prigioniero degli inglesi, rimase del tempo nel campo POW n° 8 di Pretoria, Sud Africa per poi essere condotto nel campo di lavoro n° 59 di SAWTRY nell' Huntingdonnshire, distretto del Cambridgeshire.
Qui rimase fino al 23/04/1946.
Fin qui forse tutto "normale"; il fatto strano fu che mio padre fu considerato morto nell'affondamento del suo Sommergibile, tanto che a casa gli furono celebrate esequie solenni e fu anche stampato un "ricordino" o pagellina che dir si voglia. Solo dopo 6 o 8 mesi arrivò la notizia della sua salvezza e successiva prigionia in Inghilterra.
Confermo quello che è stato detto da chi mi ha preceduto per quanto riguarda il trattamento ricevuto. Nel campo di lavoro fu trattato bene, tanto che per molti anni dopo il suo rientro, e questo l'ho anche visto con i miei occhi, ha continuato a tenere contatti epistolari con i proprietari della fattoria. Ciò in netto contrasto rispetto a come è stato trattato in Sud Africa.
Qui di seguito posterò foto e documenti relativi all'evento narrato.
Quest'altro documento è un fazzoletto ricamato da mio padre durante il suo soggiorno a Pretoria.
E con questo ho finito. Buona notte
Bella testimonianza e belle foto[264
vedo che tuo padre in tutte le foto porta a sx sul petto un fregio rotondo,a me sembra che all'interno ci sia un pesce,forse un delfino,e'l'unico che porta questo fregio,tu ce l'hai ancora?
Carlo
Proprio quello purtroppo no. E' il distintivo di sommergibilista.
Ho però il suo distintivo d'onore
quello che porta tuo padre nelle foto ha il pesce rivolto a sx quello d'onore invece e' a dx e sembra in oro,molto bello [264
Ehm, no. Quello che ho postato è in lamierino dorato, non d'oro ed è il distintivo d'onore dei sommergibilisti, distintivo da petto, di cui si è parlato anche qui in un topic di tanto tempo fa. Quello che hai postato tu invece è il distintivo che andava sul braccio ed in effetti non capisco perché papà lo abbia sul petto nelle foto. Molto bello il tuo che mi pare d'epoca. Appena possibile posterò il diplomino di concessione del distintivo d'onore, ma in un altro topic per non andare in OT
Quello che ho postato dovrebbe essere originale ma purtroppo non e' il mio ho preso la foto dal web.
Dalle foto appare evidente che tuo padre era molto fiero di indossare questo distintivo.[264
Cordiali saluti
Max
Stavo quasi per proporti di cedermelo; il mio non è quello originale di papà, è questo acquistato su internet
.Italian POWs captured by the British at work in a cobbler’s shop at the N.144 Italian workers camp near London. UK. February 1945.
.
In questa tenuta della fine del 600 situata nel sud inghilterra non lontano dalla citta' di Oxford ,durante la grande guerra furono ospitati soldati britannici feriti in convalescenza,e durante la WW2 ospito' un gruppo di circa 20 POW italiani che furono adibiti a lavori agricoli.
I POW italiani venivano pagati settimanalmente ed erano guardati da un anziano della home guard che spesso prestava loro il suo fucile per andare a caccia nella tenuta della villa e cosi' incrementare la dieta in proteine,erano tenuti in un edificio ora adibito a magazzino ed non erano chiusi a chiave.
Alcuni di questi POW italiani lasciarono incisi i loro nomi,ancora perfettamente visibili, nella base dell'obelisco nel parco della villa.
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Questo e' l'edificio dove erano alloggiati i POW italiani
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Grazie per le bellissime immagini. Certo che non avevano tanto bisogno di guardie perchè dove sarebbero dovuti/potuti andare degli italiani "sperduti "nelal campagna ingelse e come penso all'inizio totalmente ignoranti della lingua?
Scusami Lev ma il libro di cosa parla esattamente?
Grazie
Davvero interessante, bravo Lev!!
ChM
V. A.
Ciao Chri grazie,come stai?
-sven-non ho letto il libro,mi sono accorto della sua esistenza solo ieri mentre navigavo in rete,il titolo "Prigionieri italiani finalmente parlano e rompono il loro silenzio" mi sembrava molto interessante e attinente all'argomento qui' trattato e con cio' ho voluto condividerlo,forse sara' uno dei prossimi libri che acquistero'!? ma per il momento non so' altro a parte una veloce sbirciata sui commenti piu' che positivi dei lettori-tutti in lingua inglese-che ho reperito in rete....da quello che ho potuto vedere sembra che il libro sia stato pubblicato solo in inglese.
Trovo molto interessante anche il link "Italian Genealogy in lingua inglese" dove nel nel forum discendenti italiani residenti in tutte le parti del mondo cercano e condividono le loro discendenze italiane,la cultura italiana e anche la storia con ovviamente l'aiuto di altri nativi italiani e per ovvie ragioni geografiche tutti gli utenti devono comunicare in inglese. https://www.italiangenealogy.com/forum
Buonasera a tutti, mi è capitato sotto gli occhi questo Forum che non ricordo di averlo visto prima, e con piacevole sorpresa ho visto dei link che mi riguardano. Io ho dedicato vari anni alla ricerca di informazioni sul periodo di guerra e di prigionia vissuto da mio padre Bruno Porciani. Non sapevo nulla perché lui non raccontò mai nulla di quegli anni ed è morto a soli 52 anni nel 1965. Solo per caso nel 2005 ho potuto leggere le sue lettere, conservate tutte da mia madre. Da quelle lettere, ma con molta difficoltà ho potuto ricostruire quasi tutto di quel periodo bellico. Non avrei mai immaginato di scoprire cosi tante cose. In breve vi posso dire che tutto ciò che si vede su Bruno Porciani nei link citati in alto in questa pagina, e molto altro, sono frutto delle mie ricerche. parlo del sito: Un monumento a Guglielmo Marconi dei PoW italiani in Gran Bretagna (Prisoners of War) e il sito: https://www.sungreen.co.uk/Broadwell...wellPhotos.htm per gli interessati faccio presente che ho scritto un libro su questa ricerca: "Da El Alamein a Marconi" e gestisco questo gruppo: https://www.facebook.com/groups/coleford.campo61/ spero di essere utile a qualcuno che cerca i loro parenti di ex PoW in Inghilterra e magari io stessa trovare altre informazioni di mio interesse. Grazie per la vostra attenzione.
Laura PorcianiBuonasera a tutti, mi è capitato sotto gli occhi questo Forum che non ricordo di averlo visto prima, e con piacevole sorpresa ho visto dei link che mi riguardano. Io ho dedicato vari anni alla ricerca di informazioni sul periodo di guerra e di prigionia vissuto da mio padre Bruno Porciani. Non sapevo nulla perché lui non raccontò mai nulla di quegli anni ed è morto a soli 52 anni nel 1965. Solo per caso nel 2005 ho potuto leggere le sue lettere, conservate tutte da mia madre. Da quelle lettere, ma con molta difficoltà ho potuto ricostruire quasi tutto di quel periodo bellico. Non avrei mai immaginato di scoprire cosi tante cose. In breve vi posso dire che tutto ciò che si vede su Bruno Porciani nei link citati in alto in questa pagina, e molto altro, sono frutto delle mie ricerche. parlo del sito: Un monumento a Guglielmo Marconi dei PoW italiani in Gran Bretagna (Prisoners of War) e il sito:https://www.sungreen.co.uk/Broadwell...wellPhotos.htm per gli interessati faccio presente che ho scritto un libro su questa ricerca: "Da El Alamein a Marconi" e gestisco questo gruppo: https://www.facebook.com/groups/coleford.campo61/ spero di essere utile a qualcuno che cerca i loro parenti di ex PoW in Inghilterra e magari io stessa trovare altre informazioni di mio interesse. Grazie per la vostra attenzione. Scusatemi se ho fatto un pasticcio ma questo post mi sembrava inserito nel posto sbagliato e cosi l'ho ripetuto quì.
Buona sera signora che ne pensa di passare dalla stanza Presentazioni e dirci due cose di lei. oltre magari ad una esposizione più ampia del suo pregevole lavoro storico?
Grazie.
Mi presento: sono Laura Porciani vivo a Roma e, da tempo, non sono più giovane.
Mi scuso innanzitutto per non essermi presentata prima di postare il messaggio precedente. Non conoscevo questo Forum veramente vasto con tanti argomenti interessanti e non avevo visto la pag. di presentazione. Complimenti!!
Con sorpresa e con piacere ho visto che in data 5 Agosto 2015 sono stati postati dal Sig Lev tre Link riguardanti molti risultati delle mie ricerche. Ho dedicato molti anni a queste ricerche per sapere qualcosa sulla guerra e la prigionia vissuta da mio padre.
Mio padre, Bruno Porciani Granatiere di Sardegna IV Batt. Controcarro, partì per la Campagna d’Africa Setten. Nel Dicembre 1941, venne fatto prigioniero ad El Alamein il 17 Luglio 1942. Portato in Inghilterra ha trascorso circa quattro anni nel Campo 61 di Wynoll Hill a Coalwey Coleford nel Gloucesterschire. Rimpatriato nel 1946 è morto nel 1965.
Mio padre, dopo il suo rimpatrio, non parlò mai di quel periodo e, fino a 13 anni fa, io non sapevo assolutamente nulla. Solo 40 anni dopo la sua morte ebbi la fortuna di leggere tutte le sue lettere inviate a casa dal Fronte e dalla Prigionia. Non ho più abbandonato questa ricerca che non è stata facile. Quando cominciai, nel 2005, in Internet non si trovava nulla sui prigionieri italiani in Inghilterra e gli Archivi non erano molto disponibili. Comunque non mi sono mai arresa. Seguivo ogni possibile indizio dalle sue lettere, anche se censurate. Sono andata una prima volta in Inghilterra nel 2008 senza avere la minima idea di che cosa avessi scoperto. Indimenticabili le emozioni provate. Da quel viaggio ho avuto conferma che i progetti del teatro, la piccola Cappella, e il Monumento a Marconi, compreso la direzione dei lavori sono tutti di mio padre. Ma le mie ricerche sono andate oltre, non potrei descriverle tutte.
Nel 2010 sono stata invitata in Inghilterra ha presentare il mio libro “Da El Alamein a Marconi” Erano presenti anche alcuni parenti di ex PoW che stavano con mio padre e che avevano partecipato a quei lavori. Il Monumento dedicato a Marconi era Largo 10 mt. Profondo 6 mt. Alto 10 mt. Fu costruito dai prigionieri stessi all’interno del Campo 61, fu inaugurato a Natale 1944:
Per concludere posso dire che dopo il mio secondo viaggio a Coleford, mio marito ha ricostruito, fedelmente, il modello del Monumento in scala 1/10 e, anche la ricostruzione virtuale in 3D, con audio del, Campo 61.
Il mio desiderio sarebbe consegnare, foto, documenti, il modello del monumento il video e altro materiale, a qualche Museo o Ente preposto per conservare, per le prossime generazioni, questa testimonianza della nostra Storia.
Io continuo in questa ricerca e ogni tanto esce fuori qualcosa di nuovo riguardante mio padre, spero inoltre di rintracciare ancora dei familiari di altri ex POW, che stavano con lui in quel Campo e scambiarci ricordi e informazioni.
Ripeto i Link postati anche dal Sig. Lev,
Un monumento a Guglielmo Marconi dei PoW italiani in Gran Bretagna (Prisoners of War)
https://www.sungreen.co.uk/Broadwell...wellPhotos.htm
Link del Video 3D: https://drive.google.com/file/d/1w_P...9lTrug14c/view
Questo è il mio gruppo Facebook. https://www.facebook.com/groups/coleford.campo61/
Grazie della vostra partecipazione e Buona Domenica.
Seguirò con piacere questo Forum.
Per adesso la ringrazio per la sua pregevole opera di ricerca storica che sicuramente sarà ampiamente apprezzata nel suo forum.
Le do nel contempo il mio personale benvenuto tra la nostra "grande famiglia" di appassionati e cultori della storia.
Grazie a voi è un onore farne parte.
Complimenti alla Signora Porciani per il notevole lavoro di ricerca storica ,mi e' molto piaciuto il video 3D del campo.Suo padre e' stato sicuramente il principale artefice di un'opera notevole,edificata in un campo di prigionieri che avevano rifiutato di lavorare per il nemico,con cio' il nemico avrebbe potuto benissimo vietare l'edificazione del momumento,ma a quanto sembra hanno anche permesso l'uso dei materiali per la costruzione.E' un peccato che dopo la guerra il monumento non sia stato conservato,oggi sarebbe sicuramente stata un'attrazione di un certo rilievo.In Gran Bretagna i prigionieri italiani erano chiamati wops,un nomignolo un po' dispregiativo,come dire terroni o cose simili,non ho idea di quante migliaia di prigionieri italiani hanno soggiornato negli Uk,so per certo che oggi i prigionieri italiani "volontariamente internati"in Gran Bretagna sono circa 700.000,io sono uno di loro.
Benvenuta nel forum,Carlo.
Grazie per l'apprezzamento al mio lavoro. Vedo che usi il termine wops, hai letto il libro di Isabella Insolvibile? Scusa sei uno di loro perché eri prigioniero in Inghilterra? Se si, potrei sapere in quale Campo?. Se mi dai un recapito postale ti invio una copia del mio libro, è scritto con parole semplici, ma è ricco di molti aspetti. L'ambiente sociale e familiare di quel periodo. La vita al fronte di mio padre, la ricostruzione del periodo della prigionia, del Monumento e tanto altro. Il rapporto affettivo con mio padre, che devo dire l'ho conosciuto solo con la lettura di queste preziose lettere. C'è anche le testimonianze e il mio rapporto attuale con gli inglesi. La mia mail è <coleford.campo61@gmail.com> Una domanda come faccio ad avere le vostre notifiche? Grazie